Colpo di scena sulle nuove tariffe del SSN. A poche ore dall’entrata in vigore (il 30 dicembre) e dal provvedimento con cui il TAR del Lazio ne aveva sospeso l’efficacia, gli stessi giudici amministrativi hanno ora revocato la sospensiva, pur confermando l’udienza di merito per il 28 gennaio. A investirli della questione era stato il ricorso centinaia di strutture accreditate e associazioni di categoria schierati contro l’entrata in vigore dei nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza.
La sospensione
Al centro dei tira e molla il decreto con cui il Ministero della Salute il 25 novembre ha emanato il tariffario delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica, ovvero le cure e le prestazioni garantite ai cittadini dal SSN, il cosiddetto nomenclatore tariffario. La decisione di sospenderlo era contenuta in un decreto cautelare monocratico del TAR del Lazio emesso nell’ambito di un ricorso proposto da centinaia di strutture accreditate con le maggiori associazioni di categoria.
Il maxiricorso
Al centro del maxiricorso “la carenza d’istruttoria, la mancata considerazione dell’ andamento dei costi produttivi aggiornati e le criticità giuridiche e metodologiche del decreto”. “Siamo convinti tra l’altro – spiegavano gli avvocati Giuseppe Barone e Antonella Blasi, patrocinatori dei ricorrenti – che il decreto violi i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione. Le tariffe non tengono conto dell’incremento dei costi e delle difficoltà operative causate dalla pandemia e dalla crisi economica. l’istruttoria che ha condotto all’approvazione delle tariffe è risultata inoltre incompleta e lacunosa. Non è stata garantita una rappresentazione adeguata dei costi reali e delle esigenze delle strutture sanitarie accreditate”.
Urgenza insussistente
Per il giudice amministrativo, nel motivare la sospensiva, non sussisteva l’urgenza: considerato, scrive “che il decreto in questione è stato adottato il 26 novembre 2024 ed è stato pubblicato sulla gazzetta il 27 dicembre (venerdì), con entrata in vigore il 30 dicembre (lunedì); che il nuovo decreto tariffe è stato adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori, delineando così l’insussistenza dell’urgenza”.
Da ciò l’accoglimento della richiesta di sospensione cautelare urgente del provvedimento ministeriale, con fissazione dell’udienza del 28 gennaio prossimo per la trattazione collegiale del ricorso in camera di consiglio.
Cosa succede adesso
Dopo l’ultimo colpo di scena, in attesa della pronuncia di merito del TAR tra un mese, dunque il nuovo nomenclatore va considerato vigente. “Preso atto della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto che determinerebbero il blocco del sistema di prenotazione ed erogazione» dei servizi «con un impatto sulla salute dei pazienti», il Tar oggi (ndr martedì 31 dicembre) ha accolto l’istanza depositata dall’Avvocatura dello Stato confermando l’udienza in camera di consiglio per il 28 gennaio.
L’istanza di revoca del decreto Tariffe è stata depositata dall’Avvocatura dello Stato per conto del Ministero della Salute che fa sapere di aver agito per tutelare i cittadini: “Le Regioni hanno già aggiornato i sistemi con i codici del nuovo tariffario e sono già diverse le prescrizioni dei medici. Abbiamo tutelato i cittadini dai disagi che avrebbero subito dalla sospensione”.
Cos’è il nomenclatore tariffario
Il nomenclatore tariffario della sanità è l’elenco che regola il costo statale di esami, visite, e protesi. Il suo aggiornamento è una rivoluzione attesa dagli anni ’90 che finalmente dovrebbe rendere davvero omogenei su tutto il territorio nazionale i Lea, i livelli essenziali di assistenza. Ossia le prestazioni sanitarie garantite dal sistema pubblico ai cittadini.
Nel nomenclatore oggetto del ricorso compaiono oltre 2000 voci, molte nuove che inglobano anche le ultime innovazioni tecnologiche. Ma sono state anche accorpate e riviste parecchie diciture e di conseguenza prestazioni. Al centro delle perplessità soprattutto la revisione al ribasso, anche più del 30 per cento, dei rimborsi tariffari.
L’applicazione in Piemonte
Prevedendo possibili disagi per gli utenti, soprattutto sulla corrispondenza delle diciture in fase di prescrizione e prenotazione, la Regione Piemonte ha già attivato dal 30 dicembre un servizio informazioni all’interno del numero verde del CUP Piemonte 800 000 500, al tasto 1.
Tutte le vecchie prescrizioni resteranno comunque valide. E le prestazioni già prenotate continueranno a essere erogate per tutto il 2025 secondo i codici precedenti.
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