Sindaci esasperati: «I cambiamenti climatici sono innegabili ma pesano anche le infrastrutture fatiscenti. Come affronteremo la prossima estate?». A Gimigliano rubinetti a secco la notte per sei mesi
Gli effetti della crisi idrica, che quest’estate ha colpito duramente la Calabria, non si sono esauriti al termine della stagione estiva. Disservizi nell’erogazione dell’acqua si sono susseguiti fino alle festività natalizie costringendo amministratori locali ad un contingentamento della preziosa risorsa, assai ridotta nell’anno ormai trascorso a causa dell’esiguità di piogge e della totale assenza di neve.
Sei mesi senz’acqua
Ma al netto dei cambiamenti climatici a cui le regioni del sud Italia, Calabria compresa, sono particolarmente esposte, esiste un problema di infrastrutture talmente fatiscenti da originare una dispersione record di risorsa idrica. Ne è ben cosciente il Comune di Gimigliano, in provincia di Catanzaro, che ha dovuto fare i conti con il razionamento dell’acqua fino alla vigilia di Natale.
Crisi senza precedenti
«Da giugno dello scorso anno abbiamo vissuto una crisi idrica senza precedenti» racconta Laura Moschella, primo cittadino del comune catanzarese. «Siamo stati costretti a ridurre l’erogazione dell’acqua perché non sufficiente a coprire i fabbisogni della popolazione». Dalle 18.30 fino alle 6.00 del mattino acqua chiusa di notte per sei mesi consecutivi, in alcuni casi chiusure forzate per tutto il giorno e lezioni scolastiche sospese di frequente «per esigenze sanitarie».
Reti fatiscenti
«In questi mesi ho vissuto a stretto contatto con l’ufficio tecnico comunale, e se è vero che la siccità ha inciso notevolmente altrettanto innegabile è il fatto di essere dotati di reti fatiscenti. Diverse interruzioni sono, infatti, ascrivibili a rotture sulla rete, di recente abbiamo inoltre subito riduzioni causate del guasto di un gruppo elettrogeno che ha determinato la sospensione dell’energia elettrica. Siamo tutti coscienti dei cambiamenti climatici ma adesso bisogna capire come affrontare la prossima estate».
E la prossima estate?
Solo da pochi giorni il comune, di poco meno di tremila abitanti, è tornato alla normalità, stesso destino condiviso dal vicino comune di Tiriolo. «Da agosto abbiamo avuto una portata limitata» conferma il sindaco Domenico Greco. «Siamo stati costretti a chiudere l’erogazione durante le ore notturne, in molti casi anche per l’intera giornata. La situazione è migliorata solo da una ventina di giorni». Non è chiaro se ad incidere positivamente siano state le piogge e la neve finalmente apparsa sull’altipiano della Sila. Resta la preoccupazione delle fasce tricolori: «Diventiamo il parafulmine del malessere dei cittadini» argomenta Laura Moschella.
I fondi per i piccoli comuni
La sindaca precisa di aver ascoltato le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore unico di Sorical, Cataldo Calabretta, nei giorni scorsi ospite della trasmissione Dentro la Notizia, condotta dal vicedirettore Pier Paolo Cambareri. «Ha fatto riferimento ad ingenti investimenti per l’ammodernamento della rete idrica ma il vero problema è che questi fondi sono destinati ai grandi agglomerati urbani e non ai piccoli comuni dell’entroterra. Senza interventi noi continueremo a restare in questa situazione di abbandono».
Riparazioni costose sulla rete colabrodo
Secondo quanto riferito dalla prima cittadina di Gimigliano, il Comune spende 40mila euro all’anno per interventi di riparazione sulla rete idrica “colabrodo”. Costi a carico dei contribuenti per un servizio tutt’altro che efficiente se si considera che per sei mesi il comune è stato costretto a chiudere l’acqua durante le ore notturne per poterla garantire almeno durante il giorno.
Il caso Catanzaro
Non è certamente più radiosa la situazione nel capoluogo di regione. Amministrazione comunale e Sorical reduci da una veemente polemica a suon di conferenze stampa dopo la rottura di una condotta in una zona impervia che ha lasciato la città senz’acqua per diversi giorni.
Acqua a singhiozzo
«Le interruzioni nell’erogazione per interventi di riparazione sono all’ordine del giorno» chiosa l’assessore ai Lavori Pubblici di Palazzo De Nobili, Pasquale Squillace. «Nei prossimi giorni non sarà approvvigionato il quartiere di Santa Maria per la sostituzione di un tubo fradicio. Il problema è che oggi Sorical – aggiunge – si ritrova un sistema infrastrutturale fatiscente, con tubi che risalgono agli anni Ottanta, totalmente da rifare. La siccità è innegabile ma non possiamo paragonarci a regioni come la Sicilia, in Calabria l’acqua c’è ma è gestita male».
Non solo cambiamenti climatici
Cambiamenti climatici sì, ma al conto bisogna anche aggiungere l’alto tasso di dispersione. L’acqua che si perde nei budelli di una rete a scolapasta e acqua potabile utilizzata per tirare a lucido le automobili o per innaffiare i giardini. Un vero paradosso in tempi di crisi, e per il futuro non basterà limitarsi ad invocare la pioggia o la neve.
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