L’ex senatore ed ex sottosegretario è il leader di Puglia Popolare.«Io candidato? Pronto a dare il mio contributo»
Massimo Cassano, già senatore e sottosegretario, ex direttore generale dell’Arpal (l’agenzia regionale per le politiche attive del lavoro) lancia il monito al centrodestra a far presto per individuare il candidato-presidente della Regione Puglia: «La sinistra è alla fine di una stagione politica, la partita delle Regionali è aperta, il centrodestra può farcela».
Senatore Cassano, lei è il leader di Puglia Popolare. A che punto è il processo di radicamento e rafforzamento del suo movimento sul territorio?
«Nelle ultime settimane è passato con noi il sindaco di Ascoli Satriano, siamo presenti a Lecce, dove abbiamo un assessore e due consiglieri comunali, a Barletta è con noi il vicesindaco, lo stesso accade a San Severo. A Trani, esprimiamo un assessore a quattro consiglieri comunali. A Bari, un consigliere comunale e tre di municipio. Abbiamo 300 amministratori e avremmo la possibilità di fare la lista alle Regionali. Abbiamo già chiuso un accordo con la Democrazia cristiana in Puglia e faremo quasi sicuramente un patto federativo con un partito nazionale».
Con quale partito?
«Stiamo valutando, ma siamo nel centrodestra senza se e senza ma».
Qual è lo stato di salute del centrodestra in Puglia?
«Dopo vent’anni di governo di centrosinistra, il centrodestra è in una fase di ricostruzione, di ridefinizione. Ma non si parte da zero, vediamo un forte interesse nei confronti del centrodestra pugliese anche come riflesso del lavoro svolto dal governo nazionale che sta ottenendo grandi risultati. Anche in Puglia i coordinatori regionali dei tre principali partiti stanno lasciando la loro impronta. Penso al successo ottenuto al Comune di Lecce. Sono persone legate al territorio, aperte al confronto. Un altro modo di fare politica rispetto alla sinistra».
Un politico o un esponente della società civile per il candidato presidente della Regione?
«Preferirei il profilo di un politico. Ne abbiamo tanti e di qualità e potremmo giocarci le nostre carte anche approfittando della situazione di grande difficoltà per le fratture interne che emergono nel centrosinistra. Basti pensare allo scontro tra Emiliano e Capone. Inoltre sta cambiando la geografia politica delle alleanze, per il tormentato rapporto con le liste civiche. Per non parlare degli attacchi personali nei miei confronti del signor Vendola. Un mix di variabili che confermano le difficoltà del centrosinistra pugliese».
Dal suo punto di vista, la stella di Emiliano si avvia al tramonto?
«Penso che siamo alla fine di una stagione politica e la possibile non candidatura di Emiliano determinerebbe la fuga di una buona parte di elettorato moderato. Sta nascendo una coalizione solo di sinistra-sinistra ed è improbabile che i moderati seguano un’alleanza formata da Vendola, che ha distrutto la Regione Puglia, e da altre formazione estremiste».
Il suo candidato presidente ideale?
«Un politico conosciuto sul territorio. Sottolineo che Bari non esprime un candidato-presidente da anni».
Quali sono ora i suoi rapporti con Emiliano?
«I rapporti personali rimangono perché c’è stima reciproca, ma i rapporti politici non ci sono più da tempo. Poi, a sinistra vedo segnali di cattiveria, di resa dei conti. L’asse politico si sposta sempre più a sinistra, da Vendola al M5S. Non può essere più quella la casa dei moderati».
Lei si candiderà alla Regione?
«C’è una possibilità che possa scendere in campo e darò il mio contributo».
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