La ricetta di Domenico Ioppolo per fare orientamento in un mondo che cambia

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Quali strumenti dare alle studentesse e agli studenti per fare una scelta consapevole sul proprio percorso post-diploma? Rispondere a questa domanda è la missione di Campus, società del Gruppo Class Editori, punto di riferimento nel settore dell’orientamento e dell’education. Campus è nota soprattutto per il Salone dello Studente, un evento itinerante, completamente dedicato all’orientamento accademico e professionale, che arriva a coinvolgere fino a 40mila visitatori a edizione. Ne abbiamo parlato con Domenico Ioppolo, amministratore delegato di Campus e direttore del Salone dello Studente, che ci ha raccontato la sua prospettiva sulle sfide da affrontare per la scuola e gli studenti, e sull’importanza degli ITS per il rinnovamento dell’intero sistema educativo italiano.

Cos’è Campus e di cosa si occupa?
Campus è una realtà bellissima, di e per i giovani: l’unico anziano sono io! (Ride, ndr). Organizziamo eventi territoriali in tutta Italia, sia in grandi città come Roma, che in centri più piccoli, entrando in contatto con un totale di circa 400mila ragazzi dell’ultimo anno delle scuole medie e superiori. Al Salone dello Studente, i ragazzi incontrano l’intera gamma delle offerte formative terziarie – le università, gli ITS, le accademie, le scuole di alta formazione – e del mondo del lavoro. Diamo anche la possibilità di partecipare a incontri digitali, tematici e verticali, dedicati a settori come arte, matematica, giurisprudenza, medicina: li chiamiamo “I sentieri delle professioni”. In questi eventi, i ragazzi possono dialogare con dei professionisti che raccontano il proprio percorso. Vogliamo che comprendano quante nuove possibilità esistano oggi nel mercato del lavoro: studiare medicina non significa obbligatoriamente diventare medico, così come studiare giurisprudenza non significa necessariamente fare l’avvocato.

Com’è nato il progetto del Salone dello Studente?
Il Salone dello Studente è nato 35 anni fa, da un’idea di Paolo Panerai (giornalista ed editore, ndr). Quando sono arrivato, aveva perso il suo focus, rischiando di diventare una semplice kermesse giovanile. L’abbiamo riposizionato su temi fondamentali come educazione, formazione, lavoro e orientamento. Abbiamo instaurato collaborazioni con università italiane e straniere, ma anche con ITS e accademie. L’obiettivo era ed è presentare agli studenti una visione completa delle opportunità che li attendono, andando oltre l’offerta universitaria tradizionale.

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Nel 2024, perché è ancora utile per uno studente partecipare a un evento di orientamento in presenza?
Anche se abbiamo sviluppato molti eventi online e stiamo per lanciare un’app dedicata, la dimensione fisica rimane insostituibile. Il digitale può essere uno strumento straordinario per trasferire conoscenze, ma l’esperienza in presenza consente ai ragazzi di confrontarsi, dibattere, lavorare in gruppo. Sono momenti di comunità e crescita personale, che non si possono replicare online.

Come descriverebbe la trasformazione della scuola italiana e il ruolo degli ITS in questo contesto?
La scuola italiana è ancora in una fase di transizione. Per decenni, si è basata su una netta separazione tra cultura e lavoro, retaggio della riforma Gentile del 1923. Oggi questa separazione non ha più senso, ma rimane radicata nella mentalità di molte famiglie e nel sistema scolastico stesso. Gli ITS rappresentano una grande opportunità per superare questa dicotomia. Negli ITS, i docenti sono spesso professionisti, manager e imprenditori: questo consente di integrare il sapere teorico con competenze pratiche, eliminando la falsa opposizione tra lavoro e cultura. Questo è uno dei preconcetti che dobbiamo combattere, insieme all’idea che la formazione scientifica e tecnica sia una cultura “di serie B”, e che la formazione finisca a scuola: la scuola è soltanto un punto di partenza, si deve continuare a studiare, imparare e aggiornarsi per tutta la vita.

Quali sono i principali pregiudizi legati agli ITS e come si possono superare?
Uno dei maggiori pregiudizi è legato al nome stesso degli ITS, spesso confusi con gli ITIS. Abbiamo deciso di affrontare questa ignoranza con strumenti come la nostra guida gratuita agli ITS, distribuita in tutta Italia. Quando racconto gli ITS, parto spesso da quello di Milano, che forma esperti nella selezione di fragranze, i cosiddetti “nasi”: una professione affascinante, ben remunerata, che ti permette di viaggiare ovunque, dalla Costa Azzurra a Marrakech. Ma il problema è che pochi conoscono tutte le opportunità offerte dagli ITS, specialmente al Sud, dove la distanza tra il mondo del lavoro e quello della scuola è ancora più ampia rispetto al Nord.

Che consiglio darebbe a un giovane incerto e indeciso sul futuro?
I ragazzi di oggi sanno che il loro futuro non sarà un futuro facile, ma hanno le skill necessarie per affrontarlo e, soprattutto, la voglia di giocarsela. Prima di tutto, consiglio di fare esperienze all’estero, ma non semplicemente da turisti: andare a lavorare, specialmente se in un ambito distante dal proprio percorso di studi. Poi, imparare l’inglese, e parlarlo correntemente. È fondamentale anche partecipare a progetti associativi, che insegnano il valore della collaborazione e dell’impegno per un obiettivo comune, a prescindere dal profitto.



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