Limiti per il pignoramento della pensione 2025

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Da gennaio scattano nuove regole che stabiliscono i limiti per il pignoramento della pensione 2025. Se hai dei debiti e ricevi una pensione, è importante conoscere le soglie oltre le quali i creditori possono agire sul tuo assegno pensionistico. Fortunatamente, ci sono anche modalità per difendersi. In questo articolo ti spieghiamo come funziona il pignoramento delle pensioni e come puoi proteggere i tuoi soldi – Scopri tutti i modi per andare in pensione (anche anticipata) con l’invalidità.

Limiti per il pignoramento della pensione 2025: quando e come può essere pignorata la pensione

La pensione – che sia di anzianità, vecchiaia o reversibilità – può essere pignorata solo in parte. Infatti, la legge prevede che alcune somme siano “impignorabili“, come ad esempio le pensioni di invalidità o le indennità di accompagnamento. Tuttavia, la pensione in generale può essere pignorata, ma solo per una parte specifica, ovvero quella che eccede un importo minimo vitale che deve sempre essere lasciato al pensionato.

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In pratica, il pignoramento della pensione è regolato da un sistema simile a quello che si applica agli stipendi, ma con un’ulteriore protezione. Il limite minimo vitale è la cifra che deve rimanere disponibile per il sostentamento del pensionato, e il pignoramento può avvenire solo sulla parte che supera questo importo.

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Cos’è il minimo vitale per il pignoramento della pensione?

Come abbiamo anticipato, il minimo vitale rappresenta l’importo che il pensionato deve poter mantenere per vivere dignitosamente. A partire dal 2025, il minimo vitale è pari al doppio dell’assegno sociale, che per quest’anno è di 538,68 euro. Quindi, il minimo che un pensionato deve ricevere ogni mese, senza possibilità di pignoramento, è di 1.077,36 euro. Se la pensione è inferiore a questa cifra, non può essere pignorata.

Anche se una pensione è più alta, solo l’importo che supera il minimo vitale può essere pignorato. Per esempio, se un pensionato guadagna 1.600 euro, la parte eccedente rispetto a 1.077,36 euro sarà pignorabile, ma solo per una frazione di quella somma.

Il pignoramento della pensione e il “quinto”

Una volta determinato l’importo pignorabile, la legge stabilisce che il prelievo forzoso non può superare un quinto della parte eccedente il minimo vitale. Quindi, se per esempio il pensionato riceve 1.600 euro e l’importo pignorabile è di 600 euro, solo una parte di quel denaro può essere trattenuta. In questo caso, il creditore potrà pignorare solo un quinto di quei 600 euro, che corrisponde a 120 euro al mese.

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Nel caso di pensioni più alte, ad esempio di 2.000 euro, si applicherà lo stesso principio: il pignoramento sarà limitato alla parte eccedente il minimo vitale, e solo un quinto di quella somma sarà trattenuto.

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Pignoramento delle pensioni da parte dell’Agenzia delle Entrate

Se l’Agenzia delle Entrate è il creditore, esistono delle regole specifiche per il pignoramento delle pensioni. Questi limiti sono più favorevoli per il pensionato, e dipendono dall’importo della pensione:

  • se la pensione è pari o inferiore a 2.500 euro, il pignoramento non può superare un decimo;
  • se la pensione è tra 2.500 e 5.000 euro, il limite è un settimo;
  • se la pensione supera i 5.000 euro, si applica il limite del quinto.

Per esempio, se prendi 1.500 euro di pensione, l’Agenzia delle Entrate potrà pignorare solo un decimo dell’importo che supera il minimo vitale.

Il doppio quinto del pignoramento

Se ci sono più creditori, la legge prevede che si possa arrivare a un pignoramento fino al “doppio quinto” della pensione, ossia fino al 40% della parte che supera il minimo vitale.

Tuttavia, per arrivare a questa situazione, i creditori devono essere di diversa natura, ad esempio un prestito bancario e un decreto ingiuntivo. Se i crediti sono dello stesso tipo, si applica la regola del quinto singolo e il secondo creditore si dovrà accodare al primo.

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Limiti per il pignoramento della pensione 2025
Limiti per il pignoramento della pensione 2025. Nella foto: un uomo ha appena scopeto che gli è stata pignorata la pensione

La normativa che regola il pignoramento delle pensioni

Il Codice di Procedura Civile, all’articolo 545, comma 7, stabilisce che le somme dovute a titolo di pensione non possono essere pignorate oltre il doppio dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. Questa norma è stata riformata nel 2022 con il Decreto Aiuti bis, e le disposizioni attuali sono in vigore dal 22 settembre 2022.

Inoltre, l’articolo 545, comma 8, stabilisce che se le somme pensionistiche sono accreditate su un conto bancario o postale, esse possono essere pignorate fino al triplo dell’assegno sociale, se l’accredito avviene prima del pignoramento. In caso contrario, solo un quinto dell’importo che supera il minimo vitale può essere trattenuto.

Cosa fare in caso di pignoramento della pensione

Se ricevi una notifica di pignoramento della pensione, hai diritto a difenderti. Il pignoramento può essere eseguito presso l’INPS o l’ente che eroga la pensione, oppure sulla tua banca o ufficio postale. Il pignoramento non è valido se supera i limiti previsti dalla legge, quindi hai la possibilità di opporti al tribunale.

Se ti arriva una notifica di pignoramento, hai 20 giorni di tempo per presentare opposizione davanti al giudice, con l’assistenza di un avvocato, nel caso in cui i limiti di pignoramento siano stati violati.

FAQ sulle pensioni in Italia nel 2025

Come funziona il sistema pensionistico in Italia nel 2025?

Nel 2025, il sistema pensionistico italiano è basato su un mix tra il sistema retributivo (per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996) e quello contributivo (per chi ha iniziato a lavorare dopo tale data). Il sistema contributivo prevede che l’importo della pensione dipenda dai contributi versati durante la carriera lavorativa, mentre il sistema retributivo si basa sull’ultimo stipendio ricevuto.

Quali sono i requisiti per andare in pensione nel 2025?

Nel 2025, l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni per la maggior parte dei lavoratori, ma questa potrebbe variare in base all’aspettativa di vita. Inoltre, è necessario aver versato almeno 20 anni di contributi per poter accedere alla pensione. Esistono anche altre tipologie di pensione, come la pensione anticipata, che può essere richiesta con un determinato numero di anni di contributi, solitamente 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

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Come sono cambiati gli importi delle pensioni in Italia nel 2025?

Nel 2025, gli importi delle pensioni dipendono dal sistema di calcolo applicato: nel sistema retributivo, si continua a fare riferimento agli ultimi stipendi percepiti, mentre nel sistema contributivo si calcola la pensione in base ai contributi effettivamente versati. Il Governo ha previsto misure di adeguamento annuale delle pensioni al costo della vita, ma le pensioni più basse possono essere oggetto di integrazione al fine di garantire un minimo vitale.

Che tipo di riforme stanno influenzando le pensioni in Italia nel 2025?

Nel 2025, l’Italia sta attuando alcune riforme per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo periodo. Tra queste, la revisione delle norme relative all’età pensionabile in base all’aspettativa di vita e il miglioramento delle misure di previdenza per i lavoratori autonomi. Inoltre, sono in discussione forme di pensione complementare obbligatoria o incentivata per garantire una pensione adeguata anche a chi non ha una carriera lavorativa lunga o continua.

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