Matthew Benham, chi è e cosa fa il proprietario del Brentford

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Un giocatore d’azzardo alla guida di una delle realtà più intriganti del calcio inglese: non è Tony Bloom con il suo Brighton ma Matthew Benham, il proprietario del Brentford. La storica squadra di West London, fondata nel lontano 1889, è tornata in Premier League nel 2021 (per la prima volta dal 1947) e ad ogni stagione non smette di sorprendere. Dietro la filosofia delle Bees (le api) c’è una programmazione data-driven in cui i numeri e l’organizzazione societaria vengono sempre prima di tutto.

 

Chi è Matthew Benham, il proprietario del Brentford

Classe 1968, Benham cresce in una famiglia di amanti del cricket e la passione per la matematica lo porta a laurearsi in fisica all’Università di Oxford nel 1989. Subito dopo gli studi molla la ricerca e lavora per più di dieci anni in finanza: hedge fund manager nella City, trader di derivati per Deutsche Bank, vicepresidente di Bank of America. Una professione che lascia quando lo sport e le scommesse hanno la meglio.

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Benham entra nella gambling industry nel 2001. Comincia con l’agenzia di betting Premier Bet, ingaggiato proprio da Bloom: applica il metodo statistico ideato da Stuart Coles e Mark Dixon alla Lancaster University e sbanca il mercato asiatico. Con i soldi accumulati si mette in proprio e nel 2004 fonda Smartodds, società di consulenza specializzata in ricerche e analisi quantitative e qualitative su eventi sportivi in tutto il mondo.

Smartodds è la svolta definitiva nella carriera di Benham, che diventa uno dei player più importanti del gambling professionistico. Nel 2011, insieme al gruppo di investitori del trust Triplebet Limited, diventa proprietario di Matchbook, l’exchange di scommesse e il casinò online che rivolgendosi sia ai principianti che ai giocatori esperti, si afferma subito come una delle piattaforme più importanti e affidabili del Regno Unito.

 

Da quanto tempo gravita nel calcio

In un primo momento, quando il proprietario del Brentford è ancora l’allenatore e businessman Ron Noades, Benham figura come mystery investor: una fase che dura dal 2005 al 2011. È nel giugno 2012 che l’ex broker esce allo scoperto e diventa il proprietario del club. Ora la gestione diretta del club è affidata al chairman Cliff Crown, ex presidente del Midtjylland che lascia il club danese in seguito alla vendita della quota del club detenuta da Benham ad Anders Holch Povlsen.

Il Midtjylland è proprio la costola danese del Brentford. Nel 2014 Benham espande le proprie mire sulla Superligaen, divenendo con circa 10 milioni azionista di maggioranza della squadra di Herning nata nel 1999 dalla fusione tra l’Ikast e l’Herning Fremad. Nei suoi dieci anni di gestione, Benham incontra il consulente Rasmus Ankersen, il fondatore di Sport Republic (l’attuale proprietà del Southampton) con Dragan Šolak e Henrik Kraft, e porta il Midtjylland a vincere quattro campionati e due coppe nazionali e a qualificarsi regolarmente per le competizioni europee.

 

Dalla finanza alle scommesse: il suo patrimonio

Persona riservata che concede poche interviste e parla ancor meno del suo privato, Matthew Benham ha un patrimonio che GiveMeSport (GMS) stima in 216,3 milioni di sterline. Nel 2023 il suo club registra un fatturato record di 166,5 milioni e un aumento dei trasferimenti e degli stipendi. Non solo: Benham si dichiara aperto all’ingresso di nuovi partner tanto che alcuni investitori statunitensi sarebbero interessati ad acquistare una partecipazione nella società, valutata più di 400 milioni di sterline.

L’ex vicepresidente di Bank of America si sta disimpegnando dal Midtjylland per concentrare tutte le sue energie sul Brentford. Nel 2023 vede infatti le sue quote (per una cifra non precisata) alla Heartland di Anders Holch Povlsen, l’amministratore delegato della catena di abbigliamento Bestseller, maggiore azionista di Asos e uno degli uomini d’affari più ricchi di Danimarca con un patrimonio netto che Forbes stima in 7,1 miliardi di dollari. Con questa operazione, il club danese è al 95,5% di Povlsen.

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Quanto ha investito nelle Bees

Il Brentford è la squadra per cui Matthew Benham tifa sin da quando è bambino: la prima partita delle Bees che vede allo stadio risale al 1979, quando ha 11 anni. Nel 2005 il club naviga in cattive acque: è sull’orlo del fallimento. Il manager tifoso decide di intervenire e salvare il suo club del cuore dalla bancarotta. Inizialmente come “investitore fantasma”: nel 2007, quando è ancora Noades il proprietario, mette sul piatto quasi 3 milioni di sterline per rilevare i prestiti della società, accettando la condizione di tenerli senza interessi per cinque anni e inserendo in contratto l’opzione di diventare proprietario qualora non fosse stato ripagato.

Nel 2009 inietta nelle casse 1 milione di sterline all’anno per cinque anni, in cambio di azioni privilegiate del club. Il pieno controllo con l’acquisizione della maggioranza delle quote (il 60%) arriva nel 2012, quando Benham è a capo di Bees United (un trust di supporter biancorossi) per l’operazione che sancisce il suo controllo definitivo sulla società. Complessivamente l’ex trader spende oltre 100 milioni di sterline in poco più di dieci anni per migliorare la rosa, lo staff sportivo e dirigenziale e le strutture, aumentando di anno in anno il fatturato.

È targata Benham la costruzione del nuovo stadio che sostituisce lo storico ma malandato Griffin Park. Nel 2020 nasce il Gtech Community Stadium: un gioiello da 17.250 posti a sedere safe-standing (per rendere la visione delle partite ancora più coinvolgente in piena sicurezza), frutto di una partnership significativa con Barratt Homes, affidato ai progettisti di AFL Architects e costato 71 milioni di sterline. Un impianto all’avanguardia (lo stadio si inserisce in un piano più ampio di rigenerazione dell’area di Kew Bridge) che rispecchia il modello sostenibile del club.

 

I risultati sportivi sotto la sua gestione

Tifoso da sempre, Benham è nel Brentford dal 2005, ma ufficialmente dal 2012 come proprietario unico. Grazie alla collaborazione con Ankersen, il manager imposta una gestione basata sui numeri. I due sono appassionati di pronostici e data analysis e applicano le statistiche al mondo del calcio: per scegliere gli allenatori e acquistare e cedere calciatori, lavorano sui KPI (Key Performance Indicators), gli indicatori chiave di prestazione. È il metodo Moneyball messo a punto dal manager Billy Beane con gli Oakland Athletics.

Nel 2012 il Brentford è in Football League One (la terza divisione) e perde la finale play-off contro lo Yeovil Town. La promozione in Championship arriva nella stagione successiva, quando la squadra allenata da Mark Warburton (subentrato al tedesco Uwe Rösler) chiude il campionato al secondo posto. Nel Purgatorio della B inglese le Bees ci rimangono sette stagioni, con sconfitte cocenti come quella con il Middlesbrough nella semifinale play-off del 2015 e il 2-1 ai supplementari contro il Fulham nella finale del 2020.

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La promozione in Premier League è datata 29 maggio 2021: terzo in regular season, il Brentford batte 2-0 in finale lo Swansea e vola nel massimo campionato. Da allora gioca tre stagioni consecutive in Premier (il miglior risultato è il nono posto del 2022-2023) e acquisisce un’identità ben definita e riconoscibile grazie al danese Thomas Frank. L’ex allenatore delle giovanili della Danimarca e del Brøndby, assunto prima come vice dell’head coach Dean Smith e poi come manager a partire dal 2018, pratica un gioco verticale, dal possesso palla prolungato (ma mai ossessivo) e dal pressing feroce, che esalta le caratteristiche di calciatori come il centrocampista Mathias Jensen, l’ala Bryan Mbeumo e l’attaccante Yoane Wissa. Oggi il valore della rosa del Brentford supera i 335 milioni di sterline, a fronte di un monte ingaggi di appena 41 milioni.





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