Gli apparati di Pechino hanno divulgato un video che mostra una fase particolare dell’addestramento delle unità di fanteria dell’Esercito Popolare di Liberazione Cinese (PLA), che impiegano piccoli droni a elica simili ai modelli commerciali, detti comunemente “quadcopter”, come arma “standard”. Questo dimostra ancora una volta le potenzialità di questi sistemi estremamente economici, ma anche subdoli. Dato che abbiamo recentemente constatato come sul campo di battaglia ucraino questi piccoli sistemi, un tempo improvvisati e ora attentamente studiati per garantire la massima efficienza, siano davvero difficili da contrastare per degli eserciti “impreparati” a questo tipo di minaccia. Un caso emblematico è quello delle forze speciali nordcoreane schierate a sostegno dei russi nell’oblast di Kursk.
Droni semplici e letali
La modernizzazione delle tattiche di battaglia dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese, che si sta adattando al largo impiego di piccoli ed economi UAV (Unmanned Aerial Vehicle) con visione in prima persona FPV (First Person View) ci offre la conferma definitiva di come e quanto il teatro di guerra ucraino stia condizionando la guerra del futuro. Nel video diffuso su Internet, un team di soldati cinesi con uniformi Marpat avanzano a coppie in un percorso simulato con falsi ripari e falsi bersagli per addestrarsi all’impiego di droni modificati per trasportare diversi tipi di esplosivo, come granate e munizioni di artiglieria, e colpire con grande facilità il loro target. Compreso il lancio da e contro un mezzo blindato usato sia come vettore che come bersaglio.
I soldati del Dragone mostrano apparecchiature economiche e facilmente riproducibili in serie, come radiocomandi a distanza, occhiali per la visione in prima persona e quadcopter derivati da droni commerciali, per quello che può essere stimato come un costo approssimativo totale di mille euro per unità. In larga parte “riutilizzabili“. Il team dell’Esercito Popolare di Liberazione, come avveniva in passato per le squadre addette ai mortai, ai bazooka o alle mitragliatrici leggere, dirige il fuoco attraverso la capacità degli UAV di bombardare la posizione nemica, per poi avanzare e colpire ancora.
Sul campo di battaglia dell’Ucraina, i droni FPV si sono rivelati una risorsa fondamentale nella “trasformazione del combattimento moderno“. Potremmo infatti dire che quello dell’Ucraina non solo un teatro bellico dove siamo assistendo a una guerra di droni, ma anche a una vera e proprio guerra “contro” i droni. Nel corso della quale, forze ucraine e forze russe hanno sviluppato tattiche, modifiche e contromisure per massimizzare l’efficacia nell’impiego offensivo e nella difesa dai droni che da apparati di ricognizione sono diventati munizioni circuitanti, o “droni kamikaze“, perfette per neutralizzare obiettivi di alto valore, fortificazioni o mezzi corazzati nemici. Mezzi che, come abbiamo più volte riportato, hanno dovuto attingere a tutte le contromisure possibili e improbabili: dai jammer alle reti anti-drone fino a quegli strani “Turtle Tank” modificati.
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La Cina si prepara a una guerra moderna
Queste esercitazioni del PLA (e la stretta collaborazione con la Russia) suggeriscono la volontà di Pechino di inserire nei suoi arsenali questa nuova classe di sistemi d’arma multiuso estremamente economici. Adottando le tattiche “osservate” sul campo dopo i droni FPV si sono distinti. Riflettendo appunto l’interesse che la Cina sta concedendo a tutte quelle “nuove soluzioni” utili a conseguire una superiorità tattica in un conflitto convenzionale. Secondo molti analisti il Dragone sta modernizzando il proprio esercito per essere pronto ai conflitti del futuro. Conflitti nei quali i piccoli droni economici in grado di difendersi dalle interferenze della guerra elettronica promettono di fare la differenza. Molto più dei grandi droni militari come i MQ-9 Reaper che per quasi 20 anni si sono distinti nei conflitti asimmetrici del Medio Oriente, ispirando, al tempo, le potenze ad apprendere la lezione, imitare tattiche e avviare la produzione di sistemi analoghi.
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