Aliquota IRES premiale al 20%, ma solo per aziende virtuose – Coscienza Sociale

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di Arturo Denza*

(articolo apparso il 3 gennaio 2025 su: www.quasimezzogiorno.it e www.2020revisione.it)

La Legge di Bilancio 2025 introduce una misura fiscale particolarmente interessante: la riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20%. Tuttavia, tale beneficio non è accessibile a tutte le imprese, ma esclusivamente a quelle che rispettano un rigoroso insieme di condizioni volte a premiare la virtuosità aziendale, con un chiaro focus su investimenti produttivi e incremento occupazionale.

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Chi è escluso dall’agevolazione

L’aliquota ridotta non si applica:

  • Alle società in liquidazione ordinaria o soggette a procedure concorsuali;
  • Ai soggetti IRES che adottano regimi forfettari per la determinazione del reddito;
  • Alle imprese che hanno chiuso il bilancio 2023 in perdita.

Le condizioni per accedere all’agevolazione

Per beneficiare dell’aliquota ridotta al 20%, le imprese devono rispettare una serie di requisiti stringenti, delineati con chiarezza nei commi 436-444 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2025​.

  1. Accantonamento degli utili:
    • Almeno l’80% degli utili relativi all’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 deve essere accantonato in una riserva dedicata.
    • L’agevolazione non è riconosciuta se l’utile 2024 è distribuito anziché accantonato nella misura prevista.
  2. Investimenti mirati:
    • Almeno il 30% degli utili accantonati (e comunque non meno del 24% degli utili relativi al 2023) deve essere destinato a investimenti in beni strumentali nuovi.
    • Tali beni devono essere conformi agli Allegati A e B della Legge 232/2016 (beni 4.0) e all’articolo 38 del D.L. 19/2024 (beni 5.0).
    • Gli investimenti devono essere effettuati tra il 1° gennaio 2025 e la scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta successivo (presumibilmente modello REDDITI 2026).
  3. Blocco dei beni acquistati:
    • I beni oggetto degli investimenti devono essere mantenuti per almeno cinque anni e non possono essere ceduti, dismessi o destinati a strutture produttive all’estero entro tale periodo.
  4. Investimento minimo:
    • L’investimento non può essere inferiore a 20.000 euro.
  5. Occupazione stabile:
    • Il numero delle unità lavorative annue (ULA) nel 2025 deve essere pari o superiore alla media del triennio 2022-2024.
    • È richiesto un incremento occupazionale con contratti a tempo indeterminato di almeno l’1% rispetto al numero medio dei lavoratori permanenti nel 2024 (e comunque non inferiore a un’unità lavorativa).
  6. No alla CIG:
    • L’impresa non deve aver fatto ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) nel 2024 o nel 2025, fatta eccezione per i casi previsti dall’articolo 11, comma 1, lettera a) del D.Lgs. 148/2015.

Un vincolo importante: la distribuzione degli utili

Se gli utili accantonati vengono distribuiti entro il secondo esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024 (quindi entro il 31 dicembre 2026), l’agevolazione fiscale sarà revocata, con conseguente recupero del beneficio.

Inoltre, l’agevolazione decade nel caso in cui i beni oggetto di investimento siano ceduti, dismessi o destinati all’estero entro il quinto anno successivo all’investimento.

Obiettivi della Misura

Microcredito

per le aziende

 

La misura dell’IRES premiale si inserisce in un quadro più ampio di promozione della transizione digitale e sostenibile delle imprese italiane. Gli obiettivi principali includono:

  • Stimolare gli investimenti tecnologici nei beni 4.0 e 5.0;
  • Promuovere l’occupazione stabile con contratti a tempo indeterminato;
  • Migliorare la competitività delle imprese italiane nei mercati globali.

Questa misura si configura come uno strumento strategico per orientare gli investimenti verso settori innovativi e garantire una crescita sostenibile del tessuto industriale italiano.

Una contraddizione evidente

Nonostante l’intento della misura sia chiaro, emerge una contraddizione nella politica fiscale delineata dalla stessa Legge di Bilancio: mentre si incentivano gli investimenti nei beni 4.0 e 5.0 con l’aliquota IRES ridotta, si assiste a una stretta contestuale sui crediti d’imposta per gli stessi investimenti. Questo dualismo potrebbe disincentivare le aziende meno strutturate dall’accedere al beneficio.

La riduzione dell’IRES al 20% rappresenta comunque un’opportunità significativa per le imprese italiane che intendono investire in tecnologie avanzate e aumentare l’occupazione stabile. Tuttavia, il beneficio rimane riservato a una platea ristretta di aziende virtuose, capaci di navigare con successo un quadro normativo complesso e di rispettare gli stringenti requisiti imposti dal legislatore.

Questa misura, pur ambiziosa, richiede un’attenta pianificazione strategica e finanziaria per poter essere realmente efficace e accessibile.

*Dottore Commercialista, Revisore legale dei conti. Esperto di nuove iniziative imprenditoriali ed incentivi-agevolazioni per le imprese.

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