Dalla pandemia alla rivoluzione industriale: Cerichem per la rinascita dell’interporto di Cerignola

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Nel quartier generale della Cerichem Biopharm, alle porte di Cerignola, ogni riferimento all’emergenza Covid è da considerarsi un’esperienza alquanto fortunata, nonostante tutti i lutti e le tragedie che la pandemia ha comportato. Tuttavia si deve proprio al Covid la rinascita dell’interporto mai utilizzato dall’imprenditoria locale, monumento allo spreco di denaro pubblico per oltre vent’anni. Fino a quando l’imprenditore cerignolano Luigi Caiaffa (smaltimento di rifiuti ospedalieri) non ha deciso di rompere gli indugi e, spinto dalla produzione di disinfettanti che a quel tempo incalzava, concluse ai primi del 2023 l’operazione interporto rilevando dal curatore fallimentare l’intero parco industriale a due passi dal casello di Cerignola Est sull’A14.

Ricapitoliamo allora cosa è avvenuto negli ultimi anni post-Covid (2020 e seguenti) partendo dai numeri di mercato. La Cerichem, entrata in produzione nel 2014, durante gli anni della pandemia ha visto schizzare il fatturato da 500mila a 6 milioni di euro. La produzione di gel disinfettante per le mani distribuita ancor oggi nelle scuole di sei regioni italiane, ha permesso alla società cerignolana di consolidare il mercato e di gettare le basi per nuovi investimenti come vedremo. Oggi Cerichem Biopharm è un’azienda strutturata su 50 dipendenti (fra diretti e indiretti), un business dai disinfettanti per le mani, ai detersivi, alla cosmetica, all’igiene personale. Ampie le prospettive industriali e di mercato legate ad altro genere di produzioni, a cominciare dalle mire del gruppo Caiaffa sullo sviluppo energetico in virtù di un finanziamento PNRR in piena fase di attuazione: alla Cerichem contano infatti di far nascere, entro giugno 2026, nella ricca Food valley cerignolana un impianto per la produzione di idrogeno per autotrazione e un polo energetico che dovrà sostenere, nelle intenzioni della società, l’intera richiesta di energia del polo industriale. 

«Il polo energetico sarà componente essenziale del potenziamento dell’area interporto di Cerignola, uno spazio da cui può nascere sviluppo e occupazione per il territorio che noi abbiamo tolto dall’abbandono per sviluppare nuove idee d’impresa. Non vogliamo rinunciare alla creazione di un polo logistico del freddo – afferma l’imprenditore Luigi Caiaffa – secondo l’idea originaria per cui fu pensata quest’area industriale venticinque anni fa. L’impianto per la produzione di energia elettrica ci servirà per rendere autonomo l’interporto in materia di approvvigionamento energetico. Stiamo facendo tutto a piccoli passi, non possiamo fare azzardi di alcun tipo. Tutti i profitti d’impresa li reinvestiamo continuamente nelle nostre attività che hanno bisogno di crescere. I finanziamenti del PNRR ci aiuteranno ad andare avanti, anche se fino a questo momento (novembre 2024: ndr) non abbiamo intascato ancora un centesimo. Tutti gli investimenti effettuati all’interno dell’interporto sono frutto del nostro lavoro».   

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Per ricostruire la rinascita dell’interporto di Cerignola e cosa verrà fuori nei prossimi mesi, l’Immediato ha  intervistato in esclusiva per la “Daunia che va” Pio Cianci, direttore finanziario gruppo Cerichem. Una realtà industriale nata nel 2014 ma che ha conosciuto un’accelerazione produttiva negli ultimi cinque con il Covid. Com’è stato possibile? 

«La famiglia Caiaffa fonda questo complesso con l’obiettivo di realizzare dispositivi medici destinati agli studi odontoiatrici, settore in cui all’epoca si intravedevano interessanti prospettive di mercato sia pure di nicchia. L’obiettivo del signor Caiaffa era quello di avviare a produzione uno stabilimento con annessa rete di vendita: il piano di commercializzazione puntava su metodi innovativi indicati comunque per il segmento sanitario. Nel 2018 nasce a tal proposito anche una linea consumer che, facendo tesoro dell’esperienza maturata in ambito sanitario, potesse sfruttare quel primo filone di mercato per affermarsi. Nasce così la linea ad alto coefficiente di sicurezza con la produzione dei disinfettanti per le sale operatorie e della strumentazione chirurgica. Anche questa linea acquisisce ben presto una sua affermazione sul mercato sempre in riferimento al settore medico. Nel 2020 scoppia l’emergenza sanitaria Covid e veniamo interessati da moltissime richieste di questo tipo: disinfettanti e mascherine divennero il business del momento. Noi abbiamo deciso di concentrarci sui disinfettanti perchè era già il nostro mercato di riferimento, molte altre aziende e tra queste ci metterei la maggior parte dei nostri competitor, puntarono sulla produzione di mascherine in molti casi rimettendoci l’osso del collo. Per il nostro Gel disinfettante le richieste triplicarono nel giro di qualche mese, decidemmo così a stretto giro di triplicare le linee di produzione pur di soddisfare tutte le richieste».

“Durante la pandemia Covid le richieste del nostro gel triplicarono nel giro di qualche mese”

Il Covid si rivelò un mercato molto selettivo, molte aziende investirono su dispositivi e mascherine senza troppo successo. Bisognava ricevere commesse dallo Stato per cominciare a macinare appalti e introiti. Voi come entraste in questo giro?

«Eravamo già proiettati nella promozione dei nostri dispositivi quando fummo contattati dagli uffici del commissario straordinario all’emergenza, il generale Figliuolo, per la fornitura di gel disinfettante in vista della riapertura delle scuole in tutto il Paese. A noi furono assegnate sei regioni, dovevamo produrre e distribuire Gel per le mani dalla Puglia al Trentino Alto Adige, circa 8 milioni di litri. Un’espansione di mercato esponenziale che ha richiesto l’aumento delle capacità produttive, delle attrezzature e degli spazi aziendali. All’epoca l’interporto era ancora in stato di semi-abbandono, la società pubblica proprietaria Ofanto Sviluppo (capitale dei comuni di Cerignola e di San Ferdinando di Puglia: ndr), aveva fino a quel momento operato senza mai riuscire a individuare uno sbocco imprenditoriale nella gestione dell’area industriale che si estende su 32 ettari. Nel 2020 sembrava che ogni sforzo fosse ormai vano e che il sogno di fare di Cerignola un’area per lo stoccaggio della grande produzione ortofrutticola dell’area (secondo l’idea dell’amministrazione comunale di centrodestra che lo concepì, sindaco Salvatore Tatarella: ndr) fosse destinato definitivamente a tramontare. Venne infatti presentata un’offerta d’acquisto da parte di un’azienda locale senza poi dar seguito all’acquisto versando l’acconto richiesto. Subentrò a quel punto il signor Caiaffa, con il dottor Francesco Angiolino, liquidatore della società Ofanto sviluppo, furono poste subito le basi per rilevare l’intero compound industriale e di avviare subito la produzione dei disinfettanti, stante l’emergenza in atto».

Vantaggioso comunque il prezzo, 2,2 milioni di euro per un’area sia pure ancora da riqualificare e da potenziare che ne vale almeno il doppio. 

«L’operazione complessiva ammonta a 2,5 milioni, oltre a rilevare l’intera area dal consorzio Ofanto Sviluppo, fanno capo a Cerichem Biopharc anche le aree annesse di proprietà del Comune di Cerignola su cui sono in programma altri investimenti».. 

Su che tipo di espansione puntare adesso per implementare le attività dell’interporti? Gli investimenti programmati con il PNRR sono tutti targati Cerichem oppure puntate su altre partnership?

«Quando decidemmo di rilevare l’area sapevamo che il primo step sarebbe stato quello di portare innanzitutto Cerichem all’interno. E ad oggi possiamo considerare il primo step concluso, la produzione di Cerichem è attiva a pieno regime. Oggi tutta l’area è pienamente funzionante, abbiamo portato anche i servizi all’interno. Prima non c’era nulla, quando siamo arrivati abbiamo portato l’allaccio alla rete elettrica, alla rete idrica e fognaria, il rifornimento alla rete del gas. Abbiamo richiesto e ottenuto l’autorizzazione unica per lo scarico delle acque di prima pioggia all’interno del canale Lagrimaro che passa all’interno dell’area interporto».

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Un canale tristemente noto per il suo livello di inquinamento. Può scoraggiare nuovi investimenti?

«Purtroppo a valle e a monte si continuano a sversare rifiuti nel canale. Noi abbiamo ottenuto l’autorizzazione unica per l’intera area interporto, l’abbiamo dotata anche di videosorveglianza h24, c’è anche la guardianìa per tutto l’arco della giornata proprio perchè la prima cosa che abbiamo pensato è quella di rendere l’area interporto di Cerignola appetibile anche a nuovi investimenti industriali. Anche se per far questo dobbiamo stabilire condizioni di sicurezza stabili e affidabili».

Investire sulla catena del freddo in un’area così vocata alla produzione agroalimentare e con il casello dell’A14 a due passi è da minimo sindacale, voi avete investito anche sulla produzione di idrogeno. Poi cos’altro secondo voi di potrebbe aggiungere?

«L’area è dotata di due fasci di binari lunghi 500 metri, subito dopo la chiusura del contratto d’acquisto nel febbraio 2023, abbiamo presentato un progetto finanziato con fondi PNRR partecipando al bando Hydrogen Valley che finanzia la realizzazione di progetti per la produzione di idrogeno verde all’interno di aree industriali dismesse. Non potevamo non farci avanti, avendone tutti i requisiti. L’impianto sarà dotato di elettrolizzatori alimentati da impianti fotovoltaici, una zona di accumulo consentirà di gestire la varie fasi della produzione energetica tenendo conto dell’oscillazione produttiva riveniente dall’impianto fotovoltaico. I pannelli solari saranno realizzati su alcune aree dismesse dello spazio interporto, li abbiamo previsti nel progetto nelle aree dove sono attualmente presenti alcuni edifici non più funzionali per la produzione industriale. L’impianto produrrà 200 tonnellate l’anno di idrogeno verde».

I tempi di realizzazione sono quelli previsti dalla normativa europea, giugno 2026 se non qualche mese prima per i collaudi. Poco più di un anno per la realizzazione, ce la farete? 

«I tempi sono questi, ma contiamo di farcela. Abbiamo depositato tutte le autorizzazioni richieste per un impianto di questo tipo. Intanto va avanti la progettazione esecutiva dell’opera, contiamo di chiudere l’intera procedura tecnico-burocratica e di partire con gli investimenti entro i primi mesi del 2025 e di concludere tutto entro marzo 2026, in modo da utilizzare gli ultimi mesi prima della scadenza della procedura finanziaria per verifiche e controlli finali».

“L’impianto produrrà 200 tonnellate l’anno di idrogeno verde. È l’unico in provincia di Foggia”

Parliamo di un investimento di 9 milioni 860mila euro. Quello di Cerichem Biopharm è uno dei pochi investimenti del genere in Puglia.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

«E’ l’unico in provincia di Foggia, complessivamente in Puglia ne sono stati finanziati altri quattro di progetti come il nostro (su un totale di 12 iniziative presentate: ndr). Gli altri impianti di produzione idrogeno sono stati proposti da Enel a Brindisi nell’area dove insiste attualmente la centrale a carbone, da Solarind a Taranto nelle vicinanze dell’ex Ilva, dalla società Cerisma nel Salento. E poi ci sono altri due progetti che la Regione Puglia è riuscita a recuperare attraverso i fondi di Coesione autorizzati dal governo da qualche mese».

Dove è prevista l’ubicazione della centrale all’interno dell’area interporto?

«Nel progetto l’intero sito viene collocato proprio l’ingresso del sito industriale per una ragione molto semplice: trattandosi di idrogeno destinato alla mobilità delle auto in circolazione, dovremo agevolare l’afflusso ordinato e regolare dei Tir che dovranno venire a caricare il combustibile nell’autocisterne, prima di rimettersi in marcia e confluire nuovamente sulla provinciale 77 e raggiungere il vicino casello di Cerignola Est dell’autostrada».

Le energie alternative sono il business del futuro, ma voi non scommetterete solo sull’idrogeno.

«No, infatti. Al bando Hydrogen Valley collegheremo il progetto “Polo energetico dauno” così denominato perchè prevede la realizzazione all’interno dell’internato di un impianto per la produzione di energia elettrica da cogenerazione, impianto che sarà alimentato da scarti agricoli delle campagne oltre che da biomasse. La centrale di cogenerazione avrà una potenza di 35 megawatt di produzione finale, in un’ottica ecosostenibile. Tutto ciò al fine di giungere poi alla produzione di E-fuel, combinando idrogeno e CO2, un progetto molto complesso finalizzato all’ottenimento di etanolo e di altre produzioni energetiche destinate sia alla fornitura energetica delle abitazioni, sia all’autotrazione».

Un piano molto ambizioso, lungo la strada della piena decarbonizzazione. Non pensate di correre un po’ troppo?

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

«L’idea è quella, vogliamo fornire un contributo alla produzione di energia pulita. Pensiamo allo spazio interporto come a un’area dedicata interamente alla produzione di energia rinnovabile per i più svariati impieghi».

La produzione dei disinfettanti resterà sullo sfondo. E’ stato quello l’apripista, forse un po’ per caso. Il vero business può essere tutt’altro.

«Parliamo di investimenti nell’ottica della sostenibilità ambientale oltre che economica. All’interno di Cerichem abbiamo progettato  e stiamo per sviluppare una nuova linea per un packaging ecosostenibile sulla carta. Ci siamo affidati alla creatività degli studenti del liceo artistico di Cerignola, li abbiamo stimolati a ideare una confezione accattivante sul piano del marketing e che miri al tempo stesso a ridurre l’utilizzo della plastica del 90% eliminando così quasi totalmente i flaconi del Gel per le mani.  Abbiamo lanciato un concorso di idee con premio finale per lo studente che avrà presentato l’idea di packaging a nostro avviso più originale, su due tipologie di etichetta: la prima dovrà essere rivolta a un mercato di nicchia, ovvero a consumatori più attenti ai temi dell’ambiente; la seconda etichetta sarà destinata al cosiddetto mass-market, quindi alla grande distribuzione senza comunque venir meno ai principi di sostenibilità ambientale. Il tutto a un prezzo accessibile per tutte le tasche».

“Puntiamo alla produzione di E-fuel, combinando idrogeno e CO2, per abitazioni e autotrazione”

Puntate su forme poco convenzionali, anche l’occhio vuole la sua parte?

«Abbiamo scelto contenitori a forma di quadrilatero per il Gel mani, dimensioni tondeggianti per i contenitori dei prodotti per l’igiene personale, proprio per non confonderli con altro genere di articoli. Scegliendo queste forme rendiamo i nostri prodotti immediatamente riconoscibili da parte dei consumatori. Tra l’altro questo genere di packaging presenta esigenze di sicurezza, dobbiamo rendere distinguibile sul mercato tutto ciò che alimentare non è. Avevamo anche pensato al Tetra-Pak, materiale molto diffuso largamente utilizzato proprio dalla filiera alimentare: ma ci siamo posti il problema che il bambino potrebbe confondere il nostro bagnoschiuma con prodotti di largo consumo come il Nesquik…».  

Puntate sul mercato generalista, oppure si tratta di produzioni destinate ad altro tipo di consumo?

«Tutto sulla linea consumer, abbiamo una distribuzione dai supermercati alle profumerie».

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Comprese le confezioni di Gel per le mani?

«Quella è una linea trasversale, destinata sia ai supermercati che alla distribuzione negli ospedali. Alla grande distribuzione abbiamo dedicato una linea, si chiama “IgYen” e un’altra linea di cosmesi, “Ama”, che viene attualmente ancora distribuita in contenitori in plastica. Pensiamo su quest’ultima linea di adottare un packaging in carta nel quale commercializzare il flacone».

La produzione di idrogeno comporta un volume di addetti non trascurabile e adeguatamente formato, un impianto di 200 tonnellate annue quanti posti di lavoro crea? 

«E’ un mercato che si espanderà nei prossimi anni, oggi non abbiamo ancora riferimenti attendibili sulle potenzialità di questo segmento. Siamo però convinti, in quanto collegati ad alcuni player del settore interessati ad acquistare il nostro idrogeno, che vi siano margini molto interessanti. In termini occupazionali contiamo di assumere, almeno nei primi tempi, una decina di unità da destinare esclusivamente alla produzione di idrogeno liquido. Nel momento in cui sarà completato l’intero Polo energetico potremmo arrivare a 50-60 assunzioni attualmente stimate».

Dai disinfettanti all’idrogeno, passando per la cosmesi e chissà cos’altro ancora. Tutto questo nasce – secondo la vulgata corrente – da una chiacchierata fra Luigi Caiaffa e un odontoiatra suo amico che gli suggerì l’idea. Questo significa che vale più il passaparola di un programma industriale che pure si sarebbe potuto realizzare visto che c’era un’area industriale pronta, ma inutilizzata.

«Il signor Caiaffa ha dimostrato di avere una visione d’impresa del tutto originale e innovativa. Parliamo di un imprenditore che non guarda mai nella stessa direzione dei suoi colleghi. Cerichem è un’industria chimica che nasce e si consolida in un distretto industriale per il 90% a indirizzo agricolo, mentre sull’altro 10% sono venute fuori nel corso degli anni attività a supporto della prima. Cerichem è un’unicità non solo Cerignola, in Puglia non abbiamo competitor veri e propri».

C’è Farma Labor a Canosa.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

«Non parliamo però dello stesso ventaglio di prodotti, l’industria del presidente di Confindustria, Sergio Fontana, si occupa specificatamente di produzione di farmaci».

Cerichem ha sfruttato l’opportunità del Covid, ma l’idea nasce sei anni prima. 

«Cerichem ha sempre cercato di realizzare produzioni originali, che non fossero a basso costo perchè non di bassa qualità. Lo si può percepire dando un’occhiata al nostro Gel Mani, prodotto per nulla appiccicoso con specifiche molto precise. Durante il Covid ne abbiamo utilizzati tantissimi. Tra l’altro Cerichem ha testato anche un prodotto, d’intesa con l’università di Foggia, in grado di annullare gli effetti dell’antrace che come sappiamo è nocivo per la salute umana. Non è un settore facile quello che ci siamo scelti, ci scontriamo con tutta una serie di difficoltà. La diffidenza nei nostri confronti innanzitutto: trattandosi di produzione specifiche, i timori per la sicurezza sono all’ordine del giorno. Noi rispondiamo invitando tutti coloro che entrano in contatto con noi a venirci a trovare. E devo dire che quando i visitatori entrano nel nostro mondo riusciamo a farli ricredere di tanti luoghi comuni».

“Per l’intero Polo energetico potremmo arrivare a 50-60 assunzioni”

L’ingresso all’interporto tuttavia non è quello che si direbbe di una grande area industriale in espansione. Andrebbe maggiormente curato, problema comune a tutte le aree Asi.

«Sono d’accordo, a volte troviamo persino i tombini diventi dall’asfalto e trafugati nella notte. Sono aree di competenza comunale, non possiamo farlo noi, non siamo autorizzati. Anche se siamo principalmente danneggiati dall’incuria della zona. Scontiamo purtroppo anche questo gap di non avere una filiera intorno di supporto, compriamo le materie prime che ci servono per la nostra attività d’impresa andandole ad acquistare in altre zone: l’alcol dal Veneto, la plastica dal Molise. Non abbiamo nemmeno un sistema bancario sul quale possiamo fare affidamento».

Il fascio ferroviario è un’altra dotazione inutilizzata nell’interporto. Pensate che avrà un suo utilizzo?

«Sulla ferrovia è in corso un progetto di riqualificazione da sottoporre a Rfi che a sua volta farà il collegamento con la rete nazionale. Il binario è vecchio di vent’anni, va adeguato alle nuove tecnologie così come la segnaletica. La riattivazione della linea interzonale è collegata alle celle frigo che furono realizzate a fine anni ’90 quando l’interporto fu realizzato, inutile dire che da allora ad oggi è stato tutto depredato. Ora stiamo rimettendo le cose a posto, abbiamo in progetto anche un terzo corpo di fabbrica che doveva essere costruito negli anni ’90 nell’ambito del progetto originario delle celle frigo, con conservazione degli alimenti fino a -30 gradi».

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Una catena di stoccaggio dell’ortofrutta sarebbe valore aggiunto per i produttori, si potrebbe pensare anche a un marchio unico.

«Noi siamo disposti a fornire un servizio utile alle imprese, anche la grande distribuzione potrebbe giovarsi di una catena di stoccaggio così attrezzata. Tutto quanto è distribuzione alimentare potrebbe giovarsi di un distretto dell’alimento così potenziato. Ricordo che da Cerignola partono centinaia di Tir al giorno carichi di frutta, credo proprio che una parte di quel transito diretto nelle aziende di trasformazione di Rimini, Cesena e di altri luoghi del Nord, possa viaggiare sulla ferrovia e partire dalle celle frigorifero dell’interporto. La linea si trova sulla direttrice europea Ten-T, nel progetto di riqualificazione dell’area è previsto anche l’adeguamento della ferrovia agli standard dell’itinerario transeuropeo».

Il polo energetico e della stoccaggio agricolo si candida a diventare una piattaforma logistica a tutti gli effetti, oppure è l’ennesimo tentativo?

«Stiamo cercando i partner che ci supportino in questa operazione, la logistica non è il nostro mestiere. Abbiamo comunque voluto mantenere la vocazione originaria dell’interporto proprio per favorire l’ingresso di nuove imprese specializzate. Ora ci sono le condizioni giuste per investire».

Quanto ai disinfettanti, il mercato sembra essersi adesso stabilizzato. Esiste un mercato “post Covid” e quanto vale?

«Stiamo crescendo alla media del 10% l’anno fra linea consumer e forniture più specifiche destinate alle strutture sanitarie. Abbiamo conquistato un mercato e ce lo teniamo stretto».

Seguici anche su Instagram – Clicca qui

Ricevi gratuitamente le notizie sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link