Volare tra le Dolomiti con un jet militare, 3.500 euro per 20 minuti. Il Cai: «Turismo da tamarri»

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di
Tiziano Grottolo

L’esperienza proposta da una società con sede a Trento. Il jet può superare i 900 chilometri orari. La società:«Anche noi amiamo la montagna. Di fronte alle critiche cerchiamo sempre di migliorare»

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Sorvolare le Dolomiti a bordo di un jet militare. È questa l’ultima proposta della Helijoy Srl, società con sede a Trento specializzata in trasporti aerei di lusso. L’azienda, che promette «l’avventura di una vita», all’interno della sua flotta vanta un L-39 Albatros, pubblicizzato come «uno degli aerei da addestramento militari più agili e veloci». Più precisamente, si tratta di un jet ad alte prestazioni (può superare i 900 chilometri orari) che venne progettato all’inizio degli anni Settanta nell’allora Cecoslovacchia. In Italia, lo stesso modello viene utilizzato dalla pattuglia acrobatica dei Blueagles. Per il sorvolo delle Dolomiti, l’Helijoy prevede varie offerte: servono 3.500 euro per un volo da 20 minuti, ma per il pacchetto «Top gun» (da 45 minuti) si può arrivare a spenderne fino a 5.900. Una proposta che evidentemente non è alla portata di tutti, ma solo dei vacanzieri più abbienti.

Le acrobazie in volo

Stando a quanto pubblicizzato sul sito dell’azienda trentina, durante il volo, i piloti si cimenteranno persino in una serie di acrobazie, come loop, manovre Immelmann, voli a bassa quota ad alta velocità e spettacolari tuffi verticali. «Ogni acrobazia — viene assicurato — è progettata per combinare il brivido del volo con la bellezza naturale delle Dolomiti». Per chi invece non ama il brivido, la Helijoy mette a disposizione dei tour in elicottero: partendo dall’eliporto di Pinzolo si possono ammirare le Dolomiti di Brenta, arrivando fino a Cima Tosa. In alternativa è possibile sorvolare altre località come, Trento, Cortina d’Ampezzo e il lago di Garda: in questi casi i prezzi vanno da 900 e 2.490 euro. Inoltre, durante la stagione invernale la società offre dei «passaggi» da una zona sciistica all’altra, oppure si può partire dalla città e atterrare direttamente agli impianti di risalita. I voli più richiesti sono quelli da Cortina d’Ampezzo e dalla val Gardena, in Alto Adige.




















































Le proteste degli ambientalisti

Questo tipo di proposte, però, non piacciono per niente alle associazioni ambientaliste che da tempo si battono contro lo sfruttamento della montagna, sempre più spesso vissuta come una sorta di luna park. «Certe iniziative non c’entra nulla con la montagna», commenta Carlo Alberto Zanella, presidente del Cai Alto Adige. «Oramai un certo tipo di turismo da tamarri è stato sdoganato, ma non va bene». Zanella si dice preoccupato per la piega che stanno prendendo un certo tipo di servizi: «Non vorrei che gli elicotteri diventassero i taxi della montagna. Questi mezzi dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per i soccorsi e per trasportare materiale e rifornimenti per i rifugi e le strutture d’alta quota». In altre parole, secondo il Cai si è passato il segno: «I veri appassionati di montagna sanno che la bellezza va conquistata senza scorciatoie». Il presidente di Mountain Wilderness, Luigi Casanova, punta il dito contro la Fondazione Dolomiti Unesco, colpevole di non fare abbastanza per difendere le montagne che dal 2009 sono state inserite nella lista dei patrimoni dell’umanità. «Il piano di gestione Dolomiti 2040, nato da un percorso partecipato e approvato dalla Fondazione nel 2017, è rimasto lettera morta. Già allora si era deciso di vietare i voli turistici sulle dolomiti, autorizzando, salvo alcune eccezioni, solo gli interventi di soccorso e per il rifornimento dei rifugi».

 Per Casanova, in montagna vengono effettuati troppi voli non essenziali: «La Fondazione è un ente che praticamente non esiste, in questo modo i vuoti vengono riempiti dai privati che non si preoccupano delle ricadute ambientali delle proprie attività». Il presidente di Mountain Wilderness parla di una situazione «sfuggita consapevolmente di mano», e aggiunge: «È incredibile che certe attività vengano proposte nelle zone che sono state segnate dalla tragedia del Cermis». Il 3 febbraio 1998, un aereo militare statunitense tranciò i cavi della funivia uccidendo 20 persone.

La posizione dell’azienda

«Il velivolo è di proprietà di un privato che finora lo ha usato per conto suo, non sono ancora stati effettuati dei voli turistici per conto della nostra società», spiega Salomon Berhane, socio fondatore della Helijoy. D’altra parte la società è nata all’incirca un anno fa e la proposta del volo in jet era appena stata lanciata sul mercato. «In merito agli elicotteri abbiamo sempre rispettato tutte le normative vigenti, anche noi amiamo la montagna e cerchiamo di limitare il più possibile il numero dei sorvoli e le distanze percorse. Di fronte alle critiche — conclude Berhane — cerchiamo sempre di migliorare». Tuttavia, alla luce delle polemiche sollevate dall’iniziativa, l’Albatros rischia di non spiccare nemmeno il primo volo turistico .

3 gennaio 2025

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