Confermata in Cassazione la condanna al dottor Mecozzi

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Canafoglia (Unione Consumatori): ” i problemi di salute vanno affrontati ricorrendo alla medicina tradizionale”

La Corte di Cassazione penale ha confermato la condanna inflitta al dr. Massimiliano Mecozzi dalla Corte di appello di Ancona in merito alla morte del giovane Francesco Bonifazi.


La vicenda risale al maggio 2017 quando Francesco Bonifazi, un bambino di 7 anni moriva per effetto di un’otite curata degenerata in ascesso cerebrale con trattamenti omeopatici su indicazione del dr. Massimiliano Mecozzi.
La Corte di appello infatti riconosceva il dr. Mecozzi responsabile perché interpellato più volte dai familiari del bambino con colpa consistita in negligenza, imprudenza o imperizia sottostimando il quadro clinico che da una otite media acuta si evolveva in un ascesso cerebrale che portava il bambino al decesso.
L’accusa è pesante in quanto dall’istruttoria dibattimentale risultava che il medico non procedeva a visita ortoscopica, ma soprattutto prescriveva una terapia esclusivamente a base di trattamenti omeopatici, omettendo invece di prescrivere le necessarie terapie antibiotiche, come raccomandato dalle Linee guida della Società Italiana di Pediatria e del Ministero della Salute.

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Risultava dall’istruttoria dibattimentale che il dr. Mecozzi prospettava ai genitori del bambino la possibile insorgenza di gravi malattie quali sordità ed il coma epatico come possibile conseguenza della somministrazione di farmaci antibiotici e per tale ragione li esortava a non somministrarli ed addirittura a non condurre il minore in ospedale.

Nel processo si costituivano il nonno del ragazzo, patrocinato dall’avv. Federica Mancinelli e l’Unione Nazionale Consumatori, patrocinata dall’avv. Corrado Canafoglia e supportato dal prof. Matteo Bassetti e dal prof. Enrico Bucci, i quali confermavano che la causa dell’evento nefasto fosse riconducibile alla condotta negligente del medico imputato .

L’Avv. Canafoglia con la collaborazione del Prof. Enrico Bucci svolgeva indagini difensive dalle quali emergeva che il caso del povero Francesco non è isolato, ma già nel 1991 in Nuova Zelanda e nel 2015 in Pennsylvania altri due minori morivano per infezione batterica all’orecchio trattata con l’omeopatia, evento evitabile se fosse stato somministrato un semplice antibiotico.

Purtroppo la medesima vicenda si è verificata nel 2023 a Lecce dove un bambino di 14 mesi è deceduto sempre perché un medico ed i genitori non avrebbero somministrato medicinali antibiotici a favore di quelli omeopatici.

Durante l’istruttoria l’Unione Nazionale Consumatori tramite i proprio legale richiamava il caso Durando – Lallo”, ove due medici omeopati avrebbero indotto una paziente oncologica ad abbandonare la medicina tradizionale per ricorrere a quella alternativa-omeopatica cagionandone la morte e per questo vennero condannati .

“ Tutta la famiglia di Francesco, dopo anni dolorosissimi e difficili, ha oggi visto definitivamente riconosciuta la verità. Si è rivolta a dr. Mecozzi medico regolarmente iscritto all’albo, per garantire a Francesco le migliori cure e mai avrebbero pensato accettato che il dr. Mecozzi lo avrebbe curato disattendendo i dettami della buona prassi medica.Nessuno potrà colmare la loro perdita ma vedere confermata anche in Cassazione la condanna del Mecozzi li porta a sperare che sia di monito in futuro e possa evitar che altri si trovino a vivere una tragedia come la loro“ chiosa l’avv. Federica Mancinelli legale del nonno del bimbo.

“La sentenza della Cassazione pone fine ad un processo particolarmente impegnativo non solo dal punto di vista giudiziario ma anche emotivo, nel quale ci siamo impegnati per fissar chiaro un principio: i problemi di salute vanno affrontati ricorrendo alla medicina tradizionale ed anche quando si volesse ricorrere ai trattamenti omeopatici,come dettano le Linee guida del Ministero della salute, dopo 3 giorni di insuccesso del trattamento omeopatico bisogna ricorrere alla medicina ufficiale. Ciò per evitare che non vi siano più famiglie che piangono i loro cari “ conclude l’avv. Corrado Canafoglia legale dell’Unione Nazionale Consumatori.



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