L’I-Hub: dal Summit fino all’area parcheggi ed eventi è un passo… indietro. Messina, altro che sviluppo e occupazione, ad oggi c’è solo immondizia

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Ecco cosa rimane ad oggi dell’I-Hub “che verrà”: auto parcheggiate, un cantiere pieno di macerie e tanta spazzatura tutto intorno.

10 giugno di quest’anno: “verso la demolizione dell’ex silos granai e della Casa del Portuale”. 22 agosto 2024: “agosto sarà il mese delle ruspe: le demolizioni dell’ex Città del Ragazzo e della Cortina del porto“. Dicembre 2024: “a gennaio le ultime demolizioni“.

Questa la sequenza di annunci che parte da settembre del 2023, data della prima demolizione di un’area sulla quale, in base ad un’idea, quella della creazione di un polo tecnologico nell’area prospicente gli imbarchi di RFI, doveva nascere il mitico I-Hub dello Stretto.

Prima demolizione nel 2023

Idea nata non certo dall’amministrazione Basile, bensì da quella precedente, che partiva da una contingenza che oggi è totalmente cambiata, in quell’area degli ex silos, avrebbe dovuto nascere la ZES di Messina. Pertanto un area potenzialmente economicamente appetibile.

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Ma oggi tutto è cambiato perché Zona Economica Speciale è tutta Messina, demolendo ogni attrattività per una zona che quindi è naturalmente diventata un parcheggio, l’ennesimo per la città delle strisce blu.

Ecco cosa rimane ad oggi dell’I-Hub “che verrà”: auto parcheggiate, un cantiere pieno di macerie e tanta spazzatura tutto intorno. Qualcuno lo aveva detto ed immaginato per filo e per segno.

LIVEME - Dafne Musolino, senatrice di Italia Viva:

Ma le sorprese non finiscono mai con l’amministrazione, per antonomasia, degli annunci e dei proclami, quella che coniuga la propria attività solo al futuro. Così si apprende oggi dalla “stampa più informata”, che lì, nell’area dove era stata annunciata l’araba fenice dello sviluppo e della tecnologia, in quella spianata delle macerie dove si attendevano le più grandi aziende della tecnologia digitale mondiale, tanto da giustificare ben due edizioni costose e chiaramente inconsistenti di un “Summit”, fiera del digitale e dell’occupazione “mai vista” a Messina, con tanto di “guru” garante, in quella zona nascerà invece l’ennesima area eventi per concerti e concertini… Altro che occupazione e sviluppo, altro che “attenzione ed attrattività mondiale per Messina centro del mondo”.

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Di demolizioni che possano portare a termine la preparazione dell’area per la costruzione del palazzo delle meraviglie, se ne parlerebbe, quindi, a gennaio. Ed è la terza data aggiornata in un anno. Mentre per l’eventuale costruzione dell’I-Hub non prima del 2026.

Quindi, cosa di cosa si è parlato fino ad oggi? Che cosa si è annunciato come prossimo alla realizzazione? Di cosa ci si è vantati, annoverandolo tra i progetti di eccellenza di questa amministrazione? Dell’incredibile e fantastico nulla! La prova? La fornisce la stessa amministrazione Basile: non esiste un progetto di fattibilità che si scopre deve ancora essere affidato a chi vincerà un concorso di idee ancora da programmare. Si parla ancora oggi del NULLA, perché i messinesi non devono dimenticare che i fondi del Pon Metro che erano stati programmati dall’amministrazione precedente sono stati ampiamente persi a dicembre del 2023. Non deve essere dimenticato che solo dopo l’amara presa di coscienza che con il progetto del ponte il sistema di assegnazione dei fondi sarebbe cambiato, adesso si cerca di salvare il salvabile affidandosi al PNRR.

Quindi tutto rimandato ancora una volta e a non prima del prossimo anno.

E nel frattempo? Che si fa? Non si possono certo lasciare le macerie a distribuire polvere ed una vista indegna per chi arriva in città. Nè si può consentire che si continui ad accumulare RIFIUTI sulla terra promessa dello sviluppo e dell’occupazione messinese. Quindi? Ecco Il colpo di “genio”, ecco la brillante idea di ricavare: “realizziamo una fantastica zona adibita ad eventi”. Notizia del giorno affidata alla comunicazione istituzionale. E’ come dire che “Messina: un concerto la salverà”.

La speranza è umiliata, soffocata da una ormai cronica assenza di lungimiranza. Il rischio è che molti giovani messinesi, con gli occhi pieni di “Summit”, di promesse legate a curriculum che gridano vendetta, improvvisamente realizzino che è meglio prenotare un biglietto (del treno, perché l’aereo è irraggiungibile) per lasciarsi dietro la città delle promesse, dei proclami, dei concerti e dei food fest, lo schiticchio in piazza. Senza idee nate da un amore vero per la città, il rischio è che, mentre i nostri giovani salgono sulla nave che li porta alla stazione di Villa San Giovanni, potranno solo volgere lo sguardo alla Madonnina del porto che a sua volta osserva le macerie di quella che, da area destinata all’eccellenza tecnologica, ospiterà invece grandi concerti senza ricaduta economica ed occupazione per nessuno.

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La narrazione “liquida” continua…

L'I-Hub: dal Summit fino all'area parcheggi ed eventi è un passo… indietro.



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