C’è chi ha il riscaldamento che non funziona, ma in Italia ci sono anche scuole dove mancano i radiatori nelle aule e i ragazzi sono costretti ad ascoltare le lezioni con coperte e borse dell’acqua calda per combattere il freddo. È quanto sta accadendo da settimane all’istituto “Scopelliti” (ex Larizza) di Reggio Calabria. A denunciare a ilfattoquotidiano.it la situazione è la rappresentante di classe Catia Gattuso che a nome di altri genitori lancia un appello. L’istituto “Scopelliti” da quest’anno – a causa dei famosi accorpamenti – ospita anche alcune classi della secondaria “Collodi” che è andata in soccorso del plesso “Galluppi” risultato inagibile. I ragazzi delle medie, vista l’emergenza, sono stati trasferiti nella nuova sede dove – a differenza del “Collodi” dove c’era un impianto di riscaldamento – non c’è proprio nulla.
Con l’arrivo dell’inverno anche a Reggio Calabria il freddo si è fatto sentire e i ragazzi per poter andare a scuola stanno entrando in classe “armati” di coperte, borse dell’acqua calda o vestendosi a più strati per non patire il gelo. Una situazione che non ha lasciato indifferenti i genitori: “Abbiamo – ci spiega Gattuso – parlato con l’assessore all’Istruzione che si è prodigata per far avere al più presto il metano a quegli edifici dotati di impianto ma per noi non c’è speranza. Serve un intervento strutturale da parte degli uffici dei Lavori Pubblici ma ormai è tardi”. Esclusa anche l’ipotesi di portare in aula qualche termoconvettore elettrico perché la dirigente non li ritiene a norma. “E così – continua Gattuso – non abbiamo soluzioni. Ci hanno informato dal Comune di aver messo in atto un monitoraggio dei riscaldamenti nelle scuole ma è tardi”.
Intanto la rivista specializzata “Tuttoscuola” ha pubblicato i risultati di un sondaggio condotto nei giorni scorsi dal portale Skuola.net, su un campione di mille alunni di medie e superiori. Alla ripresa delle attività didattiche, più di uno su due (53%) ha riportato di temperature basse in aula. E per circa un quarto (24%) la situazione è stata valutata persino peggiore di come l’avevano lasciata a dicembre. A determinare questo quadro, come da tradizione, è stata soprattutto, pare, l’assenza di programmazione da parte degli istituti. Perché una delle motivazioni principali alla base del freddo a scuola, a detta degli studenti, risiede nel fatto che i termosifoni sono rimasti spenti per tutte le feste e che non sono stati accessi nemmeno nei giorni immediatamente precedenti il rientro, per riscaldare un po’ gli ambienti: a mettere ciò in cima alle cause scatenanti del gelo è il 23% degli intervistati.
Non mancano, ovviamente, pure gli storici problemi strutturali. Non a caso il 17% parla di riscaldamenti regolarmente accesi ma anche di infissi che non riescono a trattenere il calore. Mentre il 14% deve fare i conti con un impianto guasto. E il 6% con caloriferi attivi solo per alcune ore, per non far “lavorare” troppo una caldaia in condizioni precarie.
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