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Matteo Salvini sarebbe stato “ottimo” al Viminale se non ci fosse stato il processo Open Arms, ma abbiamo un “ottimo” titolare del dicastero dell’Interno che è Matteo Piantedosi. E quindi non si tocca e discorso chiuso
Abbottonatissima su Elon Musk. Super-abbottonatissima su Donald Trump e le sue mire militari sul Canale di Panama, Groenlandia e Canada, oltre sui dazi contro l’Europa. Determinata ad andare avanti sui centri per i migranti illegali in Albania. Chiara su nessun rimpasto di governo e sull’eventuale ritorno di Matteo Salvini al ministero dell’Interno, che sarebbe stato “ottimo” al Viminale se non ci fosse stato il processo Open Arms, ma abbiamo un “ottimo” titolare del dicastero dell’Interno che è Matteo Piantedosi. E quindi non si tocca e discorso chiuso. Anche perché – come risulta ad Affaritaliani.it – il Presidente Sergio Mattarella non vuole assolutamente il ritorno del leader del Carroccio al Viminale. Da segnalare il siluro a Matteo Renzi con la premier che ha affermato che “condivide la norma” contro l’ex premier e leader del Pd che “impedisce di prendere soldi dall’estero”.
Giorgia Meloni nella sua conferenza stampa di inizio anno non si è sbilanciata sui dossier caldi della politica interna e internazionale, se non un attacco alla ingerenze sulle democrazie di George Soros e non di Musk (“non è un pericolo per la democrazia”) e anche di Olaf Scholz. Ma la vera notizia che emerge dalle parole della presidente del Consiglio è che quasi certamente la riforma dell’elezione diretta del presidente del Consiglio, il cosiddetto premierato, slitterà alla prossima legislatura.
“Vorrei arrivare alle prossime elezioni con il premierato approvato, e questo comporta che la legge elettorale, su cui ritengo la competenza sia innanzitutto parlamentare, venga tarata su questo. Se invece la riforma non dovesse arrivare in tempo, allora ci si interrogherà se la legge elettorale attuale sia quella migliore oppure no”, ha detto Meloni.
Le parole della leader di Fratelli d’Italia, decisamente vaghe e non convinte come quando parlava del premierato come della “madre di tutte le riforme” celano la quasi certezza che il premierato verrà rimandato alla prossima legislatura e quindi dopo le elezioni del 2027.
Altra ‘bomba’ politica annunciata da Meloni in conferenza stampa riguarda le elezioni regionali. Ma non su chi sarà il candidato in Veneto, sul quale la premier ha detto che quella di una figura di FdI è un’opzione ma “ne parleremo con gli alleati” (quindi nessuna bandierina anti-Lega), bensì sul fatto che Meloni ha detto chiaramente che “quest’anno ci saranno elezioni in diverse regioni”.
E quindi, di fatto, il capo del governo leva ogni dubbio sul rinvio del voto al 2026, come voleva la Lega, e annuncia implicitamente che la finestra elettorale per le Regionali sarà l’autunno del 2025. Una notizia chiave e fondamentale anche per le opposizioni perché, oltre al Veneto, alle urne andranno anche regioni importanti come la Puglia, la Campania, la Toscana e le Marche.
Meloni ha anche stoppato, di fatto, il terzo mandato, che non riguarda solo Luca Zaia, annuncia che “sul terzo mandato, partendo dalla Campania, c’è un tema di metodo prima ancora della questione di merito. La questione riteniamo sia di competenza dello Stato ed è per questo che nel Consiglio dei ministri di oggi impugneremo la legge regionale“. Un siluro a De Luca che vuole correre per il terzo mandato contro il Pd ma anche un messaggio alla Lega che rivorrebbe Zaia in Veneto, ma la premier ha ammesso che non c’è unità di idee nella maggioranza e ha lasciato aperto il dialogo ma a livello di governo e di Parlamento e non di singole regioni come ha fatto De Luca.
E quindi il fatto che si voti quest’anno dopo l’estate e non il prossimo è una svolta significativa destinata a terremotare non solo la maggioranza ma anche le opposizioni che dovranno trovare accordi (difficili) nelle varie regioni. In sostanza, le due notizie chiave della conferenza stampa della premier è che il premierato slitterà quasi sicuramente alla prossima legislatura e che le elezioni regionali ci saranno in autunno e non nel 2026.
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