“Odra, arrenditi! Progetto da bocciare secondo nuove linee guida Ministero, Regione ne prenda atto”

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BARI – “Odra e i suoi sostenitori si arrendano! Le ultime indicazioni operative sulla movimentazione dei fondali marini per la posa di cavi e condotte, pubblicate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica il 24 dicembre scorso, mettono un ulteriore ostacolo al progetto della mega centrale eolica offshore di Odra Energia lungo la costa Otranto-Leuca”. Così in una nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.

“Le linee guida del Mase – prosegue – fanno cadere i piani di Odra per l’approdo a terra in località La Fraula del suo gigantesco impianto galleggiante, progettato senza alcun riguardo per l’area marina e costiera che andrebbe a sfregiare. Ancora una volta sollecitiamo la Regione a prendere una posizione netta di diniego rispetto a questo progetto, recependo le ultime direttive del Ministero nel disegno di legge regionale sulle aree idonee per impianti energetici da fonti rinnovabili.
Ribadiamo il nostro no senz’appello a qualsiasi tipo di deroga, a tutela del paesaggio su cui il progetto Odra andrebbe a impattare violentemente e irreversibilmente. Anche la proposta progettuale aggiornata, depositata a novembre scorso, è in palese contrasto con le direttive ministeriali per quanto riguarda le opere di connessione a terra, che andrebbero a solcare territori di rilevante pregio ambientale e soggetti a molteplici vincoli. Il Ministero vieta infatti l’approdo dei cavi sottomarini in habitat di pregio o protetti, anche se realizzato con tecnologia di trivellazione orizzontale controllata (toc). ⁠
La Regione Puglia, al contrario, nell’articolo 6 comma 1 del disegno di legge in discussione, consente la trivellazione e posa dei cavi con tecnologia toc in aree di notevole interesse pubblico. Ciò significa che, per la Regione Puglia, il progetto di Odra si può fare. Eppure, è evidente che si tratta di un piano scellerato, perché pretende di piazzare 73 aerogeneratori alti ben 315 metri e con pale del diametro di 280 metri a soli 14 chilometri da uno dei tratti di costa più belli al mondo.
Un obbrobrio inaccettabile – spiega -, contro il quale combattiamo da oltre tre anni, con la mobilitazione dell’intero territorio salentino. Ci sono le delibere contrarie di ben 72 Consigli comunali, dell’Assemblea dei sindaci della Provincia di Lecce, c’è il muro delle Pro Loco e delle associazioni ambientaliste degne di questo nome (perché ce ne sono alcune favorevoli!) e dei comitati locali.
Ma la Regione continua a fare orecchio da mercante. Anzi, con il suo atteggiamento da Ponzio Pilato ha spianato la strada al progetto Odra, facendo melina e ostacolando le nostre iniziative di opposizione in Consiglio regionale. E da ultimo, con una determina dirigenziale dell’Assessorato allo Sviluppo economico, ha espresso un parere (anzi un non parere, che peraltro sarebbe spettato all’Assessorato all’Ambiente competente in materia di autorizzazioni ambientali) che si limita a fare copia e incolla di alcune parti del progetto Odra, omettendo i vistosi rischi di degrado ambientale e paesaggistico e mettendo invece in evidenza, in modo tendenzioso, le eventuali compensazioni al territorio. Solo fumo negli occhi: un’esca che ci lascia indifferenti e anzi ci offende, perché per noi non c’è prezzo che valga quanto il nostro patrimonio di bellezza e cultura, le nostre identità e i nostri valori territoriali.
Non abbiamo l’anello al naso e non ci lasciamo comprare per un piatto di lenticchie. Non siamo disposti a farci colonizzare dai giganti delle rinnovabili, al contrario di chi invece è pronto a svendere il territorio per quatto soldi. Non ci incantano le sirene delle multinazionali dell’energia, interessate solo a speculare. Senza considerare che la Puglia ha già dato, sacrificando ampie porzioni del suo paesaggio sull’altare delle energie cosiddette pulite. Produciamo già oltre 6 gigawatt di energia dal vento e dal sole, a fronte di un fabbisogno di 3 gigawatt, e non ne abbiamo ricavato alcun beneficio economico.
Il Governo regionale prenda esempio dalla Regione Sardegna, che ha avuto il coraggio di opporsi all’assalto dei signori delle rinnovabili deliberando lo stop a nuovi impianti per diciotto mesi. Iniziativa che proporremo anche noi in Consiglio regionale, per smascherare chi si professa paladino del territorio solo a parole, ma non fa nulla per difenderlo e anzi fiancheggia l’invasore” conclude Pagliaro.





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