Lotito – 6,5
Assente ingiustificato nella prima parte di stagione dove ha subito troppo passivamente alcuni eventi. Fortunato ad aver incontrato Sarri che invece di rimanere come fanno molti su una panchina che non era più la sua gli consegna delle dimissioni. Folle la scelta di Tudor che per caratteristiche di gioco e per incompatibilità caratteriali già palesi non poteva avere futuro con la squadra biancoceleste. Anche qui però è assistito dalla fortuna che vede il tecnico croato dimettersi una settimana dopo che era stato decantato un progetto vincente legato al suo nome. Si riprende nella seconda parte puntando contro ogni parere su Baroni che si è rivelata la scelta capace di ribaltare l’umore della piazza. Masochista nel finale di calciomercato quando regala un giocatore ad una diretta concorrente come la Fiorentina senza sostituirlo costringendo Baroni a fare dei miracoli tattici per arrivare a gennaio in corsa in tutte le competizioni. L’esito finale dell’anno che vede però la Lazio essere stata la terza squadra in ordine di punti in Serie A ed ancora in corsa su tre fronti a metà stagione portano il voto oltre la sufficienza.
Fabiani – 7,5
Forse è l’uomo che più ha provato nella prima parte di stagione a ricomporre i cocci di un gruppo che si era disgregato in agosto. Cerca di dare supporto a Sarri fino a che il tecnico toscano ha qualcosa da dare, ma dopo l’uscita dalla Champions League i cocci non possono essere più ripresi. Sbagliata la scelta di puntare su Tudor che però prova a supportare in alcune sue scelte di mercato fino a che queste non diventano folli. La campagna acquisti fatta con le risorse messe a disposizione di Lotito è buona anche se ci sono delle imperfezioni. Come Lotito però il suo voto deve essere aumentato per la scelta di Baroni che va impreziosire un percorso iniziale non certo agevole vista l’esigenza di rifondare. Ora viene il bello perchè è chiamato a far cambiare strategia di mercato invernale a Lotito che è stato sempre restio ad investimenti a stagione in corso.
Sarri – 6,5
Il 2024 non rimarrà di certo un anno che ricorderà per via di tanti problemi personali e per via anche delle dimissioni di marzo che in quel momento sono sembrate inevitabili. In soli tre mesi però vince il derby di Coppa Italia contro la Roma, portando il suo rullino di marcia nei derby a 4 vittorie in 6 partite. Il 14 febbraio nel giorno di San Valentino arriva il suo canto del cigno con la maglia biancoceleste con la vittoria in Champions League contro il Bayern Monaco che rimane uno dei risultati sportivi più prestigiosi sulla panchina della Lazio. Lo sliding doors della sua avventura in biancoceleste arriva il 5 marzo quando al 37′ minuto della gara di ritorno contro i bavaresi Immobile fallisce un gol che avrebbe potuto aprire le porte dei quarti di finale. La Lazio viene eliminata ed anche la storia di Sarri sulla panchina biancoceleste finisce li con tanti rimpianti per quello che sarebbe potuto essere e non è stato.
Martusciello – 7
In un momento di burrasca in cui la società era assente si prende la briga di sedere su una panchina bollente e di guidare un gruppo ormai senza “Comandante” verso il primo porto sicuro. Gesto non banale ed apprezzabile che ha permesso alla Lazio di non cadere nel ridicolo.
Tudor – 5
Ha il merito di portare la Lazio in Europa League con un rullino di marcia accettabile. Nel mezzo però il derby perso in maniera banale complici anche delle dichiarazioni che hanno fatto capire sin da subito che non era un tecnico adatto alla piazza di Roma. Il percorso del campo positivo deve far spazio però ad una gestione dello spogliatoio rivedibile che lo hanno portato a fare delle richieste inaccettabili in sede di calciomercato estivo. Bene ha fatto a consegnare le dimissioni che ancora ad oggi non sappiamo se sono state retribuite o meno, ma pochi mesi sono bastati per capire che serviva altro.
Baroni – 9
Arrivato tra le critiche e lo scetticismo generale per un curriculum mediocre in un momento in cui la piazza era in subbuglio ha il merito di aver ribaltato i pronostici di chiunque grazie al suo lavoro. Pochi proclami fuori dal campo e tante idee sul terreno di gioco hanno portato il gruppo a cementarsi ed isolandosi dalle critiche iniziali che rivolte alla società potevano anche contaminare i giocatori. Bravissimo a coinvolgere tutti gli elementi della rosa permettendo alla squadra di essere competitiva su ogni fronte. Eccezionale nel rendere protagonisti alcuni dei giocatori che sono arrivati nell’estate del 2023 che però non avevano confermato le aspettative. Fenomenale nel rivitalizzare Pedro che sembrava essere con le valige in mano in estate. Determinante anche la comunicazione volta a non evidenziare alcune lacune che la rosa palesemente presentava al termine del mercato.
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