Stellantis, 2024 anno nero. ‘Mai produzioni così basse. Calo netto anche alla ex Sevel’

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Mai così male Stellantis: il 2024 sarà ricordato come l’anno nero.

Lo dice la Fim Cisl nazionale che passa al setaccio i numeri della produzione italiana del colosso industriale. “I dati produttivi – afferma il report – si chiudono negativamente, dopo due anni di crescita e segnano un forte dato negativo rispetto al 2023, con una quantità tra autovetture e furgoni commerciali di 475.090 unità (-36,8%) contro le 751,384 del 2024. Per la prima volta tutti gli stabilimenti sono in negativo: gli autoveicoli con perdite maggiori rispetto ai mezzi commerciali. Precisamente le macchine registrano un -45,7% con 283.090 unità, per trovare un dato così basso di produzione bisogna spostare le lancette nel 1956”.

“I veicoli commerciali realizzati in Val di Sangro raccontano di un -16,6% – continua la nota – . Qui si è avuta una flessione più contenuta in termini percentuali rispetto al resto delle fabbriche, anche se in termini di volumi l’impatto è consistente pari ad oltre 38.000 unità. La produzione ha fatto registrare un continuo peggioramento dall’inizio del 2024, raggiungendo cali produttivi nelle auto dal 21% al 70%”.

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E in Abruzzo? “La produzione nei veicoli commerciali raggiunge la quota di 192.000 unità ad Atessa (Ch), con un risultato negativo rispetto al 2023 del -16,6%”. Nonostante i numeri negativi questa è una delle migliori performance del gruppo. “Atessa – viene rimarcato dal sindacato – insieme a Pomigliano erano gli unici due stabilimenti a crescere nei primi 6 mesi dell’anno. L’ipotesi iniziale era lavorare su 15 turni, con la previsione di produrre 255 mila veicoli commerciali (+11% rispetto al 2023). La situazione è cambiata dal mese di giugno. Da allora mediamente da 800/1.000 lavoratori sono stati in cassa integrazione, prima a seguito di una diminuzione degli ordini dei cabinati, a causa di un calo del mercato dei camper, successivamente da luglio un calo anche sulle produzioni dei van. A tutto questo bisogna aggiungere lo stop completo di circa 21 turni”.

“Alla nostra preoccupazione e pressione su Atessa, – precisa la Fim, con il segretario nazionale Ferdinando Uliano – Stellantis ha risposto rafforzando il piano industriale originario, aggiungendo lo sviluppo elettrico della piattaforma gamma large e anche la nuova versione large dal 2027”. Attualmente lo stabilimento produce i seguenti veicoli commerciali, relativi alla gamma Large van: Fiat Ducato, Peugeot Boxer, Citroen Jumper, Opel/vauxhall Movano e Toyota Proace Max

“Per noi, – rimarca Fim – lo stabilimento abruzzese deve continuare a mantenere la leadership nei veicoli commerciali all’interno del gruppo; pertanto, la produzione deve essere continuamente protetta e rafforzata. In questa direzione andrebbero le stabilizzazioni dei 98 lavoratori in staff leasing presenti da vari anni e che stiamo sostenendo da tempo. Lo stabilimento di Atessa oltre all’elettrico potrebbe produrre mezzi con la propulsione a celle a combustibile a idrogeno. L’investimento di potenziamento della nuova verniciatura, che non utilizza più i solventi e ha un minor impatto ambientale, è stato completato”.

“La situazione del settore automotive in Europa diventa sempre più critica – sottolinea Uliano – e quella di casa nostra è condizionata anche dalle scelte che l’Europa sarà in grado di assumere difronte ad un aggravamento della situazione complessiva.
Le drammatiche novità provenienti dalla Germania e dal Belgio, nei maggiori gruppi automobilistici, rischiano di produrre un terremoto per tutta l’industria, a partire anche dalle numerose aziende della componentistica nell’area centro-nord del Paese. Sono indispensabili interventi sulle scelte strategiche da parte della Ue a partire dalla definizione di un apposito Fondo d’investimento. Abbiamo giudicato negativamente la decisione del governo di tagliare i Fondi Auto per un totale di 4,5 miliardi e anche se per il 2025 si è corsi al riparo, il problema rimane. I singoli Paesi non sono in grado di rispondere in maniera sistematica ad una crisi che investe tutte le case automobilistiche del continente”.

03 gen. 2025

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