Un’estate calda ed un autunno ancor più rovente. Non parliamo delle condizioni climatiche ma delle temperature che le inchieste della magistratura hanno portato su livelli elevatissimi nei comuni ed in Provincia. Tra indagini, perquisizioni, dimissioni e lavoro delle commissioni d’accesso facciamo il punto di quello che è successo nel 2024.
Il terremoto giudiziario a Caserta
Tutto comincia a metà giugno. Una maxi inchiesta dei carabinieri travolge il Comune di Caserta. Cinque le ordinanze di custodia cautelare, tra cui quelle all’ex assessore Massimiliano Marzo ed ai dirigenti Franco Biondi e Giovanni Natale (provvedimenti tutti annullati al Riesame). Nell’indagine viene coinvolto anche l’ex vicesindaco Emiliano Casale. Le accuse vanno dalla corruzione elettorale, alla corruzione ed al falso. Lo spaccato che emerge è inquietante: imprenditori avrebbero favorito politici, anche comprando voti, che avrebbero poi ricambiato il favore – con la complicità di funzionari compiacenti – con l’affidamento di appalti. Per la vicenda è stata fissata l’udienza preliminare.
L’invio della commissione d’accesso e l’azzeramento della giunta
L’indagine in Municipio ha portato a due effetti. Uno di ordine politico. Il sindaco Carlo Marino è stato costretto ad azzerare la giunta e nominare un consesso numericamente ai ‘minimi’ e composto da figure tutte esterne. Dall’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha inviato a Caserta una commissione d’accesso per verificare eventuali infiltrazioni o collegamenti con la criminalità organizzata nell’amministrazione. L’incarico è stato già prorogato di tre mesi e scadrà a febbraio.
L’indagine bis sul verde
A ottobre una nuova indagine colpisce Palazzo Castropignano. Stavolta nel mirino finiscono imprenditori e dirigenti che per la Procura di Santa Maria Capua Vetere avrebbero fatto cartello per indirizzare le gare sul verde non solo nel Capoluogo ma anche nella vicina San Nicola la Strada. Il sistema era semplice: alle gare bandite sarebbero state invitate solo imprese facenti parte del trust. Una sola presentava l’offerta mentre le altre avrebbero fatto da spalla o non partecipando o presentando offerte meno vantaggiose. In questo modo le imprese del cartello si sarebbero aggiudicati appalti per mezzo milione di euro. Il pubblico ministero di recente ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di 22 indagati coinvolti.
L’inchiesta su Zannini
Sempre ad ottobre le indagini della Procura mettono nel mirino due big della politica di Terra di Lavoro: il consigliere regionale Giovanni Zannini e il presidente della Provincia Giorgio Magliocca. Il consigliere regionale, destinatario di una perquisizione da parte dei carabinieri, viene indagato per corruzione e concussione. Da un lato avrebbe aiutato l’imprenditore Alfredo Campoli per un appalto a Teano ricevendo in cambio due motorini per i figli. Dall’altro avrebbe favorito gli imprenditori Paolo e Luigi Griffo, dell’azienda Spinosa, in relazione alla realizzazione di un impianto per la mozzarella a Candello ed Arnone con l’erogazione di contributi da parte di Invitalia (società del Ministero dell’Economa e Finanze). Per il suo intervento Zannini avrebbe ricevuto una gita sullo yacht “Camilla”. Altra questione finita al centro dell’indagine quella relativa alle dimissioni del direttore sanitario dell’Asl di Caserta Enzo Iodice, di cui Zannini sarebbe stato l’istigatore.
Lo tsunami in Provincia
Sempre ad ottobre i carabinieri fanno visita alla Provincia di Caserta dove vengono notificati altri provvedimenti di perquisizione. Tra i destinatari figura il presidente Giorgio Magliocca. Per la Procura, l’imprenditore edile Cosimo Rosato avrebbe ottenuto un affidamento di lavori per la somma di 250mila euro grazie all’intervento di dipendenti provinciali e dello stesso presidente Magliocca in cambio di una sponsorizzazione da 40mila euro per una squadra di calcio di Vitulazio, squadra dove avrebbe militato il figlio di Magliocca. In seguito all’inchiesta Magliocca si è dimesso da presidente della Provincia e da sindaco di Pignataro Maggiore.
Lo scandalo permessi a Teverola
A novembre un altro scandalo giudiziario colpisce un comune casertano. Nell’ambito di un’indagine della procura di Napoli Nord vengono arrestati gli ex sindaci di Teverola Tommaso Barbato e Biagio Lusini coinvolti in un’indagine sui permessi a costruire rilasciati in cambio di mazzette. Nell’indagine sono coinvolti anche imprenditori, tecnici ed altri amministratori locali.
Sciolto il comune di Calvi Risorta
Nel 2024, infine, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata del Comune di Calvi Risorta. La decisione è stata adottata dopo il lavoro di una commissione d’accesso nominata dopo un’indagine sugli appalti del comune Caleno da cui sarebbero emersi “condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link