Nuovo bonus per chi, nonostante abbia raggiunto età e anzianità contributiva, deciderà di restare a lavorare. Vediamo a quanto ammonta e come averlo.
La maggior parte dei lavoratori non vede l’ora di raggiungere l’età pensionabile in modo da smettere di timbrare il cartellino ogni mattina e avere più tempo da poter dedicare ai propri hobbies e alla propria famiglia. Per quanto si possa amare il proprio lavoro, la maggioranza preferirebbe avere ritmi un po’ meno frenetici.
Ciò non toglie che poi molti si rimettano a lavorare ma un conto è farlo per passione, tutt’altra storia doverlo fare perché altrimenti non si arriva alla fine del mese. La pensione, pertanto, è il traguardo più ambito da tutti. Traguardo per molti ancora lontano mentre altri potranno già uscire dal lavoro quest’anno.
Infatti chi quest’anno compirà 67 anni e avrà maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 20 anni potrà lasciare il lavoro e godersi il meritato assegno Inps. Non solo: anche chi, pur non avendo ancora 67 anni, avrà almeno 42 anni e 10 mesi di contributi potrà smettere di lavorare.
Oltre alla classica pensione di vecchiaia, in Italia c’è anche la pensione anticipata ordinaria che non tiene conto dell’età anagrafica ma solo dei contributi versati. Per evitare troppe uscite anticipate di massa che metterebbero in crisi le casse dell’Inps, il Governo ha deciso d’introdurre un bonus per chi resterà a lavoro.
Bonus per chi non va in pensione: ecco cosa cambia da quest’anno
Le pensioni rappresentano un nodo che è quasi impossibile sciogliere. Da un lato, infatti, finché i lavoratori non escono dal lavoro, per le aziende è impossibile assumere; dall’altro per l’Inps è sempre più difficile sostenere il peso di assegni erogati per un numero crescente di anni. Che fare? Il Governo Meloni, per tamponare almeno momentaneamente la situazione, ha deciso di premiare chi non andrà in pensione ma continuerà a lavorare.
Non vai in pensione? Allora ti meriti un premio! Anzi un bonus: il bonus Maroni! Fino ad oggi il bonus Maroni era riservato solo a chi, pur avendo perfezionato i requisiti, rinunciava ad avvalersi della pensione anticipata con Quota 103. Questa opzione, infatti, consente di smettere di lavorare a soli 62 anni se i contributi sono pari almeno a 41 anni. Uno sconto anagrafico così forte mette davvero in crisi le casse statali e, dunque, è stato introdotto un bonus per scoraggiare i lavoratori a fruire di questa misura.
Da quest’anno, però, il bonus Maroni verrà esteso anche alla pensione anticipata ordinaria. Questa misura permette di uscire dal lavoro a qualunque età, anche a 60 anni o 59 se i contributi sono uguali o superiori a 42 anni e 10 mesi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne.
Anche in questo caso, tenendo conto anche dell’allungamento della durata media della vita, il rischio è che l’Inps debba erogare assegni per 40 anni o più. Dunque dal 2025 anche chi, pur avendo raggiunto i requisiti, sceglierà di rinunciare alla pensione anticipata ordinaria, potrà avere il bonus Maroni.
Bonus Maroni: a quanto ammonta e come chiederlo
Da quest’anno potranno beneficiare del bonus Maroni non solo i lavoratori che sceglieranno di non accedere alla pensione con Quota 103 ma anche coloro che rinunceranno alla pensione anticipata ordinaria e sceglieranno, dunque, di continuare a lavorare fino a 67 anni.
Per avere il bonus Maroni occorre in primis darne comunicazione al proprio datore di lavoro e poi fare richiesta all’Inps. L’importo di questo bonus dipende dallo stipendio di ciascun contribuente in quanto quest’agevolazione è uno sconto sull’aliquota Inps. In pratica, chi fruisce del bonus Maroni e resta al lavoro, fino all’età della pensione non dovrà più pagare la propria parte di aliquota Inps.
Solitamente un lavoratore dipendente paga il 9,19% di Inps e il resto lo paga il datore di lavoro. Chi continuerà a lavorare non dovrà più pagare questo 9,19% ma gli verrà versato ogni mese in busta paga. Inoltre, da quest’anno, il bonus Maroni non sarà più tassato.
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