Trattori in piazza contro l’accordo Mercosur. Francia e Polonia alzano la voce: “Chiediamo gli stessi standard di produzione di altri paesi”



«Non vogliamo soldi, vogliamo regole uguali per tutti». Questo il grido che si alza da place du Trocadéro a Parigi, dove decine di agricoltori francesi sono arrivati, alcuni persino senza i loro trattori, per protestare contro l’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i paesi del Mercosur. La stessa scena si ripete a Varsavia, dove gli agricoltori polacchi, armati di slogan e cartelli, si sono riuniti proprio nel giorno del gala inaugurale della presidenza polacca del Consiglio dell’Unione Europea. L’obiettivo è comune: protestare contro l’accordo tra Ue e Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) che, a loro dire, mette in pericolo l’agricoltura europea, aumentando la pressione sulle aziende agricole locali già vessate da controlli e concorrenza sleale.

L’esercito dei trattori contro il Mercosur

Lunedì mattina, decine e decine di trattori hanno bloccato le strade nei dipartimenti di Yvelines e dell’Essonne, cercando di avvicinarsi a Parigi. La mobilitazione è stata organizzata dal Coordinamento rurale francese, secondo sindacato agricolo francese per importanza, che punta a rafforzare la sua posizione in vista delle elezioni professionali degli agricoltori, previste per la fine di gennaio. «Noi non vogliamo altro che l’applicazione delle regole europee, uguali per tutti. È chiedere la luna? L’altra cosa sono i controlli che ci infastidiscono quotidianamente», denuncia un agricoltore intervistato sul posto da Euronews. «Li conoscete tutti. Vogliamo che questi controlli si applichino ai prodotti importati e non a noi. Siamo stufi».

Secondo le autorità, circa 200 agricoltori e precisamente una cinquantina di trattori sono scesi in piazza in tutta la Francia, denunciando non solo l’accordo Mercosur, ma anche la burocrazia che soffoca le imprese agricole locali. «Chiediamo di avere gli stessi standard di produzione degli altri paesi, chiediamo una riduzione dei controlli nelle aziende agricole e un aumento dei controlli nei supermercati dove troviamo prodotti che non soddisfano i nostri standard», ha spiegato all’Afp (agenzia di stampa francese), Damien Cornier del Coordinamento Rurale della Normandia, raggiunto telefonicamente, che coltiva cereali e barbabietole ad Andelys, in Normandia. «Abbiamo trovato zucchero e farina provenienti dall’Ucraina» nei supermercati, «Mentre il produttore che acquista da noi barbabietole da zucchero ci chiede di ridurre i nostri volumi di produzione del 15% quest’anno, e i prezzi per tonnellata aumenteranno a 23 euro nel 2025 rispetto a 36-38 euro nel 2024», ha aggiunto.

Varsavia e il “5 x STOP”

Intanto, in Polonia, gli agricoltori hanno scelto un palcoscenico simbolico per la loro protesta: il giorno del gala di apertura della presidenza polacca del Consiglio dell’Unione Europea. Con lo slogan “5 x STOP”, i manifestanti chiedono lo stop a cinque politiche europee che, secondo loro, stanno danneggiando l’economia agricola del Paese, tra cui l’importazione di prodotti agricoli dall’Ucraina e l’accordo Mercosur.

Ma se Francia e Polonia si oppongono apertamente all’accordo, l’Italia adotta una posizione più pragmatica. Palazzo Chigi considera l’intesa una “priorità strategica” per rafforzare i legami economici con l’America Latina, ma chiede garanzie chiare per tutelare gli agricoltori italiani. Tra le richieste italiane spiccano l’obbligo di rispettare gli standard europei sui controlli fitosanitari e veterinari e l’implementazione di un sistema di compensazione per fronteggiare eventuali perturbazioni del mercato.

Commissione Ue - Foto di NakNakNak da Pixabay

Perché l’accordo Mercosur divide l’Europa

L’accordo tra l’Ue e i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) mira ad aprire il mercato europeo a prodotti come carne bovina, pollame e riso, in cambio di un accesso privilegiato per i settori automobilistico, chimico e farmaceutico. Per l’Unione Europea, il Mercosur rappresenta un mercato di oltre 273 milioni di persone e un’opportunità per rafforzare i legami commerciali con l’America Latina. Tuttavia, le critiche non mancano: l’apertura delle frontiere potrebbe penalizzare i piccoli produttori europei, incapaci di competere con prezzi e standard di produzione meno stringenti.

Dietro l’accordo Mercosur si cela anche una questione strategica: l’approvvigionamento di materie prime critiche. L’America Latina, e in particolare il Brasile, rappresenta un fornitore essenziale per l’Europa, soprattutto per litio, nichel e altre risorse necessarie alla transizione energetica. La dipendenza dell’Ue da fornitori esterni, emersa con forza durante la crisi energetica legata alla guerra in Ucraina, ha spinto Bruxelles a negoziare accordi che garantiscano un accesso stabile a queste risorse. Ma il prezzo di questa sicurezza economica rischia di essere pagato dagli agricoltori europei. Le proteste contro l’accordo Mercosur sono solo l’ultima manifestazione di un malcontento che attraversa l’Europa rurale. Dal dicembre 2023, agricoltori di diversi Paesi si sono mobilitati contro politiche che considerano una minaccia per il futuro del settore agricolo.

L’impressione generale è che, in nome della globalizzazione e delle esigenze economiche dell’industria, i settori primari come quello agricolo vengano sacrificati, alimentando un malcontento diffuso e trasversale.



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