Credito digitalizzazione scuole, il governo ci riprova

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Informatizzazione delle scuole cantonali, il Consiglio di Stato ci riprova nella speranza che la seconda volta sia quella buona. Era il 12 dicembre quando, nel pieno delle evoluzioni circensi che hanno caratterizzato quella sessione di Gran Consiglio con al centro il Preventivo 2025, il parlamento è riuscito nel capolavoro di fare un bel buco nell’acqua proprio riguardo alla formazione tanto celebrata da più parti, tanto considerata sotto attacco balistico per poi far mancare il sostegno a un corposo credito che andava nella direzione di un suo rafforzamento. Quando è andato in votazione il rapporto redatto dal liberale radicale Alessandro Speziali sui 21,1 milioni dedicati alla digitalizzazione e allo sviluppo dei vari sistemi è infatti mancata la maggioranza qualificata. Lo ricorda il governo, nel messaggio che ha dovuto inoltrare nuovamente al Gran Consiglio: “Il Gran Consiglio, al momento del voto (…) su 63 deputate e deputati (su 90, ndr) ha totalizzato 44 voti favorevoli, due in meno di quanto necessario per raggiungere la maggioranza qualificata”.

‘Lo stop riconducibile al numero dei presenti’

Epperò, “stando a quanto emerso nella discussione parlamentare, considerando la percentuale di voti favorevoli, il mancato raggiungimento della maggioranza qualificata sembra essere riconducibile al numero contenuto di deputate e deputati presenti al momento del voto, e non a una contrarietà di merito contro la richiesta del credito d’investimento in oggetto per permettere di proseguire con l’adattamento della tecnologia e dei sistemi informatici delle scuole cantonali”. Tradotto dal burocratese governativo: siccome sembrate d’accordo, ci riproviamo. E quindi, “ritenuta l’importanza e l’urgenza del credito d’investimento per non creare disparità di trattamento tra gli istituti scolastici siti sul territorio cantonale, lo scrivente Consiglio ripropone i contenuti del messaggio senza modifiche”. E due, quindi.

Il rapporto non c’è più, i contenuti rimarranno

Il rapporto di Speziali, con lo stop parlamentare, è caduto. Quindi adesso che il governo ha licenziato il messaggio, ricomincia l’iter commissionale. Verosimilmente i contenuti saranno simili, in attesa che ci sia un Gran Consiglio senza un terzo di assenti. Speziali ricordava come sono due i crediti per realizzare la strategia informatica del Consiglio di Stato relativa alle scuole cantonali: “La prima tranche di 47,1 milioni di franchi fu approvata nel marzo 2019 mentre la seconda, pari a 21,1 milioni, è oggetto del presente messaggio”. Gli obiettivi, spiega il relatore del rapporto commissionale, sono “aumentare il livello tecnologico delle scuole ticinesi; implementare un’architettura tecnologica più performante e standardizzata; sviluppare soluzioni tecnico/logistiche per permettere una didattica più innovativa; aumentare le competenze digitali di allievi e docenti”.

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‘Adeguarsi all’evoluzione tecnologica’

Il parlamento, scriveva il deputato e presidente del Plr, “conferma l’importanza di adeguarsi all’evoluzione tecnologica e di adattare i sistemi informatici alle esigenze nonché alle opportunità attuali e future. Uno sforzo – si legge ancora nell’ormai fu rapporto – necessario per sostenere lo sviluppo dell’insegnamento nelle scuole cantonali”. Di più: “Il masterplan per la digitalizzazione delle scuole ticinesi permette un aggiornamento delle sedi scolastiche e delle infrastrutture, nelle quali si muovono migliaia tra studenti e docenti”. La commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ “ritiene questi obiettivi come necessari da raggiungere per assicurare all’insegnamento nelle scuole cantonali strumenti digitali adeguati. Ciò colmando, come affermato dal Consiglio di Stato nelle risposte alla commissione, ‘il profondo ritardo accumulato dal Cantone Ticino nell’ambito del digitale scolastico’ e allineando i processi di digitalizzazione della Scuola e dell’Amministrazione cantonale. Dai lavori commissionali è emersa, su questo tema, anche la volontà di poter misurare, se possibile, il reale apporto della digitalizzazione in corso in termini di competenze e conoscenze. Si tratterebbe di una serie di dati che potranno rivelarsi preziosi in ottica futura, quando ci si troverà nuovamente a valutare investimenti in questo settore”.

Senza dimenticare che “l’obiettivo di completare gli interventi nella misura del 70 per cento entro il 2024 è mantenuto”. Se il Gran Consiglio avesse dato il suo via libera in prima battuta, entro la fine del 2024 la quota di sedi completate sarebbe stata pari al 73 per cento.

Dalla Gestione spunti sul Cerdd…

Non è stato comunque acritico, finora, il sostegno della Gestione. Nel senso che nel corso dell’analisi del primo messaggio governativo ha voluto vederci chiaro sul ruolo del Centro di risorse didattiche e digitali (Cerdd) per accertare che non si verifichino doppioni funzionali con il Centro sistemi informativi (Csi) e il Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) della Supsi: “Un aspetto importante sia in termini di governance sia in termini di razionalità delle risorse impiegate”. La Gestione “ritiene che il tema Cerdd/Csi debba essere necessariamente analizzato e rivalutato nell’ambito del mandato di revisione della spesa. L’attuale collaborazione, seppur giudicata positiva dal governo, non esime infatti da cercare comunque delle vie riformatrici dell’attuale struttura. In questo senso, sarà interessante capire quali possano essere concretamente i margini di risparmio e le opportunità – sul medio e sul lungo termine – di unire i servizi”.

… raccolti dal governo

Tema, questo, recepito dal Consiglio di Stato che, nel messaggio inoltrato dopo la mancata maggioranza qualificata a dicembre, mette nero su bianco come “al fine di dar seguito alle critiche costruttive, agli inviti e ai suggerimenti rivolti nel rapporto commissionale e nell’ambito della discussione in Gran Consiglio, relativi in particolare alla collaborazione tra Cerdd e Csi, lo scrivente Consiglio si impegna ad analizzare e approfondire ulteriormente la tematica”.



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