Monza, 3 gennaio 2025 – Un “annus horribilis”. Pochi punti e tante spese, una classifica che piange e i conti in banca che non sono da meno. Partiamo dal calcio giocato. Nel 2023 il Monza aveva chiuso l’anno solare in Serie A con 58 punti in 41 partite. Un anno dopo, i biancorossi hanno conquistato appena sei vittorie in campionato: a marzo l’ultima in casa col Cagliari che tornerà a far visita al vecchio Brianteo proprio domenica prossima in quello che appare ormai come uno spartiacque da dentro o fuori.
L’unica vittoria di questo torneo a ottobre a Verona, e un totale di soli 33 punti ottenuti in dieci mesi.
I perché di una crisi
Le ragioni di questi risultati deficitari vanno ricercate verosimilmente anche nel progressivo disimpegno della Fininvest e dei figli di Silvio Berlusconi dal progetto Monza, con un mercato sempre più deficitario. Una scelta figlia di un bilancio che ha pesato sulle casse societarie Fininvest in questi sei anni al fianco del Monza.
Tutto comincia dal 29 settembre del 2018, quando Fininvest, su spinta del suo patron Silvio Berlusconi, che in quel giorno festeggiava l’82esimo compleanno, e del fido Adriano Galliani, aveva deciso di rilevare il Monza per quello che fu da loro stessi definito, dopo 31 anni di Milan, il loro “ultimo valzer”, almeno calcisticamente parlando. Il prezzo pagato a Nicola Colombo, che aveva acquisito il Monza dopo il fallimento nel 2015, era stato di 2,9 milioni di euro. Dalla Serie C era cominciata una scalata entusiasmante, ma anche molto onerosa, per centrare quel sogno Serie A mai raggiunto in 110 anni di storia.
I costi della scalata
Oltre cento giocatori acquistati, uno stadio rifatto dalla testa ai piedi, un centro sportivo completamente rimesso a nuovo. Per reggere questo immane sforzo economico, in cinque esercizi, il Monza aveva chiuso sempre con un saldo negativo a bilancio, con una perdita complessiva di circa 193 milioni di euro. L’ultimo bilancio, quello del 2023, aveva registrato un fatturato pari a 68,3 milioni di euro, mentre i costi erano stati pari a 134,3 milioni di euro.
Da considerare che l’esercizio 2023 per il Monza era stato il primo legato interamente al campionato di Serie A. E i costi erano necessariamente lievitati. A incidere per la maggior parte, le spese per il personale, pari a 77,9 milioni di cui 56,1 milioni come salari e stipendi. Mentre i costi per le infrastrutture sportive hanno richiesto 5,8 milioni, (+38%).
Ci sono ovviamente anche i ricavi: nel 2023 sono stati pari a 68,3 milioni di euro. La voce più corposa, come per tutte le squadre di Serie A, è quella relativa ai diritti tv (38,8 milioni di euro), mentre dalle sponsorizzazioni sono arrivati 15,6 milioni. Più contenuti i ricavi dallo stadio, che registrava nel 2023 una media di 12mila spettatori a partita, con un introito di 5,7 milioni di euro. Il patrimonio netto del club al 31 dicembre 2023 era pari a 20 milioni, rispetto ai 18,2 milioni del 2022. Quattrini provenienti sostanzialmente dagli interventi della Fininvest.
Pier Silvio si tira indietro
Con un saldo negativo di oltre 60 milioni di euro. Una situazione evidentemente ritenuta insostenibile da Fininvest (le ultime dichiarazioni di Pier Silvio Berlusconi a proposito sono state esaustive: “il calcio è diventato un mondo folle”), che già prima della morte di Silvio Berlusconi aveva cominciato a cercare soci a cui cedere una quota o addirittura la maggioranza del pacchetto societario.
Dal fondo italiano Orienta Capital al milionario italo-americano Mario Gabelli di Gamco Investors, però, al momento sembra non si sia mai andati oltre alla “due diligence”. Secondo le analisi di siti specializzati come Calcio e Finanza e Milano Finanza, intanto lo squilibrio a bilancio ha portato Fininvest a dover intervenire a livello finanziario, considerando il fabbisogno complessivo indicato pari a circa 66 milioni di euro.
Così, sono arrivati nel corso del 2023 oltre 62 milioni come versamenti in conto capitale da parte della holding della famiglia Berlusconi, con ulteriori 17 milioni come versamenti in conto capitale il 28 marzo 2024 (quindi nell’esercizio che ha appena chiuso). Il nuovo bilancio non è ancora stato reso noto.
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