ECONOMIA, III trimestre 2024. Conto delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie, profitti delle società

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Conto e carta

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Le uscite totali nel terzo trimestre 2024 sono diminuite del 4,4% rispetto al corrispondente periodo del 2023 e la loro incidenza sul prodotto interno lordo (Pil), pari al 47,1%, è diminuita in termini tendenziali di 3,6 punti percentuali. Nei primi tre trimestri del 2024 la relativa incidenza è stata pari al 48,5%, in riduzione di 2,5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2023.

AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

Le uscite correnti hanno registrato, nel terzo trimestre 2024, un aumento tendenziale del 4,8% mentre le uscite in conto capitale si sono ridotte in termini tendenziali del 47,8 per cento. Le entrate totali nel terzo trimestre 2024 sono aumentate in termini tendenziali del 3,9% e la loro incidenza sul Pil è stata pari al 44,9%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2023. Nei primi tre trimestri dell’anno, l’incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 44%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2023. Le entrate correnti nel terzo trimestre 2024 hanno segnato, in termini tendenziali, un aumento del 5,4% Si registra, invece, una riduzione delle entrate in conto capitale del 66,4 per cento. Complessivamente, nei primi tre trimestri del 2024, le Amministrazioni pubbliche (AP) hanno registrato un indebitamento netto pari al -4,6% del Pil, in miglioramento rispetto al -7,4% del corrispondente periodo del 2023. Nei primi nove mesi del 2024, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario è risultato negativo e pari al -0,6% (-3,8% nello stesso periodo del 2023), mentre il saldo corrente è risultato positivo e pari allo 0,1% (-0,5% nel corrispondente periodo del 2023). Nello stesso periodo, la pressione fiscale si attesta al 39,6% del Pil, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto ai 38,7 del 2023.

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FAMIGLIE CONSUMATRICI

Nel terzo trimestre 2024 il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto è aumentato dello 0,4 per cento. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre 2024 è stata pari al 9,2% (-0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente). Tale flessione deriva da una crescita della spesa per consumi finali più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo (+1,6% e +0,6% rispettivamente). Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre del 2024 è stato pari al 9,0%, 0,2 punti percentuali più basso rispetto al trimestre precedente, a fronte di una flessione degli investimenti fissi lordi dell’1,0% e del già segnalato aumento del reddito lordo disponibile.

SOCIETÀ NON FINANZIARIE

La quota di profitto delle società non finanziarie nel terzo trimestre del 2024 è stata pari al 42,4%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. In termini congiunturali, la flessione di questo indicatore è il risultato di una stazionarietà del risultato lordo di gestione e di una crescita dello 0,7% del valore aggiunto. Il tasso di investimento delle società non finanziarie nel terzo trimestre del 2024 è stato pari al 21,7%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente a fronte di una flessione degli investimenti fissi lordi dell’1,1 per cento. In linea con la consueta politica di revisione, i dati destagionalizzati e grezzi dei conti trimestrali dei settori istituzionali, e quindi gli indicatori presentati in questo comunicato stampa, sono stati rivisti dal primo trimestre del 2020. Nel Prospetto che segue, per i principali indicatori si confrontano le stime odierne relative al secondo trimestre del 2024 con quelle pubblicate nel comunicato stampa precedente. Ulteriori informazioni sulla politica di revisione adottata sono disponibili nella nota metodologica e nell’area web dedicata alle revisioni alla pagina https://www.istat.it/it/congiuntura/revisioni.

ALTRE ENTRATE CORRENTI DELLE AP

Altre entrate correnti delle AP: produzione di beni e servizi destinabili alla vendita e per proprio uso finale; altri contributi alla produzione ricevuti, redditi da capitale; altri trasferimenti correnti da famiglie, imprese, istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e resto del mondo. Altre entrate in conto capitale delle AP: contributi agli investimenti, trasferimenti in conto capitale da famiglie, imprese, istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e resto del mondo. Altre uscite correnti delle AP: contributi ai prodotti e alla produzione; trasferimenti sociali in natura; altri trasferimenti correnti a famiglie, imprese, istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e resto del mondo; altre voci minori. Altre uscite in conto capitale delle AP: contributi agli investimenti; trasferimenti in conto capitale a famiglie, imprese, istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e resto del mondo; variazioni delle scorte, acquisizioni meno cessioni di attività non finanziarie non prodotte e altre voci minori.

GLOSSARIO

Amministrazioni pubbliche (AP): unità istituzionali che agiscono da produttori di beni e servizi non destinabili alla vendita, la cui produzione è destinata a consumi collettivi e individuali e sono finanziate da versamenti obbligatori effettuati da unità appartenenti ad altri settori, nonché dalle unità istituzionali la cui funzione principale consiste nella redistribuzione del reddito della ricchezza del paese.

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Dati corretti per gli effetti di calendario: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalla variabilità attribuibile alla composizione del calendario nei singoli periodi (mesi o trimestri) dell’anno, dovuta al diverso numero di giorni lavorativi o di giorni specifici della settimana in essi contenuti e alla presenza di festività nazionali civili e religiose, fisse e mobili (festività pasquali), nonché dell’anno bisestile. Il ricorso a tale trasformazione dei dati consente di cogliere in maniera più adeguata sia le variazioni tendenziali (calcolate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia le variazioni medie annue.

Dati destagionalizzati: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalle fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale (dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc.) e, se significativi, dagli effetti di calendario. Questa trasformazione dei dati è la più idonea a cogliere l’evoluzione congiunturale di un indicatore.

Dati grezzi: dati non depurati della componente stagionale e di calendario.

Famiglie: individui o gruppi di individui nella loro funzione di consumatori e imprenditori, che producono beni e servizi finanziari e non-finanziari destinabili alla vendita purché la produzione non sia operata da entità distinte trattate come quasi-società. Comprende inoltre gli individui o gruppi di individui che producono beni e servizi non-finanziari esclusivamente per proprio uso finale.

Famiglie consumatrici: individui o gruppi di individui la cui funzione principale consiste nel consumare o che producono beni e servizi non finanziari esclusivamente per proprio uso finale.

Famiglie produttrici: imprese individuali e società semplici fino a cinque addetti e liberi professionisti.

Indebitamento (accreditamento) netto delle Amministrazioni pubbliche: saldo del conto non finanziario delle Amministrazioni pubbliche, calcolato come differenza tra il totale delle entrate e il totale delle uscite. Può essere positivo (accreditamento) e, in tal caso, significa che il settore delle Amministrazioni pubbliche ha acquisito entrate più che sufficienti a coprire i propri livelli di spesa; nel caso contrario, in cui le uscite superano le entrate generando un saldo negativo, il settore pubblico ha avuto la necessità di fare ricorso all’indebitamento con gli altri settori istituzionali per finanziare le proprie spese.

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Investimenti fissi lordi: acquisizioni (al netto delle cessioni) di capitale fisso effettuate dai produttori residenti a cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti, destinati ad essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore ad un anno. Gli investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici sono costituiti esclusivamente dall’acquisto di abitazioni e dalla spesa per la loro manutenzione straordinaria.

Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie: organismi senza scopo di lucro che sono entità giuridiche distinte al servizio delle famiglie e sono produttori privati di beni e servizi non destinabili alla vendita. Le loro risorse derivano principalmente da contributi volontari in denaro o in natura versati dalle famiglie nella loro funzione di consumatori, da pagamenti effettuati dalle Amministrazioni pubbliche e da redditi da capitale. Il settore comprende le seguenti istituzioni che forniscono alle famiglie beni e servizi non destinabili alla vendita: sindacati, organizzazioni professionali o di categoria, associazioni di consumatori, partiti politici, chiese o società religiose (comprese quelle finanziate ma non controllate dalle amministrazioni pubbliche), circoli sociali, culturali, ricreativi e sportivi; organismi di beneficenza, di assistenza e di aiuto finanziati mediante trasferimenti volontari in denaro o in natura effettuati da altre unità istituzionali.

Potere d’acquisto: reddito lordo disponibile in termini reali, ottenuto utilizzando il deflatore implicito della spesa per consumi finali (diffuso con i Conti economici trimestrali).

Pressione fiscale: rapporto percentuale tra la somma di imposte dirette, imposte indirette, imposte in c/capitale e contributi sociali e il prodotto interno lordo (Pil).

Propensione al risparmio (o tasso di risparmio): rapporto percentuale tra risparmio lordo e reddito lordo disponibile corretto per tener conto della variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecniche dei fondi pensione. Il suo complemento a 100 è la propensione al consumo, definita come rapporto percentuale tra spesa per consumi finali e reddito disponibile lordo

Quota di profitto delle società non finanziarie: quota percentuale del risultato lordo di gestione sul valore aggiunto lordo delle società non finanziarie espresso a prezzi base.

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Reddito lordo disponibile: rappresenta l’ammontare di risorse correnti degli operatori destinato agli impieghi finali.

Risparmio lordo: la parte del reddito lordo disponibile corretto per tener conto della variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecniche dei fondi pensione non impiegata in consumi finali.

Risultato lordo di gestione: valore aggiunto a prezzi base diminuito delle imposte indirette al netto dei contributi alla produzione e dei redditi da lavoro dipendente versati. Comprende tutti gli altri redditi generati dal processo produttivo oltre gli ammortamenti.

Saldo corrente: saldo contabile tra le entrate correnti e le uscite correnti.

Saldo primario: saldo contabile tra le entrate e le uscite al netto degli interessi passivi.

Settore istituzionale: raggruppamento di unità istituzionali che hanno un comportamento economico simile: Società non finanziarie, Società finanziarie, Famiglie (consumatrici e produttrici), Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, Amministrazioni pubbliche e Resto del mondo.

Società finanziarie: unità istituzionali residenti che sono entità giuridiche indipendenti e che agiscono da produttori di beni e servizi destinabili alla vendita, la cui attività principale consiste nel produrre servizi finanziari.

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Società non finanziarie: unità istituzionali residenti che sono entità giuridiche indipendenti, e che agiscono da produttori di beni e servizi destinabili alla vendita, la cui attività principale consiste nel produrre beni e servizi non finanziari. Comprende anche le quasi-società non finanziarie.

Spesa per consumi finali: spesa sostenuta dalle unità istituzionali residenti per i beni e servizi usati (senza ulteriori trasformazioni) per il diretto soddisfacimento dei bisogni individuali o collettivi della comunità.

Tasso di investimento delle famiglie consumatrici: rapporto percentuale tra investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici sul loro reddito disponibile lordo (corretto per tener conto della variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecniche dei fondi pensione).

Tasso di investimento delle società non finanziarie: rapporto percentuale tra investimenti fissi lordi e valore aggiunto lordo delle società non finanziarie espresso a prezzi base.

Tasso di risparmio: si veda la voce «Propensione al risparmio».

Unità istituzionali: unità residenti che godono di autonomia di decisione nell’esercizio della propria funzione principale e dispongono di una contabilità completa o hanno la possibilità, dal punto di vista economico e giuridico, di compilare una contabilità completa qualora gliene sia fatta richiesta.

Valore aggiunto a prezzi base: saldo tra la produzione di beni e servizi conseguita dalle singole branche/settori produttivi ed il valore dei beni e servizi intermedi dagli stessi consumati (materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive), in cui la produzione è valutata a prezzi di base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione valutata a prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest’ultima è infatti al netto di tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione), ed al lordo di tutti i contributi (sia i contributi commisurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione).

Contributi e agevolazioni

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Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al trimestre precedente.

Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

INTRODUZIONE E QUADRO NORMATIVO

I conti trimestrali dei settori istituzionali adottano principi, definizioni e struttura dei corrispondenti conti annuali, con alcune particolarità proprie dell’intervallo trimestrale cui è riferita l’analisi. Metodi e fonti utilizzate nella stima dei conti trimestrali dei settori istituzionali seguono i criteri definiti Sistema europeo dei conti nazionali e regionali Sec 2010  e, per le AP, nel Manuale sul deficit e sul debito pubblico (edizione 2022). Le disposizioni metodologiche ivi stabilite costituiscono delle regole stringenti per i paesi dell’Unione europea, assicurando la comparabilità delle stime a livello internazionale. Con «conti trimestrali dei settori istituzionali» si intende la sequenza dei conti non-finanziari dei settori istituzionali elaborata dall’Istat con frequenza trimestrale. I corrispondenti conti finanziari sono elaborati per l’Italia dalla Banca d’Italia.

I conti trimestrali dei settori istituzionali descrivono in forma quantitativa il funzionamento del sistema economico del Paese, mettendo in evidenza il ruolo di ciascun settore istituzionale nelle diverse fasi della formazione, distribuzione, redistribuzione e utilizzo del reddito. Il Sec 2010, che rappresenta l’applicazione a livello europeo del System of National Accounts delle Nazioni Unite (Sna 2008), identifica e definisce sei settori istituzionali essenziali per descrivere il funzionamento di un’economia: le Società non finanziarie (S11), le Società finanziarie (S12), le Amministrazioni pubbliche (S13), le Famiglie (S14), le Istituzioni sociali senza scopo di lucro al servizio delle famiglie (S15) e il Resto del Mondo (S2), ovvero l’insieme dei soggetti non residenti. Per tener conto della peculiarità del sistema economico italiano, caratterizzato da un gran numero di piccole e piccolissime realtà produttive che secondo il Sec 2010 sono incluse nel settore delle Famiglie ma hanno un comportamento economico più simile a quello delle società, l’ISTAT distingue all’interno del settore delle Famiglie due sotto-settori: le Famiglie consumatrici e le Famiglie produttrici. Il piano di trasmissione allegato al Sec 2010 prevede l’accorpamento dei due settori Famiglie e Istituzioni sociali senza scopo di lucro al servizio delle famiglie in un unico settore (S1M è il codice utilizzato nel Sec). L’Istat diffonde l’intera sequenza dei conti trimestrali dei settori istituzionali secondo il dettaglio settoriale previsto dal piano di trasmissione europeo e fornisce anche la stima di alcuni flussi e indicatori relativi alle Famiglie consumatrici .

La sequenza dei conti dei settori istituzionali è composta dal Conto della produzione/Conto del resto del Mondo dei beni e servizi; dal Conto della distribuzione primaria del reddito, dal Conto della distribuzione secondaria del reddito, dal Conto di utilizzazione del reddito disponibile (corretto) e dal Conto del capitale. Il Conto della produzione/Conto del Resto del Mondo dei beni e servizi porta alla stima del Prodotto interno lordo/valore aggiunto a prezzi base dei settori interni e del Saldo del Resto del Mondo dei beni e servizi. Il Conto della distribuzione primaria del reddito consente di determinare il risultato lordo di gestione/reddito misto lordo (Conto della generazione dei redditi primari) e il Reddito nazionale lordo/Saldo dei redditi primari (Conto dell’attribuzione dei redditi primari). Nel Conto della distribuzione secondaria del reddito si esplicita l’individuazione del reddito lordo disponibile mentre il Conto dell’utilizzazione del reddito lordo disponibile determina il risparmio lordo dei settori interni e il Saldo delle operazioni correnti con il Resto del Mondo. Il Conto del capitale, che costituisce una sezione dei Conti dell’accumulazione, chiude la sequenza dei conti dei settori istituzionali con la stima dell’indebitamento/accreditamento dei settori istituzionali.

I dati relativi alle Amministrazioni pubbliche vengono anche presentati sotto forma di Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, secondo lo schema previsto dal Sec 2010 (paragrafi 20.68-20.72). Tale conto evidenzia le seguenti voci: le entrate, articolate in Imposte (dirette e indirette), Contributi sociali, Altre entrate correnti e Entrate da imposte in conto capitale e da altre entrate in conto capitale; le uscite, articolate in Consumi intermedi, Redditi da lavoro dipendente, Prestazioni sociali in denaro, Interessi passivi, Altre uscite correnti, Investimenti fissi lordi, Altre uscite in conto capitale; i saldi caratteristici: Saldo Corrente, Saldo Primario, Indebitamento/Accreditamento netto. I conti trimestrali dei settori istituzionali e il Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche sono distintamente inseriti nel Programma statistico nazionale in vigore (PSN 2023-2025 – pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 39 alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 268 del 15 novembre 2024).

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ELABORAZIONE DEI DATI: PROCESSO STRUMENTI E TECNICHE

I conti trimestrali dei settori istituzionali adottano principi, definizioni e struttura dei conti annuali dei settori istituzionali ma, a causa della minore disponibilità di informazioni a cadenza trimestrale rispetto a quelle utilizzate per la stima dei conti annuali, i conti trimestrali vengono stimati ad un minor livello di dettaglio e ricorrendo per alcuni aggregati a tecniche econometriche di disaggregazione temporale. Tra le diverse tecniche a disposizione, l’Istat utilizza metodi di stima cosiddetti «ottimali» basati su indicatori trimestrali di riferimento (approccio indiretto). Tali metodi, basati sull’ipotesi che la relazione tra aggregato e indicatore stimata a livello annuale sia valida anche a livello trimestrale, consentono di ripartire le serie annuali tra i trimestri dell’anno e di estrapolare i valori dei trimestri più recenti (cioè quelli successivi all’ultimo anno completo disponibile).

La sequenza dei conti trimestrali dei settori istituzionali è un sistema integrato di conti coerenti con i conti economici trimestrali , elaborati a sessanta giorni dalla fine del trimestre di riferimento. Questi entrano nelle stime con il doppio ruolo di fonte e di vincolo: come fonte, in quanto utilizzati come indicatori di riferimento per disaggregare per settore istituzionale le stime riferite all’insieme dei settori interni; come vincolo, in quanto la somma delle stime riferite ai settori istituzionali interni deve coincidere con le stime dei conti economici trimestrali, per gli aggregati presenti nei secondi. La stima dei consumi finali, delle importazioni e delle esportazioni di beni e servizi nei conti economici trimestrali è integrata, senza bisogno di alcuna elaborazione, nei conti dei settori istituzionali.

La stima in corso d’anno dei flussi originati dalle operazioni delle AP segue le stesse regole e gli stessi schemi contabili adottati per la stima dei conti annuali ed è quindi in linea con il Sec 2010 e con il Manuale sul deficit e sul debito pubblico (edizione 2022). Tuttavia, le stime in corso d’anno risentono dell’incompletezza delle informazioni di base a livello trimestrale e della conseguente possibile disomogeneità di trattamento contabile delle operazioni effettuate dalle singole unità istituzionali. Tali limitazioni vengono progressivamente superate con la disponibilità di ulteriori informazioni, in particolare derivanti dai consuntivi annuali, che conducono a successive revisioni dei dati. Le operazioni sono attribuite ai trimestri in base al principio della competenza economica (principio accrual) stabilito dal Sec 2010, secondo il quale «i flussi sono registrati nel momento in cui il valore economico è creato, trasformato, scambiato, trasferito o estinto». Si considera, quindi, come periodo di riferimento quello in cui si verificano gli eventi economici sottostanti, indipendentemente dal momento in cui avviene la loro regolazione monetaria (pagamenti e riscossioni). A livello trimestrale, le fonti statistiche disponibili consentono di applicare tale principio in modo non esaustivo ma sufficientemente esteso. Lo schema contabile adottato a livello trimestrale, inoltre, è semplificato rispetto a quello annuale per quel che riguarda le procedure di consolidamento. Queste ultime sono applicate a interessi, altri trasferimenti correnti, contributi agli investimenti e altri trasferimenti in conto capitale.

Per quanto concerne i flussi generati dalle operazioni con il Resto del Mondo, le stime nei conti trimestrali (e annuali) elaborate dall’Istat sono coerenti con la registrazione delle stesse operazioni nella Bilancia dei Pagamenti, di fonte Banca d’Italia . Questo è possibile anche grazie all’omogeneità tra le regole poste alla base delle due elaborazioni definite, rispettivamente, nel Sec 2010 e nel manuale BPM6. Eventuali discrepanze tra le stime della contabilità nazionale e la Bilancia dei pagamenti sono attribuibili a sfasamenti nell’aggiornamento delle stime. Le operazioni tra Amministrazioni pubbliche e Resto del Mondo sono registrate coerentemente nei due domini grazie alla stretta collaborazione e all’intenso scambio di informazioni tra i due Istituti.

Nei conti economici trimestrali, la stima delle transazioni relative alle Amministrazioni pubbliche e al Resto del Mondo elaborate secondo i principi e i metodi brevemente descritti sopra sono assunti come vincoli per stimare i flussi relativi alle operazioni dei settori di contropartita in un sistema contabile coerente trimestre per trimestre. I conti, inoltre, rispettano dei vincoli annuali: per ciascun aggregato la somma delle stime relative ai quattro trimestri dell’anno coincide, a meno di arrotondamenti, con la corrispondente stima nei conti annuali dei settori istituzionali.

I conti trimestrali dei settori istituzionali sono elaborati a prezzi correnti, in forma grezza e destagionalizzata . La stima della sequenza dei conti trimestrali dei settori istituzionali destagionalizzati segue gli stessi principi seguiti per la stima in forma grezza ma viene elaborata ad un livello di dettaglio inferiore . La destagionalizzazione degli aggregati presenti anche nei conti economici trimestrali avviene in modo indiretto, ossia utilizzando come indicatori di riferimento nelle disaggregazioni temporali le serie destagionalizzate dei conti economici trimestrali. Per gli altri aggregati, ove possibile si replica la stessa procedura della stima in forma grezza, utilizzando cioè la stessa informazione di base ma destagionalizzata. Dove ciò non è possibile si procede alla destagionalizzazione diretta delle serie storiche.

Le serie storiche destagionalizzate sono anche depurate dagli effetti di calendario ove questi sono statisticamente significativi. Le serie storiche in cui tale componente è significativa sono vincolate ai dati annuali corretti per gli effetti di calendario e non sono quindi coerenti con i vincoli annuali dei conti dei settori istituzionali diffusi dall’Istat. I saldi destagionalizzati dei conti trimestrali dei settori istituzionali sono ottenuti indirettamente come somma di componenti. Gli indicatori sono ottenuti come rapporto di serie destagionalizzate.

PRINCIPALI INDICATORI UTILIZZATI NELLA STIMA (FONTI)

La stima dei conti trimestrali dei settori istituzionali si avvale di numerose fonti, interne ed esterne all’Istate alla Contabilità nazionale. La sequenza dei conti del Resto del Mondo è integralmente desunta dalla Bilancia dei pagamenti. La stima della sequenza dei Conti delle Amministrazioni pubbliche si avvale soprattutto di dati di fonte amministrativa. Alcuni confluiscono direttamente nelle stime, altri sono utilizzati come indicatori di riferimento per disaggregare temporalmente le corrispondenti stime annuali. La gran parte dei dati di natura amministrativa utilizzati sono forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), il quale rende disponibile ogni tre mesi i conti di cassa per il settore pubblico e il settore statale, sotto forma di dati cumulati. Lo stesso Ministero fornisce i dati sulle entrate fiscali erariali in termini di accertamenti e di incassi mensili, gli interessi passivi dello Stato di competenza, elaborati trimestralmente in base ad una metodologia concordata con l’Istat, gli impegni di spesa trimestrali del bilancio dello Stato. Inoltre il MEF fornisce i trasferimenti da e per il Resto del Mondo – utilizzati anche dalla Banca d’Italia per la compilazione della Bilancia dei Pagamenti – e i risultati del monitoraggio mensile della spesa per prestazioni sociali in denaro erogate dalle AP. La Cassa Depositi e Prestiti fornisce i dati sui flussi degli interessi di competenza economica sui prestiti contratti da Amministrazioni pubbliche. Il Ministero della Salute, a partire dal 2001, fornisce i dati trimestrali dei flussi contabili delle Aziende Sanitarie Locali, definiti in base alla competenza economica.

Assunte come vincolo le stime dei flussi generati dalle operazioni delle Amministrazioni pubbliche e del Resto del Mondo e quelle dei conti economici trimestrali, la stima delle transazioni degli altri settori si basa su numerose altre fonti, interne ed esterne all’Istat e alla contabilità nazionale. Queste vengono utilizzate per costruire indicatori di riferimento per la disaggregazione temporale dei corrispondenti aggregati annuali. La stima del valore aggiunto e dei redditi da lavoro dipendente utilizza le corrispondenti serie per branca di attività economica, stimate nei conti economici trimestrali, come indicatori per disaggregare temporalmente gli aggregati annuali di valore aggiunto e redditi per settore e per branca di attività economica. Le imposte sui prodotti ricevute dalle AP e dal Resto del Mondo e i contributi sui prodotti pagati dagli stessi hanno come settore di contropartita il settore degli importi non ripartiti. Il saldo delle imposte nette sui prodotti rappresenta il valore aggiunto di questo settore che viene sommato al valore aggiunto degli altri settori domestici per ottenere il Pil.

Le imposte sulla produzione ricevute dalle AP e dal Resto del Mondo, al netto di quelle pagate da quest’ultimo settore, sono ripartite tra i settori di contropartita sulla base delle informazioni sul tipo di imposta e sulla struttura del valore aggiunto per settore istituzionale. Lo stesso approccio è seguito per stimare i flussi di contropartita dei contributi alla produzione pagati dalle Amministrazioni pubbliche e dal Resto del Mondo al netto di quelli ricevuti da quest’ultimo settore. I flussi di redditi da capitale vengono stimati distinguendo gli interessi dagli altri redditi da capitale, a loro volta distinti in utili distribuiti dalle società, utili reinvestiti in investimenti diretti all’estero, altri redditi da investimenti e fitti di terreni e diritti di sfruttamento di giacimenti. Le stime sono ottenute integrando le stime delle operazioni delle Amministrazioni pubbliche e del Resto del Mondo con informazioni provenienti da diverse fonti, tra cui i conti finanziari trimestrali ed annuali, la matrice e le segnalazioni di vigilanza di Banca d’Italia, Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) e Cassa depositi e prestiti.

I flussi di contropartita delle imposte correnti ricevute dalle AP e dal Resto del Mondo, al netto di quelle pagate da quest’ultimo, sono stimati utilizzando informazioni aggiuntive sul tipo di imposta. Per la stima dei contributi sociali non si dispone di altre fonti trimestrali oltre a quelle che concorrono alle stime dei flussi in entrata e in uscita da Amministrazioni pubbliche e Resto del Mondo. Si tenga conto però che i contributi sociali ricevuti dalle AP costituiscono poco meno del 90% del totale dei contributi sociali ricevuti e pagati dai settori domestici e che l’unico settore pagante è costituito dalle famiglie (consumatrici). Anche per le prestazioni sociali diverse dai trasferimenti sociali in natura le stime dei flussi relativi alle AP costituiscono la principale fonte di informazione sui settori interni rappresentando la totalità delle entrate e circa il 90% delle uscite.

I trasferimenti sociali in natura ricevuti dalle famiglie consumatrici confluiscono nei consumi individuali effettivi e sono erogati dalle AP e dalle Istituzioni sociali senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Le stime di queste transazioni nei conti trimestrali dei settori istituzionali sono desunte dai conti economici trimestrali e sono coerenti con il Conto delle AP. La stima dei premi netti delle assicurazioni contro danni e degli indennizzi si basa principalmente su dati provenienti dall’indagine sui bilanci delle famiglie e su dati di fonte Ania. Gli aiuti internazionali correnti e le risorse proprie dell’Unione europea basate su Iva e reddito nazionale lordo sono operazioni tra AP e Resto del Mondo e non coinvolgendo altri settori non richiedono informazioni aggiuntive. Diversamente, i flussi di contropartita degli altri trasferimenti correnti pagati e ricevuti dagli operatori non residenti e dalle Amministrazioni pubbliche sono stimati sulla base di informazioni di dettaglio desumibili dalla bilancia dei pagamenti e dalle stime trimestrali di questi flussi per sottosettore delle AP e settore di contropartita. Il dettaglio delle stime degli altri trasferimenti correnti non è soggetto a diffusione.

Per la stima della rettifica per variazione dei diritti pensionistici non si dispone di fonti a livello trimestrale e si utilizza un trend. Il flusso tuttavia ha dimensioni relativamente contenute e la sua dinamica non influisce in modo significativo su quella del reddito disponibile lordo. Le stime dei consumi finali delle famiglie, delle Istituzioni sociali senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e delle AP sono desunte integralmente dai conti economici trimestrali. Le imposte in conto capitale ricevute dalle AP e dal Resto del Mondo, al netto di quelle pagate da quest’ultimo, sono utilizzate come indicatore per stimare quelle pagate dalle famiglie che costituiscono circa l’85% del totale pagato dai residenti. Per i contributi agli investimenti e gli altri trasferimenti in conto capitale si dispone trimestralmente di indicatori per settore di contropartita dei contributi/trasferimenti erogati dalle AP che, insieme alle stime dei flussi con gli operatori non residenti, permettono di stimare la totalità dei flussi relativi a queste operazioni. Gli investimenti fissi lordi per settore istituzionale, date le stime relative alle AP, sono stimati a partire dal totale degli investimenti fissi lordi dei conti economici trimestrali per tipo di bene capitale e delle stime annuali per settore istituzionale e tipo di bene capitale.

La variazione trimestrale delle scorte, l’acquisizione netta di oggetti di valore e gli ammortamenti per settore istituzionale per settore istituzionale, date le stime relative alle AP, sono stimati utilizzando come indicatori le rispettive stime per il totale dell’economia fornite dai conti economici trimestrali. La stima dell’acquisizione netta di attività non finanziarie non prodotte per il totale dei settori interni coincide (con segno opposto) con quella del Resto del Mondo. Questa viene utilizzata come indicatore di riferimento per la stima del flusso relativo ai singoli settori non disponendo a livello trimestrale di altre informazioni. Si noti che qualora al momento della stima si disponga di informazioni su operazioni specifiche delle AP e/o di operatori non residenti, l’operazione viene registrata puntualmente nel settore di contropartita. Ciò riguarda essenzialmente imposte e contributi alla produzione, trasferimenti in conto corrente e trasferimenti e imposte in conto capitale e acquisizioni nette di attività non finanziarie non prodotte.

POLITICA DI REVISIONE DEI DATI

I conti trimestrali dei settori istituzionali sono sottoposti a revisioni ordinarie e straordinarie. Le revisioni ordinarie avvengono ogni trimestre e sono riconducibili al recepimento degli aggiornamenti dell’informazione trimestrale di base o dei nuovi vincoli annuali (uscita del secondo e del quarto trimestre) e all’utilizzo di modelli econometrici per la disaggregazione temporale e per il trattamento dei dati (destagionalizzazione). Le revisioni straordinarie delle serie trimestrali vengono effettuate in occasione della revisione generale dei dati annuali (benchmark) che incorpora i cambiamenti dovuti a miglioramenti delle fonti e dei metodi utilizzati. In tale occasione vengono riviste le serie storiche di tutti gli aggregati per l’intero periodo di stima. I conti trimestrali diffusi a partire da ottobre 2024 recepiscono la revisione generale dei Conti economici nazionali (e conseguentemente dei Conti per Settore Istituzionale), che ha introdotto innovazioni e miglioramenti di metodi e di fonti, con una ricostruzione retrospettiva fino al 1999 delle serie storiche. Per maggiori dettagli si veda il comunicato stampa del 23 settembre 2024.

Con riferimento alle voci del Conto trimestrali delle AP, in occasione della revisione generale a cui sono stati sottoposti i conti nazionali annuali diffusa il 23 settembre 2024, si è proceduto a una verifica complessiva dei modelli di disaggregazione temporale al fine di migliorare le relative stime, anche attraverso l’acquisizione di nuove fonti per la costruzione degli indicatori di riferimento. Dal lato delle spese, ciò ha riguardato in particolare la stima della spesa per redditi da lavoro dipendente relativamente alla registrazione dei rinnovi contrattuali. In occasione della revisione sono state introdotte innovazioni anche nella stima di alcune transazioni operate dagli altri settori istituzionali che hanno riguardato sia l’approccio di stima, sia, in alcuni casi, le fonti. Sono state interessate da tali innovazioni soprattutto la stima delle imposte e dei contributi alla produzione, quella dei contributi sociali, quella dei premi assicurativi e degli indennizzi, e quella dei redditi da capitale.

La politica di revisione ordinaria adottata dall’Istat per i conti trimestrali dei settori istituzionali è in linea con le raccomandazioni europee riguardo al ciclo delle revisioni. La politica di revisione è la stessa di quella dei conti economici trimestrali a t+90 giorni per il secondo trimestre, e a t+60 giorni per gli altri trimestri. Rispetto ai conti economici trimestrali, tuttavia, l’adeguamento alle raccomandazioni europee sulle politiche di revisione può talvolta risultare di difficile applicazione perché la revisione delle informazioni trimestrali utilizzate nella stima e/o la revisione degli aggregati annuali può richiedere la revisione di un numero superiore di trimestri. Mentre negli altri trimestri la finestra di revisione è limitata (quattro anni completi più i trimestri dell’anno in corso), con l’uscita del secondo trimestre la stessa si estende all’intero periodo di stima. Si noti che in tale occasione si effettua la verifica annuale delle specifiche dei modelli di destagionalizzazione e si procede, ove necessario, alla loro revisione.

COPERTURA E DETTAGLIO TERRITORIALE

Le stime dei conti trimestrali dei settori istituzionali sono disponibili solo per l’intero territorio nazionale.

Tempestività: il Sec 2010 stabilisce un programma di trasmissione obbligatoria dei dati, secondo il quale la scadenza dell’invio ad Eurostat per i conti trimestrali dei settori istituzionali è fissata a 85 giorni dalla fine del trimestre di riferimento. I dati sono poi diffusi a livello nazionale a circa 3 mesi dalla fine del trimestre di riferimento.

Diffusione: i conti trimestrali dei settori istituzionali sono elaborati e diffusi a prezzi correnti. I dati sono elaborati in forma grezza e destagionalizzata sebbene soltanto un sottoinsieme delle serie destagionalizzate venga diffuso. Le serie storiche iniziano il primo trimestre 1999.

La diffusione dei conti trimestrali dei settori istituzionali e del Conto delle Amministrazioni pubbliche avviene attraverso due canali: il Comunicato stampa e il data warehouse istituzionale IstatData. In particolare, in allegato al comunicato stampa sono diffuse le serie storiche grezze e destagionalizzate relative a propensione al risparmio, tasso di investimento, spesa per consumi finali, reddito lordo disponibile in valori correnti e in valori concatenati (ovvero al netto della dinamica dell’inflazione, quale misura del potere di acquisto) e investimenti fissi lordi per le famiglie consumatrici e per l’insieme di Famiglie e Istituzioni sociali senza scopo di lucro al servizio delle famiglie; quota di profitto, tasso di investimento, valore aggiunto lordo a prezzi base, risultato lordo di gestione e investimenti fissi lordi per le Società non finanziarie. Vengono inoltre diffuse in allegato al comunicato stampa le serie storiche grezze delle voci del Conto trimestrale delle AP e i seguenti indicatori trimestrali di finanza pubblica: entrate totali/Pil, uscite totali/Pil, uscite totali al netto degli interessi/Pil, indebitamento (accreditamento)/Pil, saldo corrente/Pil, saldo primario/Pil, pressione fiscale.

Su IstatData nella sezione Conti nazionali/Conti non finanziari trimestrali per settore istituzionale sono pubblicate le serie storiche delle voci della sequenza dei conti dei settori istituzionali in forma grezza, gli indicatori relativi a Società non finanziarie, Famiglie consumatrici e Famiglie e istituzioni sociali senza scopo di lucro al servizio delle famiglie in forma grezza e destagionalizzata e le altre serie destagionalizzate; nella sezione Conti nazionali/Conti e aggregati economici delle Pubbliche Amministrazioni/Conto trimestrale sono pubblicate le serie storiche delle voci del Conto trimestrale delle AP e gli indicatori trimestrali di finanza pubblica.

Nel data warehouse oltre all’edizione corrente dei dati, l’ultima diffusa, sono disponibili anche le edizioni precedenti. 



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