Cari Lettori, mi vorrei soffermare sulla mai digerita Questione Giovanile lucana e sui timidi tentativi del Presidente del Consiglio regionale Pittella impegnato a modificare la obsoleta normativa sul “Ruolo delle Nuove Generazioni” ferma a ventiquattro anni fa. La Potenza delle Opportunità giovanili che si accinge a porre in essere un ulteriore Focus nei prossimi giorni la esaminerò compiutamente nel prosieguo dell’articolo. Vanto una discreta esperienza sul e nel campo e ho sempre diffidato delle progettualità paracadutate dall’esterno. Ho garantito come ex responsabile P. O. “ Politiche Giovanili e dello Sport” della Regione Basilicata la presenza di altri lidi solo a Progetti suffragati da Pari Opportunità e in serio Regime di Partenariato. A tal proposito da secoli Noi lucani abbiamo un grave difetto . Abbiamo abbracciato tristemente e infelicemente il “Ritratto di Scipione” di Leonardo Sinisgalli. La nostra sudditanza e la nostra soggezione verso il cosiddetto ”forestiero” è sempre stato un nostro limite e una sorta di sciagurato male atavico. Crediamo da perfetti ingenui sulla buona fede di tanti “stranieri”, millantatori di professione. Il “Nemo propheta in patria” è una peculiarità tutta lucana. Tanti sono i giovani Talenti che hanno scelto la fuga e il “non ritorno”. Mai si è ipotizzato un “Percorso di Ritorno” alla Vendola, per i giovani ricercatori lucani nonostante il finanziamento di migliaia di Borse di Studio, Master e Specializzazioni post-laurea che il più delle volte hanno riguardato i soli figli della cosiddetta “borghesia” potentina. Il timido tentativo posto in essere dalla Regione Puglia non è mai stato imitato. Il “Caso Basilicata” degli anni ottanta e novanta dello scorso secolo lo abbiamo ignobilmente rimosso e confinato in una polverosa soffitta. La Basilicata, prima regione meridionale per capacità progettuale e di spesa dei Fondi europei è un mero e flebile ricordo. Siamo stati antesignani sulle politiche giovanili , primi in Italia fin dal lontano 1985. Peccato che queste stupende performance non abbiano mai goduto di una seria e proficua continuità. Siamo la Regione delle Buone Pratiche e siamo i fuoriclasse delle Incompiute. Qualche tempo fa tra il serio e il faceto seguii l’intervista di Massimo Brancati al dirigente Shell Marsili sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Un’intervista sul Progetto Giovani Shell, meglio conosciuto come Inventagiovani Shell. Un Programma ambizioso con mille partecipanti. Peccato che la Mega Montagna Shell abbia partorito solo quattro start-up “monodirezionali” a zero impatto occupazionale. Un’ intervista caratterizzata da troppo millantato credito e da troppe presunte progettualità. Progettualità e buone intenzioni che si sono infrante nel volersi gonfiare ad unici promoter dell’investimento sociale sulle nuove generazioni in Basilicata, ignorando con un po’ di disonestà intellettuale il percorso virtuoso vissuto dal Pianeta Giovani della Regione Basilicata, dalla l. r. 32/85 alla L. R. n.11/00, dal Forum Regionale dei Giovani al Piano Biennale per le Politiche Giovanili con Menzione Speciale “Forum P. A.” 2002. Dobbiamo ripetere, fino alla noia, al dr. Marsili, agli amministratori regionali odierni, chini e supini, e a tutti i dirigenti delle varie Fondazioni di natura petrolifera che la Regione Basilicata è stata tra le prime in Italia ad aver introdotto una seria progettualità mirata alla formazione e allo sviluppo del sistema imprenditoriale dei giovani lucani. Caro Marsili la Mafia più pericolosa è la Mafia delle parole, fiumi di parole, senza costrutto. Nel romanzo “Il Lastrico dell’inferno” di Damon Knight le buone intenzioni non bastano se sono caratterizzate da assurdo verticismo senza alcuna condivisione con il territorio e da determinate forme di controllo sociale come quello posto in essere da Shell/Total ed ENI. Come sosteneva il grande sceneggiatore Tonino Guerra : “Non c’è futuro se non c’è rispetto per il passato”. Fu proprio la Gazzetta del Mezzogiorno nel lontano 1986 a dedicare uno stupendo reportage sul Progetto Archimede “lucano/umbro” sulle nuove imprese giovanili nate dall’intervento di cui trattasi. Il Passato, caro Marsili, prende le mosse dalla prima legge regionale che istituiva il sistema dell’imprenditoria giovanile in Basilicata, la già citata Legge regionale n. 32 del 1985 che anticipava perfino la Legge nazionale, la famosa “De Vito” n. 44/86. Per queste ragioni è d’obbligo e onesto intellettualmente conoscere il passato e le buone pratiche che si sono incrementate e moltiplicate in ambito regionale fino a creare oltre duecento progetti di cooperazione giovanile nel campo del tessile abbigliamento, dell’artigianato, dell’agricoltura , dell’enogastronomia e dei servizi sociali con un impatto occupazionale che superava le cinquemila unità. Non vanno dimenticati i vari progetti P.A.D./UE (Progetti di Accesso Diretto) dall’Archimede (in partenariato con la Regione Umbria, già citato) ai Progetti Informagiovani con il Ministero degli Interni diretti dal Prof. Romano Solbiati, dai Progetti sull’Infanzia con il CNITE/ISPES del Prof. Dossoni agli Agenti di Sviluppo con l’IRFEDI , istituto di ricerca e formazione diretto dal Prof. Raffaele Telesca con il supporto di Aldo Bonomi, Sociologo e fondatore del Consorzio Aaster di Bologna. Un Consorzio di successo nato come prosecuzione e consolidamento dell’esperienza lucana dell’Associazione “Agenti di Sviluppo” per il Territorio . Un’Associazione, caro Marsili , che si era proposta come veicolo di promozione della figura professionale dell’Agente di Sviluppo territoriale, all’epoca assunta quale riferimento delle politiche di sviluppo locale in ambito UE. Senza dimenticare i Progetti di Formazione Professionale finalizzati all’occupazione concreta presso le Aziende Artigiane e le PMI (è noto il Percorso vincente del Progetto Artigianato con oltre duemila assunti e novecento aziende coinvolte ai sensi della L. 863/84, riconosciuto e finanziato interamente dal FSE e dal Ministero del Lavoro). Caro Marsili e cari Manager petroliferi, cari Amministratori regionali odierni, chini e supini, devo ricordarvi un virtuoso approccio sistemico caratterizzato dai “Patti Territoriali per lo sviluppo” con il CNEL sotto la superba Presidenza di Giuseppe De Rita (1990), dalle belle “Missioni di sviluppo” con Carlo Borgomeo nell’ambito della legge 44/86 dell’imprenditoria giovanile e, soprattutto, dall’incrocio con le stupende e straordinarie esperienze progettuali vissute con successo con la Società Euronet di Antonino Imbesi, grazie agli stupendi seminari europei svolti in Svezia dall’intrigante Tema : “Democrazia e Partecipazione” cadute in disuso grazie alla mediocrazia imperante della politica politicante odierna. Caro Marsili non siamo all’anno zero, come Lei ha potuto constatare, purtroppo, dobbiamo, obtorto collo, convivere con una ottusità politica senza precedenti, senza alcuna visione del futuro, tra ignavia e miopia . Una miopia che ha interrotto bruscamente queste stupende iniziative di intuito, di intelligenza, di lungimiranza e di successo per sostituirle con una desueta, noiosa e spregiudicata clientela, un nepotismo spudorato, un ammainabandiera al merito e uno stucchevole “carpe diem “ ridotto a mera gestione dell’orripilante e rassegnato “vivere” lucano. Si sono ridimensionate le belle progettualità dei Giganti del Passato, dagli Schemi Idrici alle “Californie del Sud”, dai Distretti enogastronomici ai Conservifici, dai Poli Artigianali della Carta Paglia agli Zuccherifici, dal Salotto alla SATA/FCA/Stellantis, la fabbrica più produttiva al mondo, fino al 2014. Transeat sulle omissioni e sui DELIRI di oggi. Viviamo tra spaventose crisi idriche e spaventose crisi occupazionali. Si moltiplicano a dismisura i Tavoli e le vertenze dovute a chiusure selvagge e delocalizzazioni ingiustificate. Siamo costretti a convivere con nani e ballerine e siamo costernati di fronte a tanta incapacità di gestione progettuale e di spesa condita pure dagli ultimi posti nelle classifiche dei Fondi FERS, FEOAG e FSE. Incapacità gestionale, foriera di brutali esternalizzazioni che deresponsabilizzano totalmente il personale regionale . Sono tutte mere illusioni spacciate come nuovo management e nuova imprenditoria per le nuove generazioni, caro Marsili. Ci sono risultati concreti e pregnanti o il risultato prodotto sono le sole quattro start-up? Nel frattempo si affaccia nel firmamento politico lucano il tanto sbandierato Progetto : “Potenza -Città dei Giovani” la Potenza delle Opportunità, felice solo nello slogan , che ha già debuttato con una malinconica passerella di artisti e di opinion leader che hanno goduto di incontri molto “fortunati” supportati da tanta buona enogastronomia lucana. Incontri “fortunati” di certo non più ripetibili e da non annoverare come “best practices”. Il vero pedagogismo sociale di un “Progetto Giovani” richiede altre formule, altre proposte e altri percorsi. Spero tanto di essere smentito dal e nel prosieguo delle attività.
*sociologo e saggista
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