Stagione invernale in Trentino: «Lo sci continua a volare. Le ostriche in montagna? Non si banalizzi»

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di
Marika Giovannini

L’assessore al turismo Failoni traccia il quadro della prima parte dell’inverno: «Dobbiamo investire ancora e attirare visitatori anche a marzo e aprile»

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Roberto Failoni sorride: «È tutto pieno anche oggi (sabato, ndr), anche se in molte località è giornata di cambi» sottolinea l’assessore provinciale al turismo. Che non nasconde la soddisfazione per una prima parte di inverno — vacanze natalizie comprese — dai numeri importanti. Guardando con fiducia non solo al 2025, ma anche al 2026 olimpico. Con un mantra: «Non dobbiamo fermarci, dobbiamo continuare a investire» avverte Failoni. Allontanando le polemiche di questo periodo, dall’Après ski di Nambino alle ostriche e champagne nei rifugi. «Così — dice — si rischia solo di banalizzare».

Assessore Failoni, partiamo dalla stagione invernale. I segnali di queste settimane sono sembrati buoni. È così?
«Sì, decisamente. Nonostante una partenza più complicata, a causa dell’assenza del Ponte dell’Immacolata, la stagione si è ripresa, recuperando completamente anche quanto era stato perso all’inizio rispetto agli anni precedenti proprio per la mancanza del ponte. C’è anche un altro aspetto che dà soddisfazione: stiamo registrando numeri davvero molto alti in località che avevano avuto qualche difficoltà».




















































Ad esempio?
«Penso a Lavarone, Folgaria, Brentonico, dove abbiamo investito sul fronte degli impianti di risalita. Qui le prime nevicate della stagione sono state molto importanti. Segnali positivi li stiamo registrando anche dal monte Bondone. Dove però il bilancio potrebbe essere ancora migliore».

In che modo?
«Trovando finalmente una soluzione per la realizzazione del bacino di innevamento. Abbiamo la pista più attrattiva della stazione, la Rocce Rosse, ancora chiusa: non è possibile. Si deve arrivare a una decisione da parte degli enti territoriali».

In ogni caso, il bilancio di questa prima parte della stagione è positivo.
«Credo che nessuno si aspettasse una risposta così importante dei turisti nei confronti del Trentino. E questo è merito del grande lavoro di tutti e della qualità dei servizi che offriamo. Risultati del genere non devono però farci dormire sugli allori: non dobbiamo assolutamente fermarci, dobbiamo continuare a investire. E in questo quadro si inserisce anche il cosiddetto bando Olimpiadi, destinato a tutti i settori: quando apriremo i termini di presentazione delle domande, a marzo, mi attendo risposte importanti. Sono molto ottimista per il 2025, ma anche per il 2026».

I numeri importanti del turismo invernale sono legati principalmente allo sci: la gente continua ad affollare le piste, nonostante l’aumento dei prezzi degli skipass.
«Dobbiamo comunque stare attenti ai prezzi. Negli ultimi tre anni c’è stata una forte inflazione che ha costretto, insieme al caro materiali e al caro energia, a intervenire con un aumento dei prezzi. Quest’anno, invece, l’aumento è stato più contenuto. Ma quello che ho potuto cogliere in tutto il Trentino, girando per il territorio — anche se qualcuno (i sindacati) sostiene il contrario — è il fatto che il turista che arriva da noi ha una capacità di spesa importante: del resto, venire a sciare in Trentino, per una famiglia, ha costi alti. Siamo riusciti ad attirare questo target con campagne di comunicazione mirate, che generalmente partono molto prima di quelle realizzate da altre località: questo ci consente di convincere prima il turista a scegliere le nostre zone».

«Lo sci è la carta vincente del turismo trentino» ha detto il presidente di Confcommercio Bort. È così?
«Nelle nostre campagne di comunicazione continuiamo a proporre anche le alternative allo sci. Eppure, purtroppo per i nostri detrattori, anche quest’anno lo sci alpino rappresenta il fattore di attrattività numero uno. Tenendo conto che ormai si è diffusa la consapevolezza che il Trentino garantisce la sciabilità di quasi tutte le piste anche senza la neve naturale».

In questa prima parte di stagione i turisti sono stati più italiani?
«Sì, tradizionalmente è così durante le vacanze di Natale. Da questa settimana, almeno fino al 10 marzo, aumenterà il numero di stranieri. Ma stiamo già lavorando su tutti i mercati per provare a incentivare l’arrivo di turisti anche dopo quella data e fino a Pasqua. Non è semplice».

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Si incentivano con pacchetti scontati?
«Non basta far leva sul prezzo. Bisogna far capire a chi ha voglia di venire in montagna a marzo che potrà godere di tutti i servizi e che avrà la stessa esperienza dell’alta stagione».

Parlando di montagna e di qualità: il dibattito sul turismo «cafone» in alta quota ha tenuto banco in queste settimane. L’Après ski in val Nambino, ma anche le ostriche e champagne in rifugio. Cosa ne pensa?
«Non conosco alcun rifugio in Trentino che offre solo ostriche e champagne. I rifugi che magari propongono questi prodotti offrono anche polenta, canederli, Trento doc. Si tratta di tendenze nate altrove e che oggi sono arrivate anche da noi: ci sono rifugi che, nella loro offerta, hanno aggiunto anche questa opportunità. Sia chiaro, rispetto le posizioni di tutti. Ma mi sembra che si vogliano banalizzare le cose e che si vogliano creare polemiche sul nulla. In questo senso, ricordo che gli enti rilasciano le concessioni secondo le leggi. Se poi ci sono situazioni esagerate, si può cercare di trovare una condivisione».

Finora si è parlato delle valli. E le città?
«Mi pare che sia andata abbastanza bene. Ci sono visioni diverse, mi sembra di capire: se ci sono opportunità o novità da sfruttare, le diverse componenti si devono parlare per attirare nuovi turisti».

Eppure il sindaco Ianeselli è stato felice di non avere la città luna park.
«Diecimila persone in più non fanno di Trento un luna park. Rispetto la visione del sindaco, ma ricordo che le aziende che sono all’interno dei Mercatini devono avere una redditività importante. Altrimenti non tornano».

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