Tra i ‘record’ dell’anno che ci lasciamo alle spalle la protesta senza fasce di garanzia nel Tpl: non se ne proclamava una da 20 anni.
Roma – Il 2024 tra scioperi, proteste e rivolta sociale è stato contrassegnato da uno scontro aspro tra governo e sindacati. Ben 51 scioperi al mese, e quelli in programma solo a gennaio ammontano già a 45. L’anno che ci lasciamo alle spalle è stato molto caldo, e quello che arriva non sarà da meno, se non peggio. Il conflitto è in essere e non accenna ad affievolirsi. Scontri e precettazioni non sembrano aver ammorbidito la piazza: il calendario del Garante degli scioperi è già nutrito. Sono i trasporti a restare i protagonisti della protesta, e quindi dei disagi preannunciati. Per chi deve spostarsi via mare, la data da segnare è quella dell’8 gennaio quando a scioperare saranno i rimorchiatori napoletani (dalle ore 12.00 dell’8 gennaio alle ore 12.00 del 9), e i lavoratori di Caronte & Tourist isole minori e Siremar.
La giornata nera per eccellenza da segnare in calendario è però quella del 10 gennaio. Treni a rischio con lo sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori Rfi, mentre il Tpl farà i conti con lo sciopero nazionale di 4 ore dei lavoratori del trasporto pubblico locale. A incrociare le braccia saranno anche i lavoratori di Ferrovie della Calabria dalle ore 11.30 alle ore 15.30, quelli del trasporto ferroviario di Firenze e provincia dalle ore 09.00 alle ore 16.59 e di Trenitalia Abruzzo dalle ore 09.00 alle ore 16.59. Sul fronte del trasporto aereo, nella stessa giornata sciopereranno anche i lavoratori di handler, della Sea spa e addetti alle pulizie.
Il percorso a ostacoli su rotaia continua il 21 gennaio con lo sciopero delle ferrovie Appulo Lucane dalle ore 15.40 alle ore 19.39 e di Ferrovie del Sud-est (Bari, Taranto e Lecce) dalle ore 15.40 alle ore 19.39; e 25 e 26 gennaio con lo sciopero plurisettoriale nazionale di 24 ore dei lavoratori delle aziende che svolgono attività
ferroviaria, dalle ore 21.00 del 25/01 alle ore 20.59. Ma anche il Tpl locale avrà le sue giornate no: a Vercelli e Biella il 21 gennaio (dalle ore 08.30 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 a fine servizio); il 26 gennaio a Genova scioperano i lavoratori di Amt (servizio extraurbano dalle ore 10.30 alle ore 14.30 per il personale viaggiante
e dalle ore 10.30 alle ore 14.00 per il personale addetti alle biglietterie); il 31 gennaio scioperano i lavoratori del gruppo Atm di Milano, Monza e della Brianza.
Insomma, il 2025 continua sulla scia della tensione del 2024. Gli scioperi, nell’anno che ci lasciamo alle spalle, hanno interessato tutti i settori, dalla sanità alla scuola alla giustizia. Protagonisti delle proteste, insieme con i lavoratori del Tpl, le tute blu con la vicenda Stellantis ancora in corso: ultimi, in ordine di tempo, lo sciopero di 8 ore del 18 ottobre dei lavoratori di Stellantis e di tutto il settore automotive con manifestazione a Roma, e lo sciopero nazionale di 8 ore del 25 ottobre dei lavoratori della componentistica non meccanica legata alla filiera industriale dell’automotive. E ancora, contro una legge di Bilancio “deludente” il 20 novembre hanno scioperato medici e infermieri. Il 31 ottobre hanno scioperato per 24 ore i lavoratori della scuola,
dell’università, degli enti di ricerca, delle accademie, dei conservatori e delle scuole non statali per rivendicare “un contratto giusto e un lavoro stabile”.
Nel 2024 sono stati 1.603 gli scioperi proclamati, 981 revocati, per un totale di 622 mobilitazioni, un po’
più di una e mezzo al giorno, o di 51 al mese, secondo i numeri del Garante scioperi. Il 2024 ha così registrato un aumento delle giornate di sciopero rispetto al 2023 (quando ne erano stati proclamati 1.647, revocati 1.064, per un totale di 583, circa 48 al mese) ma soprattutto l’inasprimento dello scontro sindacati-governo, protagonista per quest’ultimo il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini perché è proprio sul trasporto che il confronto si è fatto duro, tra precettazioni e relativi ricorsi al Tar. Precettati lo sciopero del trasporto ferroviario del 19 e 20 maggio, la mobilitazione generale del 29 novembre e quella del 13 dicembre (precettazione annullata dal Tar).
Guai a utilizzare il diritto allo sciopero come “arma politica”, aveva detto il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, attaccando chi utilizza le proteste come arma politica e per questo aveva spiegato che bisognava rivederne le norme. “L’ennesimo venerdì di sciopero caratterizzato, non solo da caos e disagi, ma soprattutto da violenze, scontri e danneggiamenti a beni pubblici e privati”, aveva affermato. È “urgente rivedere la norma sull’astensione dal lavoro, visto che ormai è un’arma di scontro politico e di aggressione alle forze dell’ordine anziché di tutela dei lavoratori Gli italiani hanno il diritto di essere protetti e io farò di tutto per tutelarli”.
Infine, da segnalare che nel 2024 il Tpl registra il primo sciopero di 24 ore senza fasce di garanzia da 20 anni. Dopo una lunga serie di mobilitazioni, locali e nazionali, l’8 novembre Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal
e Ugl Fna proclamano una nuova mobilitazione nazionale, la terza, nel trasporto pubblico locale: 24 ore e senza fasce di garanzia. Uno sciopero così non veniva indetto dal 2005, ma – spiegarono i sindacati nell’occasione – la modalità per legge può essere utilizzata una volta per ogni vertenza sul rinnovo del contratto.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link