Savona, una lapide per il mercantile affondato Tito Campanella – Lanuovasavona.it

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Il 14 gennaio 1984 affondava e scompariva (non vennero recuperati né rottami del mercantile, né i corpi dei 24 componenti dell’equipaggio, l’allarme venne diffuso solo otto giorni dopo) nel Golfo di Biscaglia il mercantile savonese Tito Campanella, portando con sé le vite di 24 marittimi italiani (siciliani, sardi, pugliesi e campani), nove dei quali liguri tra cui tre genovesi, tre spezzini e tre savonesi, il radio telegrafista Pier Giovanni Dorati 50 anni, di Albisola Mare, il primo macchinista Antonio Gaggero, 59 anni, di Celle Ligure e il giovane di macchina Marco Incorvaia, 22 anni, di Savona. Quarantuno anni dopo il ricordo e la battaglia per la ricerca di verità e di giustizia per le vittime di un omicidio sul lavoro continuano dopo che le indagini e i processi si sono conclusi con una sentenza di proscioglimento degli imputati in appello. Lo scorso anno in occasione del 40° anniversario erano stati organizzati a gennaio e aprile due eventi in ricordo della tragedia con l’annuncio che entro il 2025 sarebbe stata posta una lapide davanti alla Torretta con i nomi delle vittime e il progetto di un docufilm. 

I lavori del docufilm inizieranno presto mentre Sabato 18 gennaio alle ore 11 ci sarà la posa della lapide davanti alla Torretta alla presenza dei parenti dei marittimi della Tito Campanella, delle autorità dei comuni di Savona, Celle Ligure e Albissola Marina, delle rappresentanze delle sezioni di Savona delle Associazione Marinai d’Italia e dei Guardia Marina Nazionale, dei sindacati e di tutti quanti vorranno essere presenti nel ricordo e nella testimonianza di una tragedia ancora senza verità e giustizia. Sabato sarà anche l’occasione per ricordare un’altra tragedia dimenticata nella quale la gente di mare savonese pagò un duro contributo, quella della motonave Levante, affondata in Sardegna davanti ad Arbatax provocando 12 morti, solo cinque salme vennero recuperate. Tra le vittime savonesi Emilio De Gregori. E di un’altra tragedia, quella della Marina D’Equa, consumatasi nel 1981 con 30 vittime, sempre nel golfo di Biscaglia.

La lapide dedicata alla Tito Campanella sarà benedetta da don Piero Giacosa, cappellano della Stella Maris, realtà che con don Mario Genta era stata (e rimane) il riferimento, il “rifugio” della gente di mare e l’aiuto dei familiari e dei giornalisti che seguivano il caso della Tito Campanella. La Stella Maris sarà inoltre presente con il presidente Maurizio Turboni la cui collaborazione è stata fondamentale per la realizzazione dell’evento di aprile per il 40° del naufragio della Tito Campanella e con la “campana” di don Mario Genta che darà i suoi rintocchi alla lettura di ogni nome dei 24 marittimi della Tito Campanella. 

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Le vittime

Il comandante Luigi Specchi, 36 anni, di Viareggio, originario di La Spezia 

La moglie Alga Soligo, 32 anni, primo ufficiale di bordo. Prima donna italiana imbarcata come ufficiale di coperta su una motonave della Marina Mercantile italiana.

Il secondo ufficiale Marco Cestone, 40 anni, di Genova

Il radio telegrafista Pier Giovanni Dorati 50 anni, di Albisola Mare 

il direttore di macchina Carlo Volpe, 32 anni, di Carloforte

il primo macchinista Antonio Gaggero, 59 anni, di Celle Ligure 

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il secondo macchinista Giovanni Azzarelli, 27 anni, Pozzallo (Ragusa); 

il nostromo Onofrio De Candia, 49 anni, Molfetta;

I MARINAI 

Franco Pasci, 31 anni, di Siliqua (Cagliari), 

Vincenzo Vallone, 27 anni, di Tropea, 

Giuseppe Cappiello, 30 anni di Meta di Sorrento, 

Domenico Daniele di 25 anni di Mola (Bari), 

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Salvatore Costarelli, 22 anni, di Scoglitti (Ragusa). 

Il mozzo Carmelo Bagnato, 23 anni, di Nicotera (Catanzaro); 

l’operaio meccanico Nicola Fiordaliso, 36 anni, di Mola (Bari), 

l’elettricista Pietro Lacchini, 44 anni di Porto Santo Stefano; 

gli ingrassatori 

Giovanni Cerruti, 48 anni, Genova e residente a Carrara, 

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Raffaele Petruzzelli, 27 anni, di Monopoli, 

Gennaro Simone di 31 anni di Bisceglie

Il giovane di macchina Marco Incorvaia, 22 anni, di Savona; 

il cuoco Silvano Alicante, 53 anni di Ameglia (La Spezia), 

il cameriere Francesco Cusato, 34 anni di Genova, 

il garzone cuoco Michele Paciullo, 23 anni di Brindisi 

il marittimo meccanico Tomislav Baus, 34 anni, residente con la moglie a Genova (nel ruolino di imbarco la compagnia lo aveva indicato come “passeggero” ma in realtà era membro dell’equipaggio a tutti gli effetti)

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