L’era del turismo, 15 anni di boom: il primo volo low cost e l’esplosione degli affitti brevi

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Prestito condominio

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di
Claudia Baccarani

Bologna, nel 2008 le presenze erano 1 milione e 731mila. Nel 2023, ultimo dato completo disponibile, sono state 3 milioni e cinquecentomila

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Si dice che il battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Nel 2008, ci furono almeno due battiti di ala che, a guardare indietro, hanno rivoluzionato l’afflusso turistico a Bologna e, di conseguenza, hanno provocato una modificazione radicale del volto stesso della città che è sotto gli occhi di tutti e di cui si discute da tempo.
Il battito d’ali numero 1 fu l’arrivo di Ryanair all’aeroporto Marconi. Il secondo, lo sbarco in Italia di AirBnB, la formula rivoluzionaria dell’accoglienza a domicilio nata l’anno prima a centinaia di migliaia di chilometri di distanza, in California. Da quel lontano 2008 Bologna, fino ad allora a stento citata nelle guide tra le mete italiane da visitare, ha cominciato a scrivere un nuovo capitolo della propria storia, entrando a pieno titolo nell’era del turismo di massa.

Le presenze in città

I dati delle presenze dei turisti in città, se guardati su questo arco di tempo ormai piuttosto lungo, non lasciano dubbi e certificano per via statistica quello che ogni bolognese osserva e vive da un po’ di tempo. Tra gioie (per il portafoglio) e dolori (la narrazione della città dei taglieri con un centro storico ormai snaturato e respingente per i residenti). I numeri, dunque, prima di tutto: nel 2008 le presenze erano 1 milione e 731mila; nel 2023, ultimo dato completo disponibile, sono state 3 milioni e cinquecentomila. In pratica, a 14 anni di distanza i turisti sotto le Due Torri sono raddoppiati. Un trend in crescita costante e permanente, sempre a osservare i dati, rotto soltanto dal biennio della pandemia da Covid-19: nel 2014 le presenze turistiche ertano già cresciute a 2.180.982; nel 2015 si registra un exploit che arriva addirittura a segnare quasi 4 milioni di turisti ed è stato l’anno in cui la nuova tendenza apparve in tutta la sua forza per la prima volta. L’anno dopo, il 2016, segna un altro record significativo, vale a dire il sorpasso delle presenze stranieri rispetto a quelle degli italiani.




















































Sul fronte delle strutture ricettive, la rivoluzione turistica di Bologna appare ancora una volta netta, con un evidente sbilanciamento a favore delle nuove forme di accoglienza. Ancora i numeri: nel 2008 la città vantava 98 strutture alberghiere che mettevano a disposizione poco più di seimila camere. Nel 2022 (ultimo dato disponibile certificato), il numero di hotel e alberghi «tradizionali» è sceso a 93, anche se le camere sono lievemente salite, il che si può leggere con la presenza di un minor numero di strutture ma più grandi. Tutto il contrario, ovviamente, per gli appartamenti votati all’affitto turistico: se nel 2008 si contavano 356 strutture non alberghiere, nel 2022 il loro numero era lievitato a 1.909, per un totale di 4.257 camere.

Gli affitti brevi

Secondo un’analisi condotta da Unioncamere Emilia-Romagna, il settore degli affitti brevi nella nostra città ha registrato un impressionante aumento del 304% negli ultimi sette anni. Questo boom ha portato nel 2023 a ben 1,7 milioni di notti prenotate, indice di una vivacità senza precedenti nell’offerta turistica della città. Sono ben lontani, però, i tempi romantici in cui davvero il proprietario di casa affittava di persona una camera o anche un piccolo secondo appartamento al turista di turno. Fiutato l’affare, ormai a gestire questo enorme mercato sono per lo più società a tutto tondo che operano su più città, rastrellano la gestione delle case dai proprietari e le immettono sul mercato degli affitti brevi. A Bologna, per esempio, RealKAsa si definisce «il principale partner cittadino nel settore delle locazioni brevi, con circa 100 immobili».

Densità turistica

Un altro dato che serve a spiegare perché tanti bolognesi soffrono di una sindrome da accerchiamento è quella della densità turistica: dal 2014 al 2023 questo dato è balzata dal 5,68 al 9 (+37% rispetto al 2014). Per questo la presenza dei turisti appare così pervasiva e a volte ingombrante e la percezione dei residenti è quella di una invasione. Anche se i numeri di Bologna sono ancora ben lontani da quelli delle grandi città turistiche italiane, da Milano a Firenze, da Venezia a Roma e Napoli.
Assieme a presenze e numero di strutture, alberghiere e non, il terzo fronte della Bologna turistica è quello delle porte della città: come arrivano i visitatori in città? In treno, ovviamente, e anche l’alta velocità ha giocato un ruolo non da sottovalutare. Ma soprattutto dall’estero entrano dall’aeroporto Marconi. Non a caso, caro-affitti come conseguenza del boom di visitatori e carenze dello scalo sono due costanti del dibattito (e dello scontro) pubblico cittadino degli ultimi tempi. Anche qui, qualche numero: proprio nel 2024, a novembre, il Marconi ha raggiunto lo storico traguardo dei dieci milioni di passeggeri in un anno. Nel 2023 Ryanair che, dal 2009, a un anno dal primo volo bolognese, ha fatto della città uno dei suoi hub italiani, ha festeggiato i 50 milioni di passeggeri da\per il Marconi. Non tutti, va da sé, destinati a ingrossare direttamente il turismo sotto le Due Torri, ma per certo un fattore di attrazione impossibile da non tenere in considerazione.

La ricchezza generata

Ma quanto vale tutto questo? Secondo Daniele Ravaglia, presidente della Fondazione Bologna Welcome, «Bologna con la sua provincia genera ricchezza da turismo per oltre un miliardo di euro». Comprese le fiere e il turismo cosiddetto congressuale, magari meno visibile ai bolognesi ma che riempie comunque alberghi e ristoranti. Difficile tornare indietro, anche se da più parti, sindaco compreso, si invoca ormai da tempo una sorta di calmiere delle presenze turistiche. Come realizzarlo, non è chiaro.
L’amministrazione sta rivolgendo la propria attenzione verso due tra gli asset principali del settore: gli affitti brevi, con la richiesta al governo di dotare i Comuni di strumenti per limitarli o comunque governarli; e il Marconi, con l’idea di dirottare un certo numero di voli in altri scali regionali.

Offerta sbilanciata

Nel 2025, Bologna affronterà probabilmente i medesimi problemi legati al turismo di massa. A partire da un’offerta che al momento è tutta sbilanciata verso la gastronomia e il mito della città del cibo, a scapito di un’offerta culturale e ancor più museale poco attraente per il turista medio. Due tendenze alternative si sono delineate già nel corso del 2004: il turismo sportivo da un lato, con il celebratissimo passaggio del Tour de France a giugno, che nel 2025 avrà nelle finali di Coppa Davis il suo climax; dall’altro il turismo slow che punta alla riscoperta dell’Appennino. Due strade segnate e promettenti che però da sole non è detto basteranno a salvare la città dal morsa di tagliere e affitti brevi.

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