Il bando Tecnonidi spiegato bene. Intervista a Diego Antonacci di SprintX

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Per tutte le startup, la ricerca di fondi rappresenta una sfida cruciale per trasformare idee ambiziose in realtà concrete. In questo contesto, il bando Tecnonidi offre un’opportunità unica per finanziare progetti a contenuto tecnologico, permettendo alle imprese emergenti di crescere e competere. Ne abbiamo parlato con Diego Antonacci, fondatore di SprintX, incubatore certificato dal MISE che aiuta le startup a validare e lanciare un business da zero. Da fine 2019 SprintX ha supportato oltre 100 startup e 300 founder nel dare vita al proprio progetto di business.

Diego è specializzato nell’affiancare le startup che concorrono al bando Tecnonidi per capire come sfruttare al meglio questa possibilità e quali strategie adottare per accedere ai fondi disponibili. Ecco cosa ci ha raccontato.

Diego Antonacci, fondatore di SprintX, incubatore certificato dal MISE che aiuta le startup a validare e lanciare un business da zero.

Quali sono i requisiti specifici che una startup deve soddisfare per essere considerata idonea al bando Tecnonidi?

Innanzitutto, specifichiamo che il bando Tecnonidi è destinato alle startup innovative che intendono sviluppare o avviare progetti di business innovativi. Per partecipare, le imprese devono soddisfare una serie di requisiti, eccone alcuni:

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  • Non essere quotate in borsa.
  • Essere iscritte al registro delle imprese da non più di cinque anni.
  • Non aver distribuito utili o acquisito un’altra impresa, salvo eccezioni.
  • Rispettare la definizione di “Piccola Impresa” secondo la normativa UE.
  • Non trovarsi in condizioni di difficoltà economica o essere soggette a procedure concorsuali.
  • Operare in conformità con le norme edilizie, urbanistiche e di sicurezza.
  • Regolarmente iscritte al registro delle Start-up innovative, o che abbiano sostenuto costi di ricerca e sviluppo che rappresentino almeno il 10% del totale dei costi di esercizio in almeno uno dei tre anni precedenti

Infine, il progetto di investimento deve avere per oggetto la valorizzazione economica di nuove soluzioni produttive/di servizi risultanti da conoscenze acquisite dai soci ovvero da attività di ricerca e sviluppo svolte nell’ambito del sistema della ricerca pubblica e privata. La dimostrazione della valorizzazione economica deve essere illustrata nella domanda preliminare.

Riguardo le tipologie di spese, quali sono considerate ammissibili e quali, invece, non lo sono?

Le spese ammissibili includono quelle per macchinari, software, licenze, tecnologie innovative, opere edili. Ci sono anche quelle relative ai costi di funzionamento come personale, affitti, consulenze, marketing e fiere. Tra quelle non ammissibili ci sono invece gli acquisti di terreni o immobili, l’IVA recuperabile, i leasing e gli interessi su finanziamenti.

Esistono settori o ambiti tecnologici prioritari o esclusi dal finanziamento?

Ci sono assolutamente. I piani di investimento candidabili devono rientrare in una delle aree di innovazione individuate, che includono: comunità digitali, creative e inclusive, manifattura sostenibile, salute dell’uomo e dell’ambiente, intelligenza artificiale. Tra i settori esclusi troviamo invece: pesca, agricoltura primaria, carbone, trasporti, edilizia e ristorazione (salvo eccezioni).

È possibile presentare più domande per progetti differenti o aggiornare una domanda già presentata?

A tale riguardo, le regole sono molto chiare: ogni impresa può presentare una sola domanda per volta e non è consentito modificare una domanda già inviata.

Quali sono le principali cause di rigetto delle domande e come possono essere evitate?

Nel corso del nostro lavoro, abbiamo visto di tutto. Anche perché spesso si rivolgono a noi aziende che hanno fatto autonomamente la richiesta e ci chiedono aiuto nei casi di rifiuto. Le cause più comuni includono l’incompletezza della documentazione, la mancanza dei requisiti minimi come innovatività e sostenibilità economica e la mancata partecipazione ai colloqui obbligatori.

Per evitarle spiacevoli sorprese, è essenziale rispettare le linee guida, fornire una documentazione completa e prepararsi adeguatamente ai colloqui.

Come viene suddivisa l’agevolazione tra contributo a fondo perduto e prestito a tasso agevolato?

Il bando prevede due principali forme di agevolazione:

  • un contributo a fondo perduto fino al 40% delle spese di investimento (con un massimo di € 100.000). Questa parte copre le spese per investimenti come macchinari, impianti di produzione, attrezzature varie, arredi, automezzi commerciali, opere edili e assimilate, software, trasferimento di tecnologie mediante acquisizione di licenze di sfruttamento o di conoscenze tecniche brevettate o non brevettate.
  • Un contributo a fondo perduto fino all’80% delle spese di funzionamento (con un massimo di € 80.000). Questa parte copre le spese di funzionamento come: personale dipendente, locazione di immobili, utenze, premi per polizze assicurative, canoni e abbonamenti per servizi, costi di marketing e comunicazione, costi per la partecipazione a fiere.
  • Infine, a completamento delle agevolazioni, un prestito rimborsabile (a tasso 0) per la copertura di un ulteriore 40% delle spese di investimento.

Questo fa intendere facilmente come le agevolazioni totali coprono l’80% dei costi di progetto, lasciando solo il 20% a carico della startup.

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Quali sono le parti più complesse di cui tener conto per la partecipazione al bando?

Le difficoltà principali riguardano sostanzialmente tre aree:

  • Requisiti formali e procedurali:
    La domanda preliminare deve essere completa e redatta unicamente per via telematica. Devono essere forniti diversi documenti, come preventivi dettagliati, illustrazione del contenuto innovativo, certificazioni di ricerca, piano economico-finanziario.
  • Valutazioni multiple:
    Il progetto viene esaminato da esperti indipendenti per verificarne il carattere innovativo, la maturità tecnologica e la coerenza con la strategia regionale “Smart Puglia 2030”. Affinchè il progetto sia ritenuto ammissibile, è necessario che sia valutata la possibilità di raggiungere il livello TRL 9.
  • Tempistiche strette:
    Scadenze precise per la presentazione della documentazione e la realizzazione degli investimenti (12 mesi dalla prima erogazione o 6 mesi dalla seconda).

Quali sono i range economici del bando Tecnonidi?

L’importo complessivo del progetto imprenditoriale dovrà essere compreso tra 50.000,00 e 350.000,00 Euro, di cui massimo 250.000,00 euro destinati ai costi di investimento e massimo 100.000,00 euro destinati ai costi di funzionamento.

Quali sono le tempistiche previste per l’erogazione dei fondi una volta approvata la domanda?

I fondi, relativi alle spese di investimento, vengono erogati in tre tranche:

  1. Un anticipo, pari al 20%, alla firma del contratto di finanziamento
  2. Una seconda erogazione, pari al 40%, a fronte della prima rendicontazione delle spese sostenute
  3. Una terza erogazione, pari al 40%, a fronte della seconda rendicontazione delle spese sostenute

Quali servizi di supporto offre SprintX alle startup durante il processo di candidatura al bando Tecnonidi?

Grazie all’esperienza maturata nel settore e in particolare proprio sul bando Tecnonidi, siamo in grado di offrire supporto personalizzato in tutte le fasi del progetto. In particolare, offriamo:

  • Consulenza personalizzata per verificare l’ammissibilità dell’impresa.
  • Supporto nella preparazione della documentazione necessaria per la domanda preliminare.
  • Affiancamento strategico per valorizzare al meglio il progetto di investimento.
  • Accesso a una rete di esperti nel mondo delle start-up e dell’innovazione.

Per contattare SprintX e chiedere un approfondimento, l’indirizzo è: https://sprintx.it/blog/bando-tecnonidi/

 

 

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