Saldi invernali al via il 4 gennaio 2025 anche a Piacenza. Secondo le stime nazionali a comprare sarà quasi un italiano su due, budget medio 138 euro a persona. Il tema è stato affrontato a Radio Sound dal Direttore di Confesercenti Piacenza Fabrizio Samuelli e dal Presidente di Federmoda Piacenza Gianluca Brugnoli.
I dati che abbiamo noi – spiega Fabrizio Samuelli, Direttore di Confesercenti Piacenza – sono un po’ più confortanti. Infatti dovremmo arrivare a una spesa di 300 euro a famiglia, quindi più di 100 euro a persona. E’ chiaro che si tratta di una media. Non solo gli esercenti ritengono questo momento come fondamentale per il settore, ma lo è anche per i consumatori. I saldi vengono ritenuti il momento più importante per fare acquisti, molto più ancora oggi nel Black Friday.
Rispetto alle aspettative il periodo è andato discretamente bene, poi anche qui bisogna ragionare caso per caso. Comunque abbiamo raggiunto un obiettivo importante: la riscoperta del luogo fisico, quindi del negozio, come luogo di acquisto.
I saldi cominciano troppo presto e ci sono ancora problemi con la concorrenza sul web
Quest’anno partono prima dell’Epifania, siamo dal punto di vista meteorologico e del tempo a meno di due settimane dall’inizio effettivo dell’inverno. E’ vero che è iniziato il freddo ma è stato abbastanza relativo per cui abbiamo sempre questo problema. Poi c’è il discorso del web che è un po’ una tana libera a tutti, non tanto da parte dei commercianti, ma dai grandi network internazionali, dei grandi gruppi. Infatti il Black Friday e altre iniziative promozionali sono situazioni che vanno ad annacquare quello che è l’attesa dei saldi e del periodo di Natale.
Saldi invernali al via il 4 gennaio 2025 anche a Piacenza
Non si sono ancora concluse tutte le festività, manca ancora l’Epifania che permette a una parte di lavoratori di fare il ponte, ma c’è attesa per la caccia all’affare secondo il Presidente di Federmoda Piacenza Gianluca Brugnoli. Direi che noi siamo abbastanza in linea col trend nazionale, che prevede 138 Euro di spesa in media a persona. L’andamento negli ultimi anni almeno è stato così per quanto riguarda il nostro territorio. Ci si aspettava forse qualcosa di più, visto quello che è stato l’andamento del dicembre e il momento. In particolare perché essendo stato un dicembre un pochino sottotono, tranne la corsa all’ultimo dei 4-5 giorni finali, l’attesa per i saldi è comunque grande.
Risolve ancora la stagione il momento dei saldi?
E’ un momento importante, comunque toglie rimanenze, fa cassetto e quant’altro.Si potrebbe discutere sulla tempistica dei saldi, ovvero sul fatto che quest’anno la data del 4 gennaio, sia un po’ più a ridosso del Natale, dove la gente ha speso a prezzo pieno. Sicuramente con altre 3-4 settimane in più di vendita, Per noi esercenti sarebbe tutto profitto in più per poi andare a defluire verso la fine di gennaio con l’inizio degli sconti.
Ormai però l’inizio dei saldi dopo le feste è un’abitudine consolidata per i consumatori
E’ da anni che è così, è una data consolidata e attesa dai consumatori. Visto che la tradizione è radicata, la speranza degli esercenti è che almeno nelle prime due settimane di saldi ci sia una buona corsa agli acquisti che magari non si sono fatti nel mese di dicembre.
Saldi invernali, in Italia tra i più richiesti maglioni e felpe.
Nota stampa di Confconsumatori
In vista dei saldi invernali che partiranno il 4 gennaio, i consumatori devono prestare la massima attenzione alle varie insidie che possono nascondersi nelle promozioni affinché un’opportunità non si trasformi in fregatura. Confconsumatori richiama l’attenzione su tre possibili casistiche.
L’INDICAZIONE DEL PREZZO SCONTATO
La riduzione di prezzo annunciata in una pubblicità deve essere calcolata sulla base del prezzo più basso degli ultimi 30 giorni. Esistono promozioni di vario tipo che presentano riduzioni di prezzo o “prezzi sensazionali”, ma spesso la riduzione di prezzo pubblicizzata è sulla base del prezzo immediatamente precedente all’offerta. In questo modo viene indotto in errore il consumatore, aumentando il prezzo praticato prima di annunciare una riduzione di prezzo ed esponendo così false riduzioni di prezzo.
A tal proposito la Corte di giustizia Ue con una recente sentenza ha stabilito che una riduzione di prezzo, annunciata da un’azienda sotto forma di una percentuale o di una dicitura pubblicitaria diretta a sottolineare il carattere vantaggioso di un’offerta di prezzo, deve essere determinata sulla base del prezzo più basso applicato nel corso di un periodo non inferiore a 30 giorni prima dell’applicazione della riduzione di prezzo.
GLI ACQUISTI ONLINE TRAMITE PIATTAFORME
Occorre prestare attenzione al prezzo effettivo dei prodotti commercializzati online. In passato, infatti, è accaduto che siano state diffuse informazioni ingannevoli in merito ai reali costi delle transazioni commerciali veicolando, attraverso una pluralità di mezzi pubblicitari, claim enfaticamente incentrati sulla gratuità delle operazioni di compravendita e sull’assenza di commissioni.
Le società hanno omesso di indicare in modo chiaro e trasparente, fin dal momento dell’iniziale “aggancio pubblicitario”, l’esistenza a carico dei consumatori di costi ulteriori rispetto al prezzo di acquisto del prodotto, legati all’applicazione di commissioni: ad esempio per la protezione degli acquisti o per le spese di spedizione. Si tratta di pratiche commerciali scorrette ai sensi del Codice del consumo. In quanto idonee a ingannare i consumatori sulle modalità e sui costi delle operazioni di compravendita eseguibili sulle piattaforme e dunque a indurli ad assumere una decisione circa l’acquisto di un prodotto sul sito che altrimenti non avrebbero preso. E se tali prassi si sono verificate nel passato è bene sapere anche che le società che le hanno messe in atto sono state sanzionate dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
BUY NOW, PAY LATER: “ACQUISTA ORA, PAGA DOPO”
In questi giorni stiamo assistendo ad un vero e proprio bombardamento pubblicitario su tale modalità di pagamento. Si tratta di un finanziamento a breve termine di importo contenuto, con valutazione della richiesta di credito spesso in modo istantaneo, con il quale il consumatore fraziona il pagamento di un acquisto in un numero variabile di rate senza interessi. Le spese riguardano soprattutto beni voluttuari e, pur attraendo maggiormente i giovani, cominciano a coinvolgere tutte le fasce d’età. L’aumento della digitalizzazione dell’e-commerce ha favorito la forte crescita del “Buy now, pay later” i cui importi, secondo i dati diffusi da un recente report di Crif, la Centrale rischi di intermediazioni finanziarie, nel secondo trimestre del 2024 sono cresciuti del 133% rispetto al primo trimestre 2022. E più della metà degli utilizzatori ha sottoscritto almeno 2 contratti, mentre il 16% ne ha sottoscritti 5 o più. Occorre prestare la massima attenzione ai contratti in quanto, anche se senza interessi, possono essere previste commissioni per le modalità di pagamento o in caso di ritardo nei pagamenti. Da quest’ultimo punto di vista potrebbero essere previste anche penali e interessi di mora non irrisori. I consumatori devono prestare la massima attenzione perché, come ha scritto la Banca d’Italia in un report del 2022, «potrebbero favorire acquisti impulsivi ed eccessivi rispetto alle capacità di spesa degli acquirenti, determinando per gli utilizzatori l’accumulo inconsapevole di una quantità di debito complessivo non sostenibile». Insomma, il rischio di sovraindebitamento è dietro l’angolo. “Abbiamo voluto richiamare l’attenzione su queste nuove problematiche, perché abbiamo constatato che spesso i consumatori prestano attenzione ai soliti accorgimenti ormai abbastanza conosciuti e non si rendono conto che vi sono nuove insidie – dichiarano il presidente nazionale di Confconsumatori, Marco Festelli, e il vicepresidente nazionale Carmelo Calì –. Il consumatore informato ha già dimostrato di saper difendere i propri diritti”.
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