Risse in centro, baby gang femminili protagoniste di challenge violente, giovani con la pistola e il dilagare della droga. Il volto nero di Messina nella cronaca del 2024
Messina – E’ stato un 2024 caratterizzato dall’aumento di casi di movida selvaggia e criminalità giovanile, per la città di Messina, dove in particolare gli episodi di giovanissimi protagonisti di episodi di violenza sono esplosi. Nell’anno che sta per chiudersi le forze dell’Ordine hanno poi intensificato le operazioni anti droga perché, come già segnalato negli anni scorsi dalla magistratura e come spiegato qualche giorno fa dal Questore di Messina Annino Gargano, dilaga il consumo di droga a livelli tali come non se ne vedeva da decenni e aumenta la presenza del crack e delle nuove droghe sintetiche, dai pericolosissimi effetti.
Il disagio giovanile in aumento
L’anno si apre proprio con un primo episodio legato all’aumento della violenza tra ragazzi. Il 23 gennaio un docente dell’istituto Nautico Caio Duilio viene medicato in pronto soccorso dopo una violenta discussione col padre di un ragazzino. Il diverbio tra i due, che sarebbe degenerato fino ad arrivare alle botte, era stato proceduto da un episodio altrettanto violento tra allievo e docente, costato al ragazzo la sospensione dalle lezioni e la denuncia per aggressione. Pochi giorni dopo un 13enne ed un 14enne vengono alle mani a Villaggio Aldisio e nella lite ci scappa una coltellata, che raggiunge all’addome il maggiore. Il 23 maggio fuori da un locale alle spalle del Duomo, affollato di avventori, scoppia una rissa tra ragazzi che coinvolge anche il padre di uno di loro, intervenuto con una pistola.
Giovani con la pistola
Il 1 giugno la disponibilità di armi dilagante tra i ragazzi fa registrare un morto: è il 19enne Michele Lanfranchi che, maneggiando un’arma acquistata forse sul dark web, fa partire un colpo per errore che lo stramazza al suolo. Il ragazzo aveva compiuto qualche piccolo reato, da giovane, ed era stato “sotto sorveglianza” per via del comportamento borderline. Approcciato dai servizi sociali, stava tentando una nuova vita e parlava di un lavoro da poco ottenuto fuori Messina, che gli avrebbe forse consentito di staccarsi dal contesto criminale della zona nella quale gravitava. Non ha fatto in tempo a spiccare il volo.
Mala movida, dalle risse in centro alle baby gang femminili
Le risse in centro città si susseguono, come quelle che tra il 6 e il 7 dicembre si verificano tra via I Settembre e dintorni. Coinvolte 7 persone, tutte giovanissimi.
Di questi episodi sono spesso protagoniste ragazzine, molto più che in passato, come spiegano anche gli operatori della giustizia minorile. Sono ragazzine le protagoniste della rissa a Villa Dante, riprese in un video che diventa virale in pochi minuti, poco dopo un precedente video che documenta un episodio simile avvenuto sul tram. La Polizia scoprirà che dietro entrambi gli episodi c’era una sorta di baby gang di tredicenni.
Messina e provincia invase dalla droga
Intanto la droga continua a dilagare anche tra i più giovani, torna in voga il pericolosissimo crack e si affacciano le nuove sostanze sintetiche, come la spice. Troppa droga, anche in carcere, che accresce il malessere dei detenuti delle case circondariali siciliane. E’ su questi fronti quindi che si concentra l’offensiva delle forze dell’Ordine e la magistratura anche nel 2024.
A febbraio i carabinieri sequestrano crack trovato addosso a giovanissimi pusher in due distinti episodi, a Messina e Milazzo.
Il 14 febbraio la Polizia smantella una piazza di spaccio attiva a Fondo Fucile con l’operazione The Family: dopo mesi di intercettazioni e pedinamenti, gli agenti chiudono una “holding” familiare, guidata dai fratelli Coppolino, capace di garantire la vendita al dettaglio di hashish, marijuana e cocaina 24 ore su 24. Il 12 marzo tocca alla piazza della cocaina gestita a Camaro San Luigi dai fedeli di Claudio Costantino, recentemente condannato per il duplice omicidio Giuseppe Cannavò-Giovanni Portogallo, che anche durante la latitanza curava i carichi di stupefacente dalla Calabria.
Il 5 aprile scatta il blitz Caporale, l’operazione anti droga dei Carabinieri che smantella un giro attivo tra il quartiere di Giostra e Torregrotta, scoprendo anche una possibile talpa in Procura che passava informazioni agli spacciatori.
La mafia di Barcellona diffonde la spice
Il 25 giugno gli arresti sono ben 112, i Carabinieri fanno scattare contemporaneamente tre distinte operazioni su tre fronti, due a Barcellona e uno a Messina. Anche qui viene scoperto che il principale business delle organizzazioni criminali del territorio è il traffico di droga, che arriva prevalentemente dalla Calabria, e che viene smerciata anche in carcere. La Dda di Messina scopre anche che i barcellonesi acquistano sul dark web e rivendono la spice, dilagante in estate soprattutto alle Eolie, a Milazzo e negli altri centri di movida. I più attivi sono sempre giovanissimi, come dimostra l’arresto di un 24enne a Barcellona a maggio, trovato con 230 grammi di spice.
Il crimine è donna
L’1 ottobre a Barcellona scattano poi altri 9 arresti per la droga smerciata nel carcere “Madia”. A capo del giro, scopre la Polizia, ci sono delle donne. Sono donne anche le protagoniste della piazza di spaccio a Giostra smantellata dai Carabinieri con 9 arresti a luglio durante l’operazione Penelope.
Il 5 novembre la Polizia fa scattare l’operazione Casetta: 24 arresti a Santa Lucia sopra Contesse dove un vero e proprio bunker era diventato un market della droga attivo h24, gestito da due pregiudicati che attraverso veri e propri operai avevano messo su una organizzazione simile ad una società di grande distribuzione. In poche ore, documentano le cimici degli agenti, si presentavano alla Casetta per avere una dose di cocaina o hashish anche 50 persone.
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