Rinnovabili, transizione energetica, crisi climatica, green deal – Tg Ambiente

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In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Rinnovabili, aiuti per 9,7 miliardi dall’Unione europea; 2) Transizione energetica, il Green Deal è un’opportunità di sviluppo; 3) Finanziamenti inadeguati e crisi climatica pesano sul trasporto pubblico; 4) Una vetrata fotovoltaica per i Musei Vaticani

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:

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1) Rinnovabili, aiuti per 9,7 miliardi dall’Unione europea: La Commissione Europea ha dato il via libera a 9,7 miliardi di aiuti allo Stato italiano per sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il piano mira a promuovere la transizione energetica attraverso la costruzione di nuovi impianti eolici off shore, fotovoltaici, idroelettrici e a gas residuati dai processi di depurazione.

2) Transizione energetica, il Green Deal è un’opportunità di sviluppo: Il 75% delle PMI ritiene che il cambiamento climatico rappresenti il principale rischio per il benessere delle persone e il progresso economico dei prossimi 10 anni. La stessa percentuale ritiene, inoltre, che il Green Deal europeo rappresenti un’opportunità industriale per l’Italia e oltre il 70% crede che accelerare la transizione energetica sia una strategia vincente per lo sviluppo. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Italy for climate e CNA che ha l’obiettivo di indagare come gli imprenditori, e in particolare delle PMI italiane, percepiscano le opportunità e le criticità legate a questo cambiamento. Tra gli ostacoli principali alla decarbonizzazione, le PMI individuano gli alti costi di investimento (31%) e la complessità burocratica (28%). Ostacoli che non hanno scoraggiato le maggior parte delle aziende che hanno già avviato iniziative per ridurre il proprio impatto ambientale, tra cui il monitoraggio dei consumi energetici (per il 27%), interventi di efficientamento energetico (19%) e l’installazione di impianti a fonti rinnovabili (18%). Tuttavia, il 23% delle imprese non ha ancora avviato alcuna iniziativa su questo fronte. A livello geografico, al sud emerge una maggiore fiducia nel Green Deal, nelle fonti rinnovabili, nella transizione energetica e nel ruolo attivo degli imprenditori, mentre il Nord Italia si mostra leggermente più scettico sugli stessi temi. “L’indagine conferma che le PMI hanno piena consapevolezza sui rischi climatici e i loro effetti, e condividono la necessità di proseguire nella decarbonizzazione superando gli ostacoli, quali i costi e l’assenza di strumenti di sostegno agli investimenti – afferma Dario Costantini, Presidente nazionale CNA – senza il coinvolgimento delle piccole imprese gli obiettivi della transizione non saranno centrati”. “Se da un lato oltre tre quarti dei piccoli e medi imprenditori ritengono che la crisi climatica sia la principale minaccia per l’economia a medio termine e che puntare sulla transizione sia una grande opportunità di crescita anche economica – ha aggiunto Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate – dall’altro le politiche e gli strumenti esistenti non sono adeguati a supportare il cambiamento di cui le imprese hanno bisogno e che in realtà vogliono realizzare”.

3) Finanziamenti inadeguati e crisi climatica pesano sul trasporto pubblico: In Italia il trasporto pubblico resta un tema secondario. Finanziamenti inadeguati, crisi climatica, ritardi e disservizi hanno come unico risultato un trasporto che fatica a migliorare. A fare il punto è il nuovo Report Pendolaria 2025 di Legambiente, che unisce dati, numeri e proposte. Per l’associazione ambientalista, l’incremento di 120 milioni di euro previsto nella proposta di Legge di Bilancio 2025 per il Fondo Nazionale Trasporti è a dir poco esiguo. I finanziamenti nazionali per il trasporto su ferro e su gomma sono passati da circa 6,2 miliardi di euro nel 2009 a 5,2 miliardi nel 2024. Importi che sono ben al di sotto delle necessità e rappresentano un –36% se si considera l’inflazione di questi ultimi 15 anni. Oltre ai finanziamenti inadeguati, a pesare sul trasporto pubblico sono anche gli impatti della crisi climatica. Sono 203 gli eventi meteo estremi che in Italia negli ultimi 14 anni – tra il 2010 e il 2024 – hanno causato interruzioni e ritardi a treni, metro e tram in tutta Italia. Piogge intense e allagamenti, frane dovute a intense precipitazioni, temperature record e forti raffiche di vento hanno colpito la mobilità in particolare di Roma (con 36 eventi), Napoli (12) e Milano (11). Secondo il Rapporto del Mit “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità”, i danni su infrastrutture e mobilità provocati dalla crisi climatica aumenteranno entro il 2050 fino a circa 5 miliardi di euro l’anno e, in assenza di misure di adattamento, raggiungerebbero un valore tra lo 0,33% e lo 0,55% del PIL italiano al 2050. Ritardi cronici, stazioni chiuse da anni e treni poco frequenti sono la sfida quotidiana dei pendolari che utilizzano le linee peggiori d’Italia. Tra le conferme le linee ex Circumvesuviane, segnata da avarie, soppressioni, tagli, sovraffollamenti; la Roma Nord-Viterbo che nel 2024 ha visto oltre 5.000 corse soppresse, la Milano-Mortara-Alessandria, che serve 19.000 persone al giorno, ed è caratterizzata da guasti frequenti e ritardi, e la Catania-Caltagirone-Gela di cui una tratta, la Caltagirone-Niscemi-Gela, è sospesa da ben 13 anni e mezzo. Per la Roma-Lido si vede un leggero miglioramento ma sono ancora molti i problemi dei pendolari su questa linea. Critica la situazione al Sud. Qui l’età media dei treni è pari a 17,5 anni e la rete ferroviaria del Mezzogiorno è ancora in gran parte non elettrificata e sono diverse le linee dismesse. Tre le proposte che Legambiente indirizza al Ministro Salvini chiedendo:

  • un deciso incremento degli investimenti nel settore dei trasporti pubblici,
  • promuovere una mobilità urbana più sostenibile e sicura,
  • garantire un servizio di trasporto pubblico di alta qualità nelle aree urbane.

4) Una vetrata fotovoltaica per i Musei Vaticani: È stata inaugurata, ai Musei Vaticani, la nuova copertura vetrata fotovoltaica del Cortile delle Corazze. Gli impianti sosterranno in modo significativo, con una produzione di energia rinnovabile, i consumi elettrici dei Musei e concorreranno ad abbattere la Carbon Foot Print dello Stato. L’intervento, realizzato in soli sei mesi da Areti, società del Gruppo ACEA che si occupa della distribuzione dell’energia elettrica a Roma, ha un ulteriore valore estetico e funzionale, garantendo un effetto di ombreggiamento che aumenta in modo significativo la vivibilità degli spazi.



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