In Italia per comprare un’auto sono serviti mille euro in più rispetto al 2023. Crollano le immatricolazioni, ma secondo un’analisi di mercato citata dal Sole 24 Ore i margini dei costruttori sono in crescita
Lo aveva già messo in evidenza Luca Angelini su Corriere, le auto costano troppo e, forse, questa è una delle cause per le quali non si vendono più. Oltre al fatto che le nuove generazioni non le considerano uno status symbol come facevano i loro genitori, né un passaggio obbligato e rituale all’età adulta, ma sempre di più un problema che concorre alla preoccupazione per l’ambiente e all’invivibilità causata dal traffico soffocante delle nostre città.
30 mila euro il prezzo medio di un’auto
La conferma che il prezzo medio dei veicoli sia troppo alto arriva anche dai dati del Centro Studi Fleet&Mobility, riportati dal Sole 24 Ore, che svelano numeri record: in Italia nel 2024 il prezzo medio di un’auto è stato di 30 mila euro, con un aumento di oltre mille euro rispetto al valore medio – già troppo alto – del 2023 (nel 2019, anno prima del Covid, il prezzo medio era di soli 21 mila euro!). Gli italiani, insomma, non hanno mai speso così tanti soldi per mettersi al volante di un’auto nuova.
Fatturato in crescita, calano le immatricolazioni
Del resto, secondo le prime stime, il comparto automotive sembrerebbe aver chiuso l’anno con un fatturato di oltre 47 miliardi di euro (i dati sono sempre di Fleet&Mobility), anche questo un record mai toccato prima e in crescita di addirittura due punti rispetto al 2023, nonostante il noto calo delle immatricolazioni. In Italia nel 2024 sono state 1.558.704, lo 0,5% in meno del 2023, ma che sale a -18,7% rispetto agli anni precedenti al Covid. Contando solo dicembre, il dato è di 105.715, il 4,93% in meno dello stesso mese dell’anno precedente.
Crisi globale
La crisi dell’auto non tocca solo l’Italia, nemmeno soltanto l’Europa, dove pure c’è qualche eccezione. Arriva fino alla Tesla, che nel 2024 ha fatto registrare il primo storico calo delle vendite: poco meno di 1,8 milioni veicoli venduti, (-1,1% rispetto al 2023). Stellantis non fa eccezione: in Italia ha immatricolato nel 2024, secondo le elaborazioni di Dataforce, 452.615 auto (-9,9% sul 2023) e la quota di mercato si è attestata al 29%, in calo del 3% rispetto al 2023. A dicembre 2024 le vendite del gruppo in Italia sono state di 24.411 auto (-18,1% sullo stesso mese del 2023), con una quota del 23,1% (-3,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Tra i marchi, Fiat ha registrato un -41,1% di immatricolazioni a dicembre rispetto allo stesso mese del 2023, ma resta leader per le vendite in Italia contando l’intero anno, con 143.867 auto, comunque con un calo percentuale a due cifre rispetto al 2023.
Il caso Norvegia
E la crisi riguarda anche le auto a emissioni zero, purtroppo molto lontane, rispetto alle speranze della Ue, dall’obiettivo di rimpiazzare del tutto i veicoli di oggi. Ma non è ancora detta l’ultima parola: una speranza arriva dal Nord Europa. La Norvegia, infatti, si conferma paradiso delle elettriche. Come mostrano i dati della Norwegian Road Federation, quasi il 90% delle vendite di nuove vetture nel 2024 è stato composto da modelli full electric. Secondo gli esperti, il successo delle politiche norvegesi sulle auto elettriche è anche merito di una linea ben precisa portata avanti dai diversi governi che si sono succeduti nel tempo. Mentre in gran parte dei Paesi Ue gli incentivi fiscali o le esenzioni sono state introdotti per poi fare marcia indietro. «Questa è la nostra grande lezione», ha dichiarato il viceministro dei Trarporti Cecilie Knibe Kroglund, «mettere insieme un ampio pacchetto di incentivi e renderlo adattabile a lungo termine». Ora, il Paese scandinavo potrebbe raggiungere l’obiettivo di avere sulle sue strade soltanto vetture green già entro il 2025.
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