Nelle vie del centro al via il mese dei ribassi. Il traino dei flussi internazionali e la caccia alla taglia. Confcommercio:«Scontrino medio di 400 euro». Ma c’è chi preferisce provare solo le taglia e affidarsi all’e-commerce
Aspettative confermate. Il primo giorno di saldi invernali in città apre con un segno positivo. Secondo le stime di Confcommercio, si registra un aumento del 7 per cento di vendite rispetto all’anno scorso. Giubbotti, maglioni e calzature popolano i sacchetti per le vie della città. Ad essere decisivi nel primo bilancio degli sconti invernali, che termineranno il 4 marzo, sono i turisti che animano il centro. A lavorare meno sono le vie secondarie, dove si sente l’assenza dei residenti ancora in vacanza per far staccare gli scontrini. Secondo le previsioni di Confcommercio, la spesa delle famiglie si aggirerà tra i 400 e i 420 euro.
Saracinesca alzata, vetrina quasi pronta. L’ultima lucidata sulla scritta in rosso «Saldi». Il registratore di cassa segna le 9:58, due minuti prima che via Torino si svegli dal torpore di un sabato mattina. È l’ultimo weekend prima che l’Epifania porti via le luminarie dalla strada del commercio, la seconda per shopping dopo corso Vittorio Emanuele II. La via è un’esposizione di cartelli che puntano ad attrarre i clienti. Chi propone un ribasso fino al 50 per cento, chi azzarda sconti fino al 70. In questo mare di offerte si punta a pescare i turisti. Sono gli stranieri a fare la differenza sul fatturato dei commercianti della zona. Chi viene dall’estero per trascorrere il Capodanno in città si trattiene anche per i saldi. In via Torino sono i negozi di abbigliamento, insieme a quelli di accessori, ad essere presi d’assalto. «Paghi due prendi tre», «cinque al prezzo di quattro»: un corteggiamento dei possibili clienti che dura per chilometri, fino a sotto le guglie del Duomo, e oltre.
Corso Vittorio Emanuele II è un trionfo di sacchetti della fast fashion, ma è la Rinascente, lo storico centro commerciale in città, la Mecca prediletta. Persone in processione agli stand con la stessa preghiera: «Su questo prodotto mi dica che c’è sconto». Un’invocazione pronunciata in più lingue, dall’italiano al portoghese, dal francese al tedesco. Per salire ai piani superiori (in tutto sono dieci) bisogna fare la coda alle scale mobili: su ogni gradino salgono due persone alla volta. C’è chi è qui da quando la claire è stata alzata, come Giulia, 30 anni: «Mio marito e io siamo partiti da Saronno in macchina per poter fare acquisti – dice indicando il sacchetto pieno di maglioni e calze -, l’inizio dei saldi era atteso: possiamo rifarci il guardaroba. Stiamo preferendo comprare soprattutto abbigliamento».
A causa dei camerini pieni, qualcuno prova il cappotto direttamente in sala. Secondo Confcommercio c’è un ritorno al negozio «fisico», non manca però chi preferisce acquistare tramite e-commerce: «Provo qui la taglia e poi compro online. Non vivo a Milano, sarebbe difficile inserire i pacchetti in valigia», spiega Raul da Porto. Davanti alla fiumana di persone, c’è chi «si sente soffocare». «Troppa gente, preferisco andare nei negozi monomarca. Si è più seguiti dai commessi», commenta Simona, 47 anni. E si dirige verso l’uscita. Per l’inizio dei saldi è stato intensificato il personale di vigilanza alle porte.
In corso Buenos Aires i ribassi oscillano tra il 20 e il 50 per cento. «Lo sconto medio dovrebbe essere del 30 per cento» spiega Gabriel Meghnagi, presidente di Ascobaires, l’Associazione di via di corso Buenos Aires. La terza via dello shopping punta sui turisti. «Il 30 per cento di chi riempie i sacchetti è rappresentato dagli stranieri». A far crescere il fatturato sono gli spagnoli, i tedeschi, i portoghesi. «E gli svizzeri, soprattutto. Il cambio è particolarmente favorevole».
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