Il 2024 si è chiuso male, sia per le auto sia, più ancora, per i mezzi commerciali, Light Commercial Vehicles. Vediamo separatamente i due comparti, secondo le analisi Dataforce Italia e il commento diretto di chi i numeri li “ha in mano”.
Mercato auto Italia 2024
Nelle Passenger Cars il passivo mensile supera le 5.000 unità (-4,9%), che portano a chiudere il saldo dell’anno a -0,54%. A dicembre tutti i canali della distribuzione hanno chiuso in rosso, con dati molto negativi soprattutto per il noleggio mentre i risultati dei privati e delle aziende sono molto vicini al pareggio. Il long rent ha fatto segnare un calo del 16%, mentre il breve termine dell’8,5%. In negativo piuttosto pesante anche le auto-immatricolazioni (-9,5%). La quota delle km zero e delle demo a dicembre è stata comunque superiore all’11%.
Il 2024 si chiude per le Passenger Cars con un volume complessivo di nuove targhe di 1.564.000, 8.500 in meno del 2023 (-0,54%), con i privati che riescono a rimanere a galla (+3,6% e circa 32.000 targhe aggiuntive), gli acquisti aziendali diretti con un calo di oltre 4 punti e il long rent fortemente penalizzato (il disavanzo sfiora il 18%), con una perdita di quasi 67.000 unità. Rimangono in attivo, invece, lo short rent (quasi +20%) e le auto-immatricolazioni degli Oem e dei dealer (+10,6%) che, soprattutto nella prima metà dell’anno, hanno contribuito a sostenere il mercato.
Mercato LCV Italia 2024
Situazione peggiore per gli LCV, che nel mese perdono il 14,66% (2.500 targhe in meno). A mostrare il calo più evidente sono stati, nell’ordine, i canali del noleggio a breve termine (-64%), delle auto-immatricolazioni (-22%), dei “privati” (ditte, artigiani e professionisti, -20%) e delle società (-12%).
La flessione del noleggio a lungo termine, invece, è stata modesta: non arriva al 6% (mentre a novembre era stato il canale peggiore). Nel cumulato annuo il comparto dei veicoli commerciali leggeri chiude il 2024 appena al di sopra della linea di galleggiamento (+0,48%), grazie soprattutto ai risultati del primo semestre.
Il risultato dei veicoli commerciali leggeri, in particolare dopo il giro di boa a fine giugno, desta ancora più preoccupazione rispetto alle vetture: dal +17,5% accumulato fino a giugno, si è scesi a uno striminzito pareggio di bilancio (meno di mezzo punto di attivo), con poco più di 188.000 immatricolazioni complessive, nemmeno 1.000 in più del periodo gennaio-dicembre 2023. A reggere il mercato degli LCV sono soprattutto le società che acquisiscono i mezzi con la formula della proprietà o del leasing (+3%). Anche il long rent fa la sua parte, sebbene su livelli appena superiori all’anno scorso (+1,2%). Società in proprietà e NLT costituiscono assieme il 75% del mercato delle nuove targhe dei mezzi da lavoro.
Motorizzazioni più vendute 2024
A livello di alimentazioni, dicembre ha confermato un calo per tutte le tipologie, tranne che per le full hybrid tra le Passenger Cars (oltre 2.000 targhe in più) e per il leggero incremento delle mild hybrid a benzina, mentre nei veicoli commerciali l’accentuata perdita nelle nuove targhe si è riflessa solamente sulle alimentazioni più diffuse, in particolare quella diesel che rimane comunque la preferita in assoluto, mentre le ibride e le elettriche sono leggermente cresciute, anche se rimangono confinate a quote poco significative.
Previsioni 2025, con Bev e Diesel in risalita
Il 2025 si annuncia difficile e non è semplice fare previsioni, perché le variabili in gioco sono molte (per esempio l’applicazione o il rinvio delle sanzioni per lo sforamento dei nuovi limiti di emissioni di CO2, o l’entrata in vigore dei nuovi criteri di calcolo del fringe benefit sulle auto aziendali). Dataforce ha deciso di sviluppare il forecast 2025 con due scenari differenti: uno ottimistico (best scenario), che presuppone una sterzata sensata da parte della politica europea e nazionale verso un approccio più morbido della transizione all’elettrico, salvaguardando l’industria continentale automotive da un destino probabilmente irreversibile, l’altro nettamente più “nero” (worst scenario), che si dovrebbe sviluppare qualora venisse mantenuto l’attuale status quo. Vi riportiamo in tabella ogni dato con le variazioni.
Nel Best Scenario previste 1.623.000 targhe auto e 185.000 Light Commercial Vehicles, ovvero con un livello di immatricolazioni leggermente superiore per le Passenger Cars (+60.000) rispetto a quelle consuntivate nel 2024 e quasi gli stessi volumi per i Light Commercial Vehicles (185.000, ossia 3.000 in meno).
Nel caso del Worst Scenario, le Passenger Cars precipiterebbero a quota 1.109.000 unità e i commerciali leggeri attorno a 120.000 nuove targhe.
Nella migliore delle ipotesi per il mercato, le variazioni di quote delle singole alimentazioni non saranno molto significative rispetto a quelle del 2024: le auto a benzina scenderanno al 49,5% (2,2 punti in meno) e quelle a gasolio del 2,8% al 16,7%. Stabili le auto a gas (quasi esclusivamente a gpl) al 9,3% di quota di mercato, mentre le ibride “vere” guadagneranno 2,1 punti stabilizzandosi al 17,5% (ibride full + ibride plug-in).
Abbastanza significativo è l’incremento previsto per le BEV, che comunque raggiungerebbero una quota sempre ancora modesta del 7% (+2,9%). Ancora meno sensibile la variazione delle scelte di alimentazione dei clienti dei veicoli commerciali leggeri, con spostamenti di pochi decimi di punto. Il diesel, addirittura, salirà ancora di quota, raggiungendo l’86,9% (+0,4 punti).
Multe cancellate per i costruttori nel 2025, o forse no
Se nel Best Scenario l’ipotesi formula prevede la cancellazione delle sanzioni sulla CO2 nel 2025, nel caso del Worst Scenario, l’Italia contribuirebbe per oltre 1,8 miliardi di euro di sanzioni per le Passenger Cars e quasi 400 milioni per gli LCV.
Lo scenario peggiore vedrebbe un livello di immatricolazioni di appena 1,1 milioni di nuove targhe (PC) e di 120.000 (LCV). Tra le auto, quelle a benzina scenderebbero di 7,3 punti di quota (fermandosi al 44,4%), le diesel salirebbero al 23,2% (+3,7%) per effetto dei volumi ridotti (sarebbero comunque 14.000 in meno le auto a gasolio targate rispetto allo scenario più positivo).
Le auto elettriche sfonderebbero la soglia del 10% di market share (arrivando al 10,3%, 6,1 punti in più) ma la quota complessiva delle ibride vere si contrarrebbe al 14,5%, perdendo quasi un punto di quota. In flessione il gradimento delle auto a gas (dal 9,3% al 7,6%). Nei veicoli commerciali leggeri, lo spostamento più significativo sarebbe la flessione di oltre 3 punti del diesel, con una crescita di 2,2 punti della quota dei mezzi da lavoro BEV, che potrebbero raggiungere il 4,2%. Pur con una crescita di un terzo, gli ibridi “veri” si attesterebbero solamente al 2,7%.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link