Presepe Vivente di Pezze di Greco, diffida degli animalisti: “Sospendete l’evento” – Senza Colonne News

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Di Marina Poci per il numero 384 de Il7 Magazine
La diffida, giunta il 30 dicembre scorso a firma dell’avvocata Donatella Monaco di Vasto (Chieti) in rappresentanza dell’associazione animalista Animaliberaction, è stata inviata alla Procura della Repubblica di Brindisi, alla Asl di Brindisi, al Sindaco di Fasano, alla Polizia Municipale di Fasano, al Ministro della Salute, ai Carabinieri Forestali, al Prefetto e all’Associazione Culturale Presepe Vivente di Pezze di Greco e contiene la formale intimazione a sospendere immediatamente e senza dilazione, in quanto ritenuta illegittima e non conforme alle vigenti normative, la manifestazione che da trentasei Natali attira nella frazione fasanese più di 20mila persone da tutta Italia: potrebbero dunque essere a rischio le ultime due rappresentazioni del Presepe Vivente, programmate nel Villaggio Rupestre di Lama del Trappeto di Pezze di Greco per il 5 e il 6 gennaio (così come quella straordinaria per le scuole, fissata per il 7), se una delle autorità o degli enti interessati dalla diffida dovesse condividere gli assunti di Animaliberaction e ritenere fondata la richiesta di interruzione dell’evento.
Dunque asini, muli, pecore, capre, galline, i caratteristici bovini podolici tipici dell’entroterra pugliese e tutti gli animali che popolano la minuziosa ricostruzione della natività di Cristo ambientata ai primi del Novecento, con decine e decine di figuranti che riproducono i mestieri tipici dell’epoca entrando in relazione con i visitatori, si troverebbero, secondo l’associazione animalista che avrebbe raccolto le segnalazioni di “moltissime persone”, in “evidente stato di maltrattamento, in spregio delle autorizzazioni igienico-sanitaria e delle prescrizioni previste dalla vigente normativa”, autorizzazioni delle quali la legale autrice della diffida ha chiesto “l’esibizione da parte degli Enti preposti”.
Invito a cui non si è sottratto il sindaco di Fasano, che ha prontamente postato sul suo profilo di Facebook, nel pomeriggio del 2 gennaio, il verbale dell’ispezione avvenuta a cura degli agenti della Polizia Locale e del personale del SIAV (Servizio Igiene e Assistenza Veterinaria) di ASL Brindisi, secondo cui “Tutti gli animali presenti erano regolarmente identificati e muniti di documento di accompagnamento necessario alla movimentazione degli stessi” e si presentavano in buone condizioni di salute e nutrizione”. Inoltre, “non vi erano sintomi di malattie infettive e o diffusive” e “per il pubblico era impossibile giungere a diretto contatto degli animali vista la presenza di barriera non vi erano segni di ritenzione incompatibili con la loro natura, o di maltrattamento”.
Contrariamente a quanto sostenuto nella diffida, dunque, nessuna violazione delle “norme sul benessere animale” sarebbe stata perpetrata dall’organizzazione del Presepe Vivente. Animaliberaction aveva invece parlato di “animali legati con funi molto corte, che impediscono qualsiasi movimento per ore, senza acqua per abbeverarsi, asini spinti e sollecitati per spostare le macine e/o macchine di scena, sottoposti a condizioni di maltrattamento di ogni genere, utilizzati e stressati per lo scatto delle fotografie, al solo fine della “spettacolarizzazione” degli stessi”.
Di particolare impatto, nella comunicazione a firma dell’avvocata Monaco, è risultato il racconto dettagliato di una precisa circostanza: “In una grotta”, si legge infatti nella diffida, “veniva esposto un cadavere di animale intero, su un vassoio (verosimilmente un agnello), con le membra scuoiate, con sangue rosso vivo, con il cranio spaccato e occhi ben evidenti nella sede ossea. Tutto ciò ha urtato la sensibilità e provocato l’indignazione di molti visitatori, che sono pronti a testimoniare, anche con video riprese, quanto denunciato”.
Alla ispezione era presente anche don Donato Liuzzi, nella sua qualità di presidente dell’Associazione Presepe Vivente, il quale in una dichiarazione rilasciata alla testata fasanese Osservatorio Oggi, ha assicurato di aver ricevuto la diffida “prestando attenzione critica e avviando un processo di discernimento su quanto segnalato” e ha sottolineato come “accanto alle reali o presunte criticità”, vada riaffermata “l’alta valenza spirituale e culturale della rappresentazione che da decenni è veicolo di trasmissione delle tradizioni contadine ed è animazione di un villaggio rupestre con la generosa partecipazione di diverse generazioni e agenzie del territorio cui siamo coralmente grati”. Una interpretazione dell’evento condivisa dal sindaco, che non si è limitato a pubblicare le immagini del verbale di ispezione, ma ha portato la propria solidarietà a don Liuzzi e alla organizzazione nel suo complesso, compresi tutti i volontari “colpiti da un attacco immeritato ad una istituzione culturale che appartiene, affettivamente e moralmente, al cuore di tutti i fasanesi”. In aperta polemica con il testo della diffida, il primo cittadino ha definito “fuori luogo l’iniziativa di chi non può assumere posizioni così gratuite verso un’iniziativa che conosce per sentito dire”.
E salvo qualche limitata voce contraria, sui social network i fasanesi hanno fatto quadrato intorno all’Associazione Presepe Vivente, evidenziandone l’atteggiamento di attenta e premurosa cura nutrito nei confronti degli animali protagonisti della rappresentazione. Infatti, al netto di chi appella gli animalisti con i più beceri insulti, invitandoli a “farsi vedere da uno bravo”, e di chi si chiede se lo stesso scandalo suscitino le condizioni disumane dei rifugiati di Gaza o degli operai costretti a svolgere le loro mansioni in assenza delle norme relative alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, si leggono soprattutto i commenti di chi, pur ritenendosi convinto sostenitore dei diritti degli animali, valuta come infondata e ingenerosa la diffida, ritenendola un’offesa a una delle più apprezzate tradizioni del territorio e allo sforzo profuso dall’intera comunità a sostegno della manifestazione.
Occorrerà adesso restare in attesa di capire se le altre istituzioni destinatarie della diffida, in particolar modo la Procura della Repubblica di Brindisi, adotteranno provvedimenti che vadano ad incidere sulla programmazione delle date restanti. In caso contrario, Animaliberaction è pronta a dare battaglia intraprendendo “ogni opportuna azione in sede giudiziaria”, per l’accertamento della violazione di tutte le norme a difesa del benessere degli animali, inclusi i principi garantiti dalla Carta Costituzionale (cioè l’articolo 9 che, così come modificato nel 2022, stabilisce che “La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” e che “La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”).






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