650 gli alberi a rischio in città. In via Platino arrivano i vigili

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GROSSETO. Sono arrivati gli agenti di polizia municipale, nel parco fra via Platino e via Argento, per consentire alla ditta incaricata dal Comune di Grosseto di proseguire il lavoro di taglio dei pini a rischio stabilità e, in qualche caso, di sfoltimento delle chiome di quelli meno a rischio.

I vigili sono stati chiamati per due motivi. Prima di tutto perché nonostante gli avvisi piazzati da venerdì, quasi nessuno aveva spostato le auto. E poi perché un gruppo di ambientalisti, con in testa Matteo Della Negra, è arrivato sul posto per chiedere spiegazioni. E per avere copia della relazione redatta da un agronomo, il dottor Gabriele Parvi di Arezzo, sullo stato di salute del patrimonio arboreo cittadino.

Sul posto presente anche il geologo Stefano Spallone, responsabile della manutenzione del verde pubblico del Comune di Grosseto.

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 «A nostro avviso – dice Della Negra – in qualche caso i lavori non sono fatti nel modo corretto. Siamo i primi a dire che una pianta che davvero rischia di cadere vada tagliata. Ma, per esempio, non pensiamo che lo sfoltimento delle chiome sia un’operazione corretta. Perché le radici, nel tempo, si adeguano e l’albero perde stabilità».

In ogni caso gli ambientalisti hanno fatto un accesso agli atti del Comune, per avere copia della relazione.

Sono circa 16mila le piante in ambito urbano a Grosseto. Su 650 di queste è stato commissionato al dottor Parvi una Vta (Visual Tree Assessment – valutazione visiva dell’albero su basi biomeccaniche; in acronimo, appunto Vta). Al momento ne sono state effettuate circa 230. E su alcune piante è stato necessario un approfondimento, per assegnare una classe di stabilità.

Perché in base alla classe di stabilità viene deciso se una pianta deve essere abbattuta o meno. Fra via Platino e via Argento quelle a rischio, oltre alle 4 già tagliate, sono 6. Ma altri tagli sono in programma in via Emilia e in via Ferrucci e non solo. Dipenderà anche dalle risorse del Comune per fare i lavori.

LE FOTO

Le classi di stabilità, vanno abbattute le piante in classe D

Il protocollo sulla valutazione di stabilità degli alberi è stato redatto dal gruppo di lavoro sulla stabilità degli alberi della Società Italiana di Arboricoltura.

Classe A – Trascurabile – Gli alberi  non manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ridotto.

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Classe B – Bassa – Gli alberi  manifestano segni, sintomi o difetti lievi, riscontrabili con il controllo visivo ed a giudizio del tecnico con indagini strumentali, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero non si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a tre anni.

Classe C – Moderata – Gli alberi  manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a due anni. Il tecnico incaricato può progettare un insieme di interventi colturali finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità.

Classe C/D – Elevata – Gli alberi  manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali.* Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia drasticamente ridotto. Per questi soggetti, il tecnico incaricato deve assolutamente indicare dettagliatamente un’insieme di interventi colturali. Tali interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con le buone pratiche arboricolturali. 

Classe D – Estrema – Gli alberi manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali.  Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute.

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  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità.
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