Terzo Settore, nuovo regime IVA dal 2026

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di Oliviero Casale, membro del CTS Terzo Settore di Conflavoro

Nel recente Decreto Legge 27 dicembre 2024, n. 202 (c.d. Decreto Milleproroghe: leggi qui le novità per imprese e lavoro), è stato introdotto un tema cruciale per il Terzo Settore: la razionalizzazione della disciplina dell’imposta sul valore aggiunto. In particolare, l’articolo 3, comma 10, del decreto prevede il rinvio dell’applicazione delle relative disposizioni al 1° gennaio 2026, posticipando una riforma attesa da tempo.

Il contesto normativo

La necessità di razionalizzare la disciplina IVA per gli enti del Terzo Settore era stata inizialmente prevista dall’articolo 7 della legge 9 agosto 2023, n. 111. Questa iniziativa mirava ad armonizzare il trattamento fiscale degli enti, semplificare le norme vigenti e garantire maggiore coerenza con il ruolo sociale che tali enti svolgono. Lo scopo è promuovere efficienza amministrativa, ridurre i rischi di interpretazioni ambigue e offrire maggiore stabilità normativa.

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Il rinvio, secondo quanto stabilito dal decreto, è motivato dall’esigenza di fornire un ulteriore periodo di preparazione normativa e operativa, evitando così impatti improvvisi su un settore che già affronta numerose sfide economiche e gestionali.

La norma nel dettaglio

Il testo dell’articolo 3, comma 10, specifica:

“In attesa della razionalizzazione della disciplina dell’imposta sul valore aggiunto per gli enti del Terzo Settore, in attuazione dell’articolo 7 della legge 9 agosto 2023, n. 111, le disposizioni di cui al comma 15-quater dell’articolo 5 del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, si applicano a decorrere dal 1° gennaio 2026.”

Questo significa che, fino a tale data, continueranno a essere applicate le regole fiscali attualmente in vigore.

Implicazioni per il Terzo Settore

Il rinvio della razionalizzazione dell’IVA comporta una serie di implicazioni per gli enti del Terzo Settore:

  • Maggior tempo per l’adeguamento normativo: Gli enti avranno la possibilità di prepararsi con maggiore calma alle nuove disposizioni, una misura particolarmente utile per organizzazioni che dispongono di risorse limitate.
  • Incertezza regolatoria: Il posticipo potrebbe generare dubbi tra gli operatori del settore, che non conoscono ancora i dettagli precisi della futura disciplina IVA.
  • Continuazione dell’attuale regime fiscale: Sebbene le regole attuali rimangano in vigore, eventuali criticità o lacune normative non verranno risolte nell’immediato.

 

Un invito alla preparazione

Nonostante il rinvio, è cruciale che gli enti del Terzo Settore adottino da subito un approccio proattivo per adeguarsi alle nuove disposizioni. Questo periodo di proroga rappresenta un’opportunità unica per:

  • Analizzare le proprie procedure fiscali per individuare eventuali aree di miglioramento e criticità;
  • Acquisire le competenze necessarie, partecipando a corsi di formazione e seminari dedicati alla nuova disciplina;
  • Contribuire al dibattito normativo, presentando osservazioni e proposte che possano influenzare positivamente la normativa futura.

 

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Un ritardo nella preparazione rischierebbe di tradursi in difficoltà operative al momento dell’entrata in vigore delle nuove regole. La razionalizzazione dell’IVA non è solo un passaggio tecnico, ma rappresenta un tassello fondamentale per garantire maggiore trasparenza fiscale, sostenibilità economica e un ambiente normativo più stabile.

Conclusioni

Il rinvio della razionalizzazione dell’IVA per il Terzo Settore riflette la complessità di una riforma che deve bilanciare esigenze di trasparenza fiscale, sostenibilità economica per gli enti coinvolti e coerenza normativa. Pur rappresentando un sollievo temporaneo, questa proroga sottolinea la necessità di una soluzione strutturale e definitiva.

Solo attraverso un approccio sistemico e a lungo termine sarà possibile sostenere il ruolo cruciale del Terzo Settore nella promozione del benessere sociale e della coesione comunitaria. Inoltre, è importante riconoscere che le organizzazioni del Terzo Settore rappresentano attori attivi per l’antifragilità del sistema sociale italiano, contribuendo a trasformare le sfide in opportunità e rafforzando la capacità del Paese di affrontare cambiamenti e crisi in modo resiliente e innovativo. Il CtS di Conflavoro PMI seguirà con attenzione l’evolversi della normativa, proponendo contributi affinché essa diventi sempre più migliorativa per il Terzo Settore.





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