Ambiente: gestione rifiuti e bonifica siti inquinati, il Piano dell’economia circolare all’esame dell’Aula

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L’illustrazione della presidente della commissione Ambiente Lucia De Robertis (Pd) in apertura del dibattito

Comunicato stampa n. 0030

di

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Firenze – Il Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano dell’economia circolare (Prec) arriva all’esame del Consiglio regionale. A illustrarne le linee all’Aula è stata oggi, martedì 14 gennaio 2025, la presidente della commissione Ambiente e territorio, Lucia De Robertis (Partito democratico). Si tratta del principale strumento di indirizzo, programmazione ed attuazione delle misure per assicurare la corretta gestione del ciclo dei rifiuti e sviluppare concretamente azioni di economia circolare. “Si conclude con questo atto un intenso lavoro iniziato con l’informativa dell’assessora Monia Monni nel 2022 e proseguito con l’adozione del Piano nel 2023”, ha ricordato la presidente. “La quarta commissione è stata fortemente impegnata in questo lavoro. Con attenzione e pazienza tutti i commissari hanno contribuito ad analizzare il Piano e a dare la possibilità di esprimere un voto consapevole, attraverso un confronto molto serio e non strumentale”. Tredici le commissioni svolte per oltre sessanta ore complessive di lavoro. “Questo è un Piano che decide”, ha affermato Lucia De Robertis prima di addentrarsi nell’illustrazione, “che assume una gerarchia dell’impiantistica dettata dall’Unione europea, non demonizzando la termovalorizzazione, ma avendo chiara una nuova tassonomia europea delle attività ecosostenibili, che pone i termovalorizzatori in fondo alla classifica della capacità di ridurre le emissioni climalteranti. Un Piano che programma l’obiettivo dell’autosufficienza in un ordine temporale definito”.

Ecco in sintesi i tratti essenziali.

 

 Riferimenti normativi

Come stabilito dal decreto legislativo 152 del 2006 sulle “Norme in materia ambientale”, le Regioni provvedono all’aggiornamento del Piano almeno ogni sei anni, definendone puntualmente gli specifici contenuti. Ulteriore riferimento normativo è la legge regionale 25 del 1998, “Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati”, che declina le direttive europee e nazionali e disciplina gli ambiti di attività connessi al ciclo dei rifiuti. Ai sensi della legge regionale 65 del 2014 il Piano di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati costituisce altresì atto di governo del territorio, in coerenza con gli altri strumenti di programmazione nazionale e regionale, quali il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (Pngr), il Programma regionale di sviluppo (Prs) e il Piano di indirizzo territoriale (Pit).

 

Obiettivo generale

Il Piano, coerentemente inquadrato nel contesto generale di transizione ecologica ed indirizzato ai principi di economia circolare, si caratterizza per la riduzione della produzione dei rifiuti, attraverso una gestione finalizzata all’allungamento della vita della materia attraverso il riuso, il riciclo e il reimpiego nei processi produttivi, nel contesto di una complessiva minimizzazione degli impatti e di un sempre minore ricorso allo smaltimento.

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Il Prec definisce la pianificazione dei rifiuti urbani, disciplinandone il ciclo complessivo di gestione (dalla raccolta allo smaltimento), e programma la gestione dei rifiuti speciali, assicurando l’applicazione dei principi generali di tutela ambientale e della salute.

 

Obiettivi specifici

In sintesi i principali obiettivi strategici del Piano: riduzione dei rifiuti urbani del 5 per cento (rispetto al 2019); miglioramento quali-quantitativo delle raccolte differenziate (Rd), favorendo maggior riciclo e recupero, per conseguire gli obiettivi nel medio periodo del 75 per cento di Rd al 2028 e nel lungo periodo dell’82 per cento di Rd al 2035. Autosufficienza e sostenibilità del sistema gestionale saranno assicurate grazie alla realizzazione della nuova impiantistica, che si concretizzerà indicativamente dall’anno 2028; conseguentemente nel periodo di vigenza del Piano (2023 – 2028) si dovrà fare ricorso all’impiantistica esistente.

Da sottolineare, inoltre, l’implementazione di nuove filiere di trattamento volte al recupero di materia ed energia; a tal proposito il Prec fa proprie le proposte scaturite dalla procedura di manifestazione di interesse nella misura necessaria ad assicurare la chiusura del ciclo gestionale per i rifiuti urbani e derivanti dal loro trattamento, soprattutto negli ambiti territoriali che risultano in maggiore sofferenza.

Nella fase transitoria perciò – che come detto coincide con l’arco temporale di vigenza del Piano – l’obiettivo è assicurare la sostenibilità del sistema attraverso il graduale incremento delle raccolte differenziate e del recupero/riciclo, la tendenziale riduzione dei conferimenti in discarica e la progressiva riduzione dello smaltimento.

 

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Processo partecipativo

In merito allo svolgimento del procedimento ed acquisizione dei contributi sui contenuti del Piano, una volta trasmessa al Consiglio regionale l’Informativa preliminare, l’Aula ha approvato due risoluzioni; la 173 del 23 febbraio 2022, che impegnava l’esecutivo a proseguire il percorso di formazione del Prec attraverso: promozione dell’economia circolare ed aumento della raccolta differenziata fino all’80 per cento e del riciclo della materia fino al 65 per cento entro il 2030; contrarietà all’apertura di nuove discariche; sistema tariffario sostenibile per i cittadini e le imprese; adeguata dotazione impiantistica basata su tecnologie green e pienamente affidabili; necessario rafforzamento della dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti speciali; informazione periodica al Consiglio regionale e in particolare alla Commissione consiliare competente.

Con l’altra risoluzione, la 175, sempre del 23 febbraio 2022, il Consiglio regionale impegnava l’esecutivo: a sviluppare ogni decisione inerente al Prec in maniera “trasparente e pubblica”; a ribadire l’urgenza dell’approvazione di un piano efficace e innovativo, dentro una logica di transizione energetica, con adeguata dotazione impiantistica in un quadro di partecipazione; a valutare, come luoghi ideali dove programmare e prevedere la realizzazione di impianti, le aree industriali dismesse del territorio, tenendo conto della possibilità di riqualificare zone abbandonate o degradate; a prevedere ogni dotazione impiantistica tecnologicamente avanzata in grado di garantire la piena autosufficienza regionale.

 

Avviso pubblico esplorativo

In stretto collegamento con il percorso formativo del Piano, la Giunta regionale – nel novembre 2021 – ha approvato un Avviso pubblico esplorativo per raccogliere manifestazioni di interesse, da parte di soggetti pubblici e privati, per la realizzazione, l’ammodernamento, il potenziamento o la messa a disposizione di impianti di riciclo e recupero di rifiuti urbani e prodotti dal trattamento degli stessi.

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La finalità dell’Avviso era quella di avere a disposizione un quadro conoscitivo sulle potenzialità impiantistiche esistenti o da realizzare, che possano rispondere alle esigenze di trattamento del ciclo rifiuti su scala regionale, ed assicurarne la chiusura secondo una logica di economia circolare.

 

Risultati dell’Avviso e illustrazione in Consiglio

Le manifestazioni di interesse presentate sono state 41, di cui 39 risultate coerenti. Gli esiti della valutazione di coerenza sono stati illustrati nel maggio 2022 in Consiglio regionale, che ha provveduto all’approvazione di ulteriori due risoluzioni: la risoluzione 191, che esprimendo apprezzamento per l’esito dell’Avviso pubblico esplorativo e per la disponibilità manifestata dalla Giunta regionale, impegna l’esecutivo a proseguire nel percorso di formazione del Piano, con l’obiettivo di arrivare ad una proposta impiantistica, basata su tecnologie affidabili e a basso impatto ambientale, in grado di garantire la piena autosufficienza regionale e un sostanziale equilibrio territoriale nella distribuzione degli impianti. E la risoluzione 192, che impegna l’esecutivo regionale a proseguire con il percorso positivamente intrapreso, attraverso la condivisione di ogni passaggio con il Consiglio regionale e la Commissione competente, nonché con il coinvolgimento di enti locali, parti sociali, categorie economiche, ordini professionali, associazioni e cittadinanza, per definire un Piano dell’economia circolare che, anche da un punto di vista energetico, possa offrire un contributo importante sia ai cittadini che alle imprese del territorio, determinando nuove opportunità di produzione di energia e gas attraverso lo smaltimento dei rifiuti, e favorendo perciò una equa riduzione dell’imposizione tariffaria.

 

Incontri pubblici

Il percorso di informazione e partecipazione – integrato dall’attività svolta dal Garante dell’informazione e della partecipazione attraverso la pubblicazione sulla propria pagina web regionale degli atti e della documentazione sul procedimento – si è caratterizzato inoltre per alcuni incontri svolti on line, con l’obiettivo di consentire agli interessati (imprese, cittadini, istituzioni…) di poter acquisire direttamente le indicazioni necessarie. Nel corso di tali incontri sono intervenuti rappresentanti di enti locali, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), sindacati, associazioni di imprese, gestori dei servizi pubblici, associazioni ambientalistiche, oltre a singoli cittadini. Sono stati acquisiti ben 138 pareri e tutti i contributi ricevuti sono stati opportunamente registrati e valutati, ai fini della predisposizione della proposta di Piano.

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Macrotemi emersi

In occasione di questi momenti partecipativi sono emerse diverse macro-tematiche: strategie e iniziative per la riduzione della quantità dei rifiuti; cambiamento culturale da promuovere in tema di Raccolta differenziata (Rd), con previsione di premialità sulla Tassa sui rifiuti (Tari) e di Rd domiciliare in tutta la Toscana; contrarietà a nuovi termovalorizzatori e individuazione di un crono-programma realistico degli impianti finali esistenti così da garantirne l’autosufficienza; previsione di impianti di economia circolare funzionali ai distretti presenti sul territorio (ad esempio impianti di recupero e riciclo di scarti a Prato, impianti di recupero e riuso di metalli preziosi ad Arezzo); identificazione di aree per i nuovi impianti, lontane da quelle urbanizzate e in zone già dotate di infrastrutture, da ricavarsi esternamente alle aree degli Enti Parco; e valutazione della proposta di piano “Toscana rifiuti zero”.

 

Dopo la fase preliminare

Il Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano dell’economia circolare (Prec) è stato adottato con deliberazione del Consiglio regionale il 27 settembre 2023.

Successivamente alla sua pubblicazione sono state presentate 35 osservazioni relative ai contenuti del Piano e complessivamente 30 contributi relativi al procedimento di Vas. Inoltre il vicepresidente della commissione Territorio, ambiente, mobilità, infrastrutture, Alessandro Capecchi (FdI), ha presentato 22 emendamenti sugli esiti dell’istruttoria svolta ai sensi della legge regionale 65/2014, 2 emendamenti sugli esiti dell’istruttoria Vas (Valutazione ambientale strategica) svolta ai sensi della legge regionale 10/2010 e 3 emendamenti sugli elaborati del Piano.

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Relativamente alle 35 osservazioni pervenute, articolate ciascuna in più contributi, per un totale di 134, la suddivisione tra le macro-tematiche è la seguente: 37 osservazioni sul quadro conoscitivo e previsionale, 28 sulle azioni attuative, 22 sull’impiantistica, 20 sull’impostazione di Piano, 14 sulle bonifiche, 3 sulle filiere, 2 sui costi dei servizi e le tariffe, 2 sui criteri localizzativi ed infine 6 osservazioni dichiarate non pertinenti.

 

Attuazione del Prec

L’attuazione del Piano di gestione Rifiuti sarà assicurata mediante una serie di specifiche azioni indirizzate al conseguimento degli obiettivi già descritti, nell’ottica del perseguimento delle strategie dell’economia circolare.

Tra queste azioni ricordiamo le principali: massimizzazione del recupero e del riciclaggio; ottimizzazione della gestione impiantistica; minimizzazione dello smaltimento in discarica; contrasto alla dispersione dei rifiuti.

Il Piano, inoltre, fornisce indirizzi per gli specifici interventi attuativi, che dovranno essere definiti nei Piani di ambito. A tal proposito occorre menzionare come entro 180 giorni dall’approvazione definitiva del Prec le autorità d’ambito devono adottare i rispettivi piani d’ambito, individuando le soluzioni di chiusura del ciclo sulla base degli indirizzi forniti dal Prec stesso.

 

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Criteri e indicazioni localizzative

Il decreto legislativo 152 del 2006, che come detto costituisce il principale riferimento normativo in materia, prevede che i Piani regionali di gestione dei rifiuti debbano contenere i criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché per l’individuazione dei luoghi o impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti. In quest’ottica sono stati determinati dal Piano, pertanto, gli elementi incompatibili con l’attività di gestione dei rifiuti, individuando i seguenti criteri escludenti: quelli generali di localizzazione, quelli di tipo specifico di localizzazione da applicare alle discariche e quelli di tipo specifico da applicare agli impianti di stoccaggio e trattamento dei veicoli fuori uso. Il Piano inoltre fornisce indicazioni preferenziali per la localizzazione e la progettazione.

 

Monitoraggio

La legge regionale 10 del 2010 prevede che venga effettuata un’attività di monitoraggio ambientale del Piano, con l’obiettivo di assicurare il controllo sugli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione degli interventi e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, allo scopo di individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e di adottare le opportune misure correttive.

Alla luce di ciò saranno predisposti, con cadenza annuale, documenti di monitoraggio e di valutazione del Prec per informare la Giunta ed il Consiglio regionale, dello stato di avanzamento, dei risultati raggiunti e degli obiettivi previsti.

 

Quadro finanziario e pluriennale

Le principali fonti di finanziamento sono le seguenti: fondi regionali derivanti dal tributo per il deposito in discarica dei rifiuti (ecotassa); fondi regionali diversi dal tributo; fondi statali (fondo di sviluppo e di coesione e altri); fondi comunitari della programmazione Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) 2021-2027 e Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Il totale dei finanziamenti Rifiuti degli anni 2024-2027 è il seguente: 16 milioni e 978 mila euro per il 2024; 16 milioni e 258 mila euro per il 2025; 21 milioni e 800 mila euro per il 2026 e 10 milioni e 424 mila euro per il 2027.

Il totale dei finanziamenti per le bonifiche nel suddetto quadriennio è invece il seguente: 52 milioni e 981 mila per il 2024; 14 milioni e 980 mila euro per il 2025; 21 milioni e 300 mila euro per il 2026; 16 milioni per il 2027.

 

Elaborati del Piano

La proposta di Prec è costituita dai seguenti elaborati: relazione al Piano regionale gestione dei rifiuti, composta dai seguenti allegati: inquadramento normativo ed economico, quadro conoscitivo dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali, programma di riduzione dei Rifiuti urbani biodegradabili (Rub), programma di prevenzione dei rifiuti, programma di gestione dei rifiuti da imballaggi, programma decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti Policlorobifenili (Pcb), e schede impianti; relazione al piano regionale delle bonifiche dei siti inquinati; sezione valutativa; rapporto ambientale; sintesi non tecnica del rapporto ambientale; studio di incidenza; relazione del Garante dell’informazione e della partecipazione; ed infine relazione del Responsabile del procedimento.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana



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