Mafia, arrestato Salvatore Virgillito, presidente dei commercialisti di Catania: coinvolto nel blitz a Barcellona

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L’operazione

Era l’amministratore giudiziario di una azienda di rifiuti confiscata da 13 anni, ma di fatto ancora controllata dal clan mafioso capeggiato da Domenico Ofria

Di Redazione |

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L’amministratore giudiziario dell’azienda di smaltimento rifiuti confiscata ma ancora gestita dal clan di Barcellona Pozzo di Gotto è anche il presidente dell’Ordine dei commercialisti catanesi Salvatore Virgillito. Il 59enne è uno dei quindici fermati nell’operazione condotta questa mattina. I reati contestati a vario titolo sono quelli di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori.

Virgillito, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Catania dal 2022, in particolare, avrebbe permesso al capo clan barcellonese Domenico Ofria, nonostante i diversi provvedimenti di sequestro e confisca, di avere una posizione dominante nella gestione dell’attività imprenditoriale sottrattagli, per effetto dell’intervento di decisioni giudiziarie, divenute definitive; e ciò pur a fronte di una amministrazione giudiziaria formalmente insediata da più di 13 anni per la gestione dell’impresa.

«Asservito al potere mafioso»

La ditta, destinataria di diversi provvedimenti giudiziari di sequestro e confisca, sin dal primo sequestro era stata affidata al commercialista, Salvatore Virgillito, di Catania, nominato amministratore giudiziario nel 2011. E il capomafia barcellonese proseguiva ad agire quale “titolare di fatto” anche grazie ai comportamenti dell’amministratore giudiziario, «completamente asservito al potere mafioso del clan, nei cui confronti manifestava riverenza e compiacenza».

Le indagini hanno ricostruito anche il modus operandi degli indagati i quali, grazie sempre alla complicità dell’amministratore giudiziario Salvatore Virgillito e di alcuni storici dipendenti, vendevano pezzi di ricambio usati senza il titolo fiscale e lo smaltimento di rifiuti non censiti. L’impresa veniva utilizzata come strumento di illecito arricchimento, attraverso la continua appropriazione del denaro non contabilizzato dalle casse.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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