I genitori di Cecilia Sala chiedono il silenzio stampa diffondendo una nota: “La situazione di nostra figlia, Cecilia Sala, chiusa in una prigione di Teheran da 16 giorni, è complicata e molto preoccupante. Per provare a riportarla a casa il nostro governo si è mobilitato al massimo e ora sono necessari oltre agli sforzi delle autorità italiane anche riservatezza e discrezione. In questi giorni abbiamo sentito l’affetto, l’attenzione e la solidarietà delle italiane e degli italiani e del mondo dell’informazione e siamo molto grati per tutto quello che si sta facendo. La fase a cui siamo arrivati è, però, molto delicata e la sensazione è che il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione. Per questo abbiamo deciso di astenerci da commenti e dichiarazioni e ci appelliamo agli organi di informazione chiedendo il silenzio stampa. Saremo grati per il senso di responsabilità che ognuno vorrà mostrare accogliendo questa nostra richiesta”.
I Radicali italiani hanno cancellato il sit-it programmato, per rispetto della richiesta della famiglia: “Accogliamo l’appello dei genitori di Cecilia Sala e sconvochiamo la manifestazione indetta per lunedì 6 gennaio davanti all’ambasciata iraniana”.
Lunedì 6 gennaio, alle ore 14, presso l’Aula del VI piano di Palazzo San Macuto, il governo renderà, attraverso il sottosegretario Alfredo Mantovano, comunicazioni al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Lo rende noto Montecitorio. Ieri pomeriggio, in una nota diffusa dopo il vertice sul caso della giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata e detenuta in Iran, Palazzo Chigi aveva fatto sapere che “il sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica Lorenzo Guerini a riferire al Copasir già domani mattina (Oggi, NdR), e quindi per suo tramite al Parlamento”.
Nel carcere a Opera Abedini incontra il suo legale: “Pregherò per me e per lei”
La Corte d’appello di Milano ha fissato per il prossimo 15 gennaio l’udienza per discutere la richiesta dei domiciliari avanzata dalla difesa di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano bloccato in Italia il 16 dicembre scorso per una richiesta di estradizione degli Usa. La procuratrice generale di Milano Francesca Nanni aveva dato parere negativo alla richiesta del legale dei domiciliari dell’ingegnere meccanico con la messa a disposizione di un appartamento e il sostegno economico da parte del Consolato dell’Iran, oltre che eventuali divieti di espatrio e obbligo di firma per evitare qualsiasi fuga, si è in attesa che la Corte d’Appello fissi l’udienza per decidere su tale istanza.
“Pregherò per lei e per me”, ha detto Abedini al suo avvocato questa mattina in un incontro nel carcere di Opera dove è detenuto. L’ingegnere iraniano, che ha ribadito la preoccupazione per la propria famiglia, ha chiesto infatti informazioni anche sulla sulla vicenda della giornalista.
L’Iran ha protestato per l’arresto di Abedini , definendolo “illegale e in linea con gli obiettivi politici ostili Usa” e si aspetta che “Roma rigetti la politica sugli ostaggi degli Stati Uniti e crei le condizioni per il rilascio” del cittadino iraniano. Lo ha detto Majid Nili Ahmedabadi, dg per l’Europa occidentale del ministero degli Esteri di Teheran all’ambasciatrice Paola Amadei nell’incontro sul caso Sala avvenuto questa mattina. “Gli Usa prendono in ostaggio gli iraniani nel mondo, imponendo le loro leggi in altri paesi:questo non solo danneggerà i legami Iran-Italia, ma è contro le leggi internazionali”. Lo riporta l’Irna.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a cui per altro spetta l’ultima parola pure sull’estradizione, può sempre fare richiesta di revoca dell’arresto e consentire il rientro a Teheran di Abedini Najafabadi che è accusato di far parte di un’associazione per delinquere e di aver fornito componenti tecnologiche montate sui droni in uso al Corpo dei Guardiani della Rivoluzione.
Uno dei motivi della eventuale richiesta di rimessa in libertà potrebbe essere il fatto che in Italia i reati contestati hanno caratteristiche e presupposti diversi rispetto agli Usa. In particolare per quanto riguarda il Corpo dei Guardia della Rivoluzione che non è inserito nella black list dell’Onu né in quella dell’Unione Europea come organizzazione terroristica.
Ambasciatrice italiana a Teheran ricevuta dal ministero degli Esteri iraniano
L’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, è stata ricevuta questa mattina al ministero degli Esteri iraniano. Amadei – che ha incontrato il direttore per l’Europa del ministero – ha rinnovato la richiesta di rilascio immediato per Sala e la possibilità di farle arrivare in carcere generi di prima necessità. Amadei ha anche chiesto il miglioramento delle condizioni della detenzione di Sala oltre alla possibilità di effettuare altre visite consolari.
A preoccupare sono le notizie sullo stato di detenzione della giornalista: una cella piccolissima sempre illuminata, niente materasso né maschera per gli occhi. Roma ha chiesto che Teheran garantisca condizioni rispettose dei diritti umani alla Sala e piena assistenza consolare, oltre al fatto che venga assicurata la consegna dei generi di conforto che finora le sono stati negati. “Vedremo cosa diranno gli iraniani ma noi non possiamo accettare che ci sia una condizione di detenzione di Cecilia Sala che non sia rispettosa dei diritti della persona e per questo torniamo a chiederne l’immediata liberazione”, ha rimarcato Tajani.
Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi, Elisabetta Vernoni, la mamma di Cecilia Sala. L’incontro con la madre della giornalista è avvenuto dopo il vertice di governo sulla situazione di Sala a cui hanno partecipato, oltre alla premier Meloni, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il Consigliere diplomatico del Presidente, Fabrizio Saggio, e i vertici dei Servizi di intelligence. Nel corso del pomeriggio, inoltre, il Presidente Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia.
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