“Camera di commercio si impegni per una piena valorizzazione del porto”

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Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Adriano Guadalupi, rappresentante di  Fedespedi (Federazione nazionale delle imprese di spedizioni internazionali), sezione di Brindisi

Nel piano strategico dell’Europa si legge:  “… i porti sono fondamentali per le attività europee di trasporto e per la competitività dell’Europa e dispongono di un potenziale enorme per la creazione di posti di lavoro e investimenti”.  L’Europa, con i suoi 1200 porti commerciali, è una delle regioni del mondo con la più alta densità di porti. 

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L’Italia, con i suoi 8.000 km di coste, vanta una posizione centrale nel Mediterraneo e la sua ‘economia blu’ rappresenta un settore di importanza strategica e di sviluppo, soprattutto per il nostro Mezzogiorno.  La Regione Puglia, con uno sviluppo costiero tra i due mari – Adriatico e Ionio –, è una realtà che ha voglia di impegnarsi per un indirizzo unitario nel perseguire uno sviluppo sostenibile e di crescita marittima.  Lo stesso Piano strategico dell’Europa termina dicendo: “È necessario quindi, aiutare i porti ad ammodernare i servizi forniti, collegare meglio i porti e garantire che siano tutti in grado di offrire il miglior servizio possibile”.

E Brindisi che aspetta? Forse la fine di tutti i ricorsi con cui è stato messo in panchina il porto di Brindisi? Forse si aspetta gli ‘stati generali’, che di particolare non avranno niente, come sempre?  Brindisi chiede agli enti preposti e soprattutto alla locale Camera di Commercio (anche se accorpata a quella di Taranto) una piena valorizzazione delle sue peculiarità marittimo/portuali, rafforzando la logistica, indispensabile per sfruttare la centralità del Porto di Brindisi nel Sistema Portuale del Mare Adriatico, anche alla presenza di uno scenario economico globale in piena trasformazione energetica, digitale e sociale. 

Il porto di Brindisi – con la sua piena caratteristica di essere “polifunzionale” – dovrà mirare allo sviluppo della logistica e dell’intermodalità sostenibile, imprescindibile per il rafforzamento del suo ruolo entro un Sistema Portuale del Mare Adriatico meridionale e dentro una Regione protesa nel Mediterraneo e Porta d’Oriente per una mobilità di merci e/o persone. 

Gli Operatori portuali di Brindisi, con la sua rete autostradale, ferroviaria, con il suo porto, aeroporto e vaste aree retroportuali, invitano tutti gli Entri preposti a superare questa fase di “stallo” riguardo ai pochissimi scali di navi, e considerare tutta la portualità come asset di sviluppo da realizzare e gestire con un approccio che valorizzi l’intero territorio. 

Non si può aspettare la nomina ministeriale del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema, come un “messia” di trasformazione portuale e né partecipare al “toto nomi”.  Anche se auspichiamo, almeno per questa tornata di nomine, necessario scegliere un professionista del nostro territorio capace di esprimere al meglio le potenzialità del nostro porto.  Brindisi si deve svegliare da questo “silenzio” forzato senza sapere a chi giova e per cosa! 

Noi, come Fedespedi, come operatori portuali e spedizionieri da tantissimi anni in questo porto, auspichiamo che nuove infrastrutture portuali che si stanno realizzando nel nostro porto possano essere strumenti di trasformazione in piattaforme logistiche evolute, in termini di capacità e di servizi offerti e ben connesse con altri hub del Mediterraneo. 

Non possiamo stare a guardare solo i numeri significativi di merci e/o persone in aumento nel solo porto e aeroporto di Bari, perché questo danneggerebbe l’intero sistema portuale.  Brindisi ha dimostrato di partecipare ad uno spazio di mercato per il trasporto intermodale e combinato gomma-ferro e gomma-mare di collegamento ai porti del vicino ed estremo Oriente, vista la presenza di consolidate linee marittime “Autostrade del mare”. 

Il porto di Brindisi, da sempre, adotta un modello definito multipurpose; cioè in grado di movimentare ogni tipologia merceologica, dai container ai traffici ro-ro (rotabili e trucks), dalle materie prime (dry bulk) ai prodotti chimici ed energetici (liquid bulk). 

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Ad oggi, tutta questa trasformazione innovativa, tecnologica e sociale in atto, noi operatori del porto di Brindisi la stiamo vivendo sulla nostra pelle con sofferenza e con ansia per la diminuzione operativa del nostro porto e con il rischio di generare una disoccupazione forzata.  Per questo si invita in primis la Camera di Commercio di Brindisi a farsi responsabile di una fattiva promozione delle nostre aspettative e delle difficoltà lavorative che stiamo affrontando verso la ‘primaria’ Camera di Commercio di Taranto ed altri Enti.

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