Rinnovabili e nucleare la scelta migliore per la transizione, ma i reattori sono i più cari. Incognita IV generazione. Le Audizioni

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Rinnovabili e nucleare sono la scelta migliore per la transizione energetica. Tuttavia, oggi i reattori a fissione sono la tecnologia più cara su larga scala e i costi della IV generazione sono ancora sconosciuti. Chi c’era e cosa si è detto durante le audizioni alla Camera sul nucleare

Rinnovabili e nucleare sono il mix energetico migliore per realizzare la transizione e assicurare competitività e sicurezza energetica al Paese. Tuttavia, attualmente il nucleare è la tecnologia più cara su larga scala e ci sono ancora diverse incognite riguardo i tempi di realizzazione dei reattori, spesso in ritardo sulla tabella di marcia, e i costi delle soluzioni di IV generazione. È quanto emerso nel corso delle audizioni presso le Commissioni Ambiente (VIII) e Attività Produttive della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.

NUCLEARE, IL PROBLEMA DI COSTI E TEMPI

Il nucleare è la tecnologia più cara in assoluto su larga scala e non abbiamo assolutamente idea di quanto costeranno i reattori di IV generazione. È l’allarme lanciato da Matteo Di Castelnuovo, rappresentante dell’Associazione italiana economisti dell’energia, sulle ormai celebri tecnologie.

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“In Europa ci sono due impianti completati e uno in costruzione, a parte quelli in Slovacchia. L’impianto entrato in funzione poco fa è di terza generazione, ha richiesto 14 anni in più per essere realizzato rispetto al previsto, il costo è stato 11 miliardi di euro, 3 volte rispetto al budget iniziale. L’impianto di Flamanville ha richiesto 17 anni di costruzione, 12 in ritardo e un costo di 13 miliardi di euro, 4 volte superiore al budget iniziale. L’impianto del Regno Unito in costruzione entrerà in funzione nel 2031, con un costo di 46 miliardi di sterline”, ha sottolineato Di Castelnuovo.

NUCLEARE E RINNOVABILI ALLEATI PER TRANSIZIONE, COMPETITIVITA’ E SICUREZZA ENERGETICA

Rinnovabili e nucleare sono il mix migliore per portare a termine la transizione energetica e per assicurare competitività e sicurezza energetica al Paese, secondo Massimo Beccarello, professore presso l’Università Bicocca di Milano.

“Il Pniec può mettere insieme le diverse opinioni e trattarle in modo tecnico per raggiungere gli obiettivi. Serve una condivisione bipartisan per una visione strategica stabile per dare un quadro certo e garantire gli investimenti. Stiamo sprecando soldi per lungaggini e perché spesso gli obiettivi non sono condivisi dalle Regioni” ha affermato Beccarello.

“Siamo a un punto di svolta, servono costi bassi per assicurare la competitività dell’industria raggiungendo le emissioni 0 e ridurre l’impatto ambientale. Crisi in Ucraina e corsa a AI hanno mostrato la necessità di fonti che garantiscono competitività. Al 2026 si aggiungerebbero 1000 TWh di domanda per data centre. Il nucleare di quarta generazione è un’alternativa alle rinnovabili. I piccoli reattori nucleari sono ideali per i comparti energivori, offrendo competitività e stabilità dei costi. Un approccio pragmatico di neutralità mostra che rinnovabili e nucleare sono due fonti complementari. I piccoli reattori assicurano sicurezza grazie al sistema di raffreddamento a piombo liquido. Inoltre, permettono di utilizzare i rifiuti da combustibile esausto per produrre energia. Roma potrebbe essere alimentata con 5 reattori. Lavoriamo con Fincantieri e Rina, Miretech per la chimica verde e Saipem per le piattaforme offshore. Appena possibile, quando ci sarà un’Autorità, faremo domanda per nuovi reattori e avremo partner industriali con noi”, ha affermato Stefano Buono, ad di Newcleo.

IL RUOLO DI INFORMAZIONE E RICERCA

L’informazione ha un ruolo fondamentale per sfatare il tabù del nucleare, secondo Vicenzo Pepe, Presidente di FareAmbiente. Attualmente, però, ci sarebbe “uno scollamento tra la narrativa e la ricerca scientifica”.

“Bisogna avviare un’informazione corretta per avere una conoscenza completa ed obiettiva. Le tecnologie di nuove generazione hanno ridotto drasticamente le scorie. L’inquinamento da fonti fossili continua a causare oltre 8 milioni di morti premature all’anno nel mondo. Bisogna superare l’illusione dell’assenza totale di rischi. Le fonti fossili sono molto più rischiose rispetto al nucleare. Appare improcrastinabile l’avvio di una discussione nell’opinione pubblica basata su evidenze scientifiche”, ha aggiunto Pepe.

Un altro tasto dolente è la ricerca, secondo il presidente dell’associazione ambientalista.

“Abbiamo investito poco in ricerca in questi anni, elemento fondamentale per non essere succubi degli altri Paesi dal punto di vista energetico”, ha sottolineato Pepe.

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