AI in medicina: il 2024 è stato solo l’inizio

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Fra le tante innovazioni medico scientifiche che hanno segnato il 2024, l’intelligenza artificiale (AI) è forse quella che “ha avuto un impatto più profondo, trasformando il nostro modo di concepire la salute, la medicina e la ricerca scientifica. Quello che era iniziato come un campo sperimentale e di nicchia è ora diventato uno strumento fondamentale in numerosi settori, con la medicina che rappresenta uno degli ambiti in cui i cambiamenti sono più evidenti e significativi”.

Parola di Francesco Branda, ricercatore dell’Università Campus Bio-Medico e autore di più di 60 lavori scientifici solo negli ultimi 12 mesi, firmati su prestigiose riviste scientifiche insieme al suo gruppo di ricerca composto, fra gli altri, da Massimo Ciccozzi e Marta Giovanetti (Università Campus Bio-Medico di Roma), Fabio Scarpa (Università di Sassari) e Giancarlo Ceccarelli (Università Sapienza).

Non più solo una promessa

L’intelligenza artificiale nel 2024 “ha permesso progressi senza precedenti, tanto nel miglioramento delle diagnosi quanto nell’efficienza dei trattamenti. Le capacità di analizzare enormi quantità di dati e fare previsioni accurate hanno portato a scoperte che solo pochi anni fa sembravano inimmaginabili”, dice Branda a Fortune Italia.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Pensiamo alla possibilità di ridurre il margine di errore nelle diagnosi mediche, ad esempio attraverso software avanzati per l’analisi di immagini mediche, “che ha reso i trattamenti più tempestivi e mirati. Nel contesto della diagnostica, il miglioramento dell’accuratezza nelle analisi oncologiche, dermatologiche e radiologiche ha significato non solo diagnosi più rapide, ma anche una significativa riduzione degli interventi inutili. L’intelligenza artificiale ha dimostrato una capacità di affinare i risultati, riducendo il numero di diagnosi errate e aumentando la precisione, con implicazioni dirette sulla vita dei pazienti e sulla gestione delle risorse sanitarie”.

Un alleato ‘intelligente’ nelle emergenze

Non solo. Nelle situazioni in cui ogni minuto conta, come nei casi di ictus o di trauma cranico, l’AI “è in grado di ridurre i tempi di intervento, analizzando rapidamente le immagini e supportando i medici nelle loro decisioni. In questo modo, l’intelligenza artificiale non solo migliora gli esiti per i pazienti, ma ottimizza l’uso delle risorse sanitarie, un aspetto particolarmente cruciale in un sistema che affronta sfide di sovraccarico e scarsità di personale”.

E nella ricerca?

In questo caso, secondo Branda, l’esempio più eclatante è l’impiego della tecnologia nell’analisi strutturale delle proteine attraverso piattaforme come AlphaFold. “Questo ha aperto nuove strade nella comprensione delle malattie, accelerando il processo di scoperta di trattamenti innovativi per malattie complesse come il cancro e l’Alzheimer. La velocità con cui l’intelligenza artificiale è riuscita a decifrare strutture complesse che in passato richiedevano anni di lavoro umano ha ridotto drasticamente i tempi di ricerca, abbattendo i costi e aprendo nuove prospettive per lo sviluppo di terapie”.

Un altro aspetto fondamentale riguarda le emergenze sanitarie globali, che nel corso del 2024 hanno messo alla prova i sistemi sanitari di tutto il mondo. Non solo Covid-19, ma anche vaiolo delle scimmie, virus Marburg, influenza aviaria e arbovirosi varie. “L’AI può giocare un ruolo cruciale nel monitoraggio epidemiologico, nell’analisi predittiva e nella gestione dei flussi di pazienti. E ha già permesso di identificare tempestivamente focolai, monitorare la diffusione di varianti virali e migliorare la diagnosi di malattie infettive, accelerando la ricerca di vaccini e terapie. La capacità di analizzare enormi volumi di dati provenienti da cartelle cliniche, studi scientifici e report di laboratorio aiuta a prevedere i modelli di diffusione delle malattie, permettendo una gestione migliore delle risorse e una risposta più rapida alle emergenze”.

Insomma, in un mondo senza confini e che affronta nuove minacce sanitarie, “l’intelligenza artificiale non solo rende più efficiente la gestione della crisi, ma consente anche di anticipare e mitigare le sfide future. Insieme al mio gruppo di ricerca, l’impegno è volto a integrare l’AI nei processi decisionali sanitari per garantire che le risposte alle emergenze siano sempre più tempestive, coordinate e basate su dati concreti”.

Branda è infatti convinto che l’AI non sia solo un alleato nella gestione immediata di una crisi, ma un mezzo per prevenire e mitigare situazioni future. “Abbiamo bisogno di un sistema che non solo reagisca, ma che riesca ad anticipare gli eventi”, aggiunge lo scienziato. Infatti, con la crescente mobilità globale e il cambiamento climatico, le malattie emergenti non conoscono confini geografici. Le crisi sanitarie sono destinate a diventare sempre più frequenti e complesse, rendendo ancora più urgente un approccio che non solo risponda, ma prevenga e minimizzi i danni attraverso l’uso intelligente della tecnologia.

L’umanità conta

Attenzione, l’esperto sottolinea con forza la necessità di un equilibrio tra tecnologia e umanità. “L’adozione dell’AI nei processi decisionali non deve mai compromettere la dimensione umana dell’assistenza sanitaria, ma piuttosto deve servire a liberare i professionisti da compiti ripetitivi o da analisi che sottraggono tempo al rapporto diretto con i pazienti. L’intelligenza artificiale, quindi, deve essere vista come un amplificatore delle competenze, un catalizzatore che permette ai medici, ai ricercatori e agli operatori sanitari di concentrarsi sulle decisioni più complesse, laddove l’intuito e la comprensione profonda del caso umano sono insostituibili”.

L’AI, insomma, “non può e non deve sostituire il valore umano nella cura, ma deve essere vista come uno strumento complementare che libera i professionisti della salute da compiti ripetitivi, permettendo loro di concentrarsi su ciò che è veramente cruciale: l’interazione umana e la presa di decisioni complesse. Inoltre, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario solleva questioni complesse legate all’etica, alla privacy e alla governance dei dati. Solo con una regolamentazione adeguata e un’attenta supervisione – conclude lo scienziato – l’intelligenza artificiale potrà essere sfruttata appieno per il bene della salute globale, riducendo le disuguaglianze e migliorando l’efficacia delle risposte sanitarie in tutto il mondo”. Insomma, la rivoluzione è in corso, ma siamo solo all’inizio.

Conto e carta

difficile da pignorare

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link