Innovazione e recupero della storia, il quartiere di Pegazzano torna protagonista

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di Luca Erba – Intervista al trentaduenne William Venturini.

Venturini, giovane farmacista e proprietario di una farmacia. La tua storia famigliare però guarda convintamente ad altri settori. Come è nata questa passione?
La passione è nata un po’ per caso, semplicemente lavorando, sviluppando la voglia di crescere ed evolvere sia professionalmente che umanamente.
Finito il liceo non avevo idea di quale fosse la mia passione o vocazione, ecco si può dire che avevo più curiosità verso il mondo scientifico piuttosto che quello umanistico.
All’Università ho continuato ad avere dubbi ma penso che dentro di me ci fosse già la voglia di emergere, di fare qualcosa di speciale e di personale, avevo solo bisogno di trovare un modo per esprimermi. In un primo momento pensavo fosse la cucina ma poi ho deciso di concludere il percorso di studi intrapreso che era farmacia.
La mia famiglia ha avuto e ha anche adesso un ruolo fondamentale: mia madre e mio padre mi hanno sempre trasmesso il bello del fare impresa, anche se hanno sempre operato in un altro settore quello della logistica mi hanno sostenuto per affrontare un percorso diverso ma siamo molto uniti e collaboriamo quotidianamente anche coi miei fratelli Martino e Sveva.

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Sei il proprietario della Farmacia di Pegazzano. Dietro la recente apertura un percorso non semplice che si intreccia con la storia del quartiere. Cosa ci puoi raccontare?
E’ un progetto che nasce più di 4 anni fa con l’idea di rinnovare attraverso un progetto di recupero.
Pegazzano è uno dei quartieri più storici della città e la sua più grande risorsa è proprio il legame delle persone con la storia del luogo.
Abbiamo scelto di investire in uno dei locali più rappresentativi nonostante presentasse gravi problemi strutturali che ci ha costretti ad effettuare una rifondazione pressoché totale di tutto lo stabile per evitare il crollo.
Il palazzo che oggi ospita la farmacia ha almeno 140 anni di storia e ha ospitato innumerevoli attività.
Di fatto l’abbiamo “salvato” e riportato in vita rispettandolo quanto più possibile; affrontare il pericolo di crollo assieme alla pandemia ha messo a dura prova il progetto sia per motivi tecnici che economici ma non ho mai avuto dubbi che alla fine ce l’avremmo fatta.

La tua attività imprenditoriale nasce anche dalla collaborazione con un grande professionista del nostro territorio, Marco Condotti. Di cosa si tratta?
Sì, Marco è davvero un grande professionista ed una persona speciale che ha dato un contributo importante per questo progetto.
Fin dal primo momento in cui è venuta fuori la possibilità di collaborare mi sono reso conto che aveva la mia stessa mentalità, entrambi ci sforziamo di rompere gli schemi e mischiare idee provenienti da mondi diversi per creare qualcosa di nuovo, che non ti aspetti.

Dalle tue risposte emerge uno spirito profondamente innovativo circa il ruolo del settore farmaceutico e delle farmacie. Luoghi che erogano servizi alla persona oltre che la vendita di farmaci? Dove sta andando il mercato?
Il settore delle farmacie è sicuramente uno di quelli che sta vivendo un profondo cambiamento: non è più solo il luogo dove viene dispensato il farmaco ma è un luogo in grado di erogare un numero, in continuo aumento, di servizi di natura sanitaria. Dunque anche noi abbiamo dovuto ripensare i locali secondo questa necessità, anche se a parer mio il vero valore per il futuro di questo settore – soprattutto per chi è ancora indipendente e non è entrato a far parte di catene di farmacie – non risiede nell’uniformarsi semplicemente al mercato ma nel cercare di costruire una forte specializzazione e un’identità che siano riconoscibili.

La farmacia, la tua farmacia, inserita in un quartiere popolare come Pegazzano quale funzione pensi che possa svolgere?
Questa farmacia è stata pensata per essere diversa da tutte le altre.
Innanzitutto avevamo l’ambizione di far dimenticare alle persone di essere dentro una farmacia per dissociarci da quello che ci si aspetta comunemente da una farmacia. Vogliamo che chiunque, semplicemente entrando, si senta meglio e provi un’esperienza unica e speciale. Alla fine, molto semplicemente, penso che sia esattamente questa la più grande responsabilità del farmacista, far stare meglio le persone.
L’attenzione per determinati particolari vuole riflettere la cura e la dedizione che verranno rivolti alle persone nell’esaudire le loro esigenze.

Parlando di prevenzione hai toccato un punto molto importante. Prevenzione oggi cosa significa e come può essere fatta in farmacia?
La prevenzione è uno dei temi che più mi sta a cuore. Oggi c’è ancora molta poca conoscenza e confusione riguardo alla prevenzione e al mantenimento e/o miglioramento dello stato di salute generale.
Penso che il mio compito, come farmacista, sia formarmi e aggiornarmi continuamente per sensibilizzare e offrire gli strumenti alle persone per far sì che godano di reale benessere, non solo assumere i corretti farmaci in sicurezza quando ormai il danno è fatto.
Può sembrare controintuitivo ma voglio impegnarmi al massimo per evitare che le persone siano costrette ad assumere farmaci; desidero invece che, grazie anche al mio lavoro, possano godere del miglior stato possibile di salute fisico e mentale.
Ad esempio in farmacia nel 2025 lanceremo un programma di collaborazioni con diversi specialisti come nutrizionisti, psicologi e altri allineati a questa visione per divulgare e sensibilizzare le persone su questo tema.

 

Qual è oggi il tuo sogno nel cassetto per la tua professione e per il nostro territorio?
Di sogni ne ho molti, ad esempio ci sono altri progetti a cui sto lavorando sempre legati a questo mondo, come la startup di formulazione FICOFARM, attraverso la quale mi piacerebbe andare a sfidare le grandi aziende che distribuiscono prodotti in questi settore nel nostro e in altri paesi.
Con questo lavoro sono convinto di poter dare un contributo per cambiare in positivo l’intero settore che, credo, abbia anche delle enormi potenzialità per aiutare a risollevare le sorti del nostro Sistema Sanitario Nazionale che è in forte difficoltà organizzativa ed economica.
Ad ogni modo penso che il mio più grande sogno sia quello di avere sempre più energia e positività per andare a ricercare e affrontare quante più sfide possibili, affinché abbia una continua possibilità di evolvere e di migliorarmi.

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