Pronto soccorso al collasso in tutta Genova, Nicolò: “Prevedibile, ma il piano sta funzionando”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Genova. Oltre 100 pazienti in attesa contemporaneamente tra Villa Scassi, San Martino, Galliera ed Evangelico. Il picco si è verificato a metà giornata, intorno alle 13.00, e rende l’idea della giornata da incubo vissuta oggi dai pronto soccorso genovesi, largamente prevedibile dopo la giornata festiva e in piena stagione influenzale, con la contemporanea carenza di personale della guardia medica. Nonostante tutto l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò fornisce i numeri degli influenza point, gli studi medici aperti in via straordinaria per gestire i casi a bassa complessità, e spiega che “il piano sta funzionando, avendo alleggerito i pronto soccorso in particolare nei giorni di festa“.

La situazione è rimasta critica per tutto il giorno. In tardo pomeriggio, secondo i dati della piattaforma PS Live consultabile da tutti, ci sono ancora 24 pazienti in attesa e 113 in cura al San Martino, 21 in attesa e 72 in cura al Galliera, 34 in attesa e 72 in cura al Villa Scassi, 15 in attesa e 10 in cura al Gaslni. Al netto dei casi meno gravi, i codici rossi e arancioni complessivamente sono più della metà.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Al Galliera alcuni lettini sono stati sistemati nella camera calda, la zona di filtro vicino all’entrata delle ambulanze. Al San Martino, dove sono stati registrati 220 accessi dalla mezzanotte, i pazienti sono stati collocati ovunque, anche nei corridoi, e in alcuni momenti i familiari sono stati tenuti all’esterno per evitare un eccessivo sovraffollamento dei locali. A farne le spese sono i malati ma anche il personale sanitario, visibilmente sotto stress, più di quanto non avvenga normalmente.

“È una giornata abbastanza difficile, insieme al 27 dicembre finora la più impegnativa – conferma Paolo Frisoni, direttore del 118 di Genova -. Oggi abbiamo fatto girare 280 ambulanze, circa il 15% in più rispetto alla media del periodo. Tutti gli ospedali sono in oggettiva difficoltà, noi cerchiamo di gestire i flussi minuto per minuto. La maggior parte dei soccorsi riguarda patologie respiratorie, influenza e sindromi gastrointestinali. Il piano della Regione? Ha funzionato, perché negli altri giorni non abbiamo avuto nessuna criticità. Nel complesso è andata meglio dell’anno scorso“.

ambulanze pronto soccorso san martino

Ad oggi sono 2.259 gli accessi registrati dal 7 dicembre agli influenza point di tutta la Liguria, di cui 790 sul territorio della Asl 3 (qui l’elenco degli studi medici aperti nell’ultimo ponte festivo 4-5-6 gennaio) e 346 nella Asl 4. “Si tratta di un numero elevato di accessi alle strutture che abbiamo messo a disposizione per la gestione dei casi a bassa complessità legati al virus influenzale – spiega l’assessore Nicolò – . Una misura che anche quest’anno si è rivelata necessaria per dare una risposta ai tanti liguri che durante questo periodo si sono trovati costretti a combattere con l’influenza”.

L’emergenza è terreno di scontro politico. Oggi Stefano Giordano, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, punta nuovamente il dito contro la giunta Bucci dopo aver effettuato il quarto sopralluogo in pochi giorni: “L’esecutivo regionale non ha gettato in tempo le basi per affrontare l’emergenza sanitaria di fine anno, peraltro ampiamente annunciata. La prova del nove a Genova l’abbiamo avuta proprio tra la vigilia di Natale e oggi: pronto soccorso letteralmente intasati con l’aggravante delle guardie mediche insufficienti per rispondere alle esigenze dei cittadini. Da un esecutivo che si vanta di essere quello del fare, ci saremmo aspettati una strategia in grado di alleviare le sofferenze dei malati anziché acuirle, e di permettere gli operatori sanitari di lavorare con serenità anziché mortificarne la professionalità”.

Giordano parla di “400 persone tra malati in attesa e pazienti in barella”, barelle “insufficienti per accogliere tutti e in molti casi letteralmente parcheggiate in aree inidonee sia per motivi sanitari che per motivi di sicurezza. Anzi, a partire da oggi, denuncerò il mancato rispetto delle norme di sicurezza per pazienti e lavoratori agli organi preposti: è inaccettabile far correre rischi ai cittadini che hanno bisogno di cure e al personale che deve garantire le cure. Al Galliera, per esempio, l’utilizzo della camera calda per i malati in attesa è la prova provata di un uso inappropriato degli spazi e a questo proposito farò un passaggio con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione del Galliera per visionare i piani di emergenza”. Intanto Cristina Lodi di Azione ha lanciato una serie di proposte.

“Oggi si sta registrando un afflusso superiore rispetto ai giorni precedenti – riconosce l’assessore Nicolò – ma visto l’avvicinarsi del picco influenzale, con la Liguria che è tra le regioni ad incidenza più alta dopo la solo la Sardegna, era prevedibile ed è in linea con gli anni passati. Credo però che sia necessario entrare nella nuova ottica di quelli che sono oggi gli influenza point e che domani saranno gli studi a bassa complessità all’interno delle case di comunità che si stanno aprendo sul territorio. Nei pronto soccorso sarà necessario dover gestire unicamente i casi ad alta complessità, per i casi meno gravi le persone dovranno abituarsi alla nuova riorganizzazione territoriale che comprenderà anche i poliambulatori. Il numero sempre crescente di liguri che si stanno recando agli influenza point sta dimostrando che la strada intrapresa è quella giusta per alleggerire la pressione sugli ospedali”.

Molti pazienti che oggi si sono rivolti agli ospedali sono anziani. “Regione Liguria sta anche completamente ridisegnando la gestione dei letti post acuti in Rsa – ribadisce Nicolò -. Ogni pronto soccorso dovrà poter contare su almeno 50 letti acuti da gestire in autonomia per ridurre il numero di barelle nei corridoi“. E sulla crisi della guardia medica: “Siamo anche ben consapevoli della carenza dei medici di continuità assistenziale, problema cronico e nazionale, ed è proprio da questa consapevolezza che è nata l’interlocuzione con i medici di famiglia per cercare di tenere aperti il più possibile gli ambulatori per la bassa complessità, in sinergia con i punti di primo intervento in attesa delle nuove case di comunità, tenuto conto anche della capacità del 118 di omogenizzare l’afflusso ai pronto soccorso. L’Ospedale Gallino, ad esempio, che un è ambulatorio equivalente a un pronto soccorso a bassa complessità (codici bianchi e verdi) che funziona dalle 8 alle 20 a dicembre ha curato 264 pazienti senza gravi patologie”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link