ll 20 gennaio alla Fondazione Sciascia una Giornata dedicata, nel centenario della nascita, al Magistrato che con il pool antimafia ha rivoluzionato la lotta alla mafia.
Un centenario che non può passare inosservato. Il 19 gennaio del 1925 nasceva a Misilmeri Rocco Chinnici, il magistrato che creò a Palermo il pool antimafia.
Chinnici, assassinato dalla mafia il 29 luglio 1983, sarà ricordato a Racalmuto il prossimo 20 gennaio alla Fondazione Leonardo Sciascia, nella terra dello scrittore che fece della giustizia, della ragione e della legalità bandiera della sua letteratura.
“Centenario dalla nascita di Rocco Chinnici. La buona cultura, la formazione e la solidarietà contro tutte le forme di violenza” è il tema della Giornata, che prevede, tra gli altri, la presenza di intellettuali, magistrati e studenti delle scuole superiori agrigentine.
L’iniziativa è promossa dal Movimento Cristiano Lavoratori di Agrigento in sintonia con la presidenza regionale e nazionale. “Vogliamo celebrare Rocco Chinnici a Racalmuto, martire della giustizia perché – spiega Enzo Sardo, presidente MCL Agrigento – perché leghiamo questo centenario al principio della memoria, come valore universale dell’umanità, e la solidarietà come guida assoluta che ha orientato la vita privata e professionale di un determinato, integerrimo e lungimirante uomo delle istituzioni”.
“Lo spirito solidale di Chinnici – aggiunge Sardo che cura il libro che raccoglie i ricordi e le testimonianze di Caterina Chinnici, Elvira Chinnici, Giovanni Chinnici, Alfonso Luzzi, Giorgio D’Antoni, Andrea Apollonio, Giovanni Tesè, Carmen Campo, Salvatore Ferlita, Filippo Romano – si estendeva anche al di fuori della magistratura. Credeva fermamente nel coinvolgimento della società civile nella lotta contro la mafia e contro tutte le forme di violenza e per tali motivi partecipava a dibattiti e tavole rotonde, incontrava docenti e dedicava tempo ed energie per sensibilizzare i giovani delle scuole di ogni ordine e grado e delle università, ai quali spiegava di stare lontano dalle droghe che sicuramente portavano alla morte. Era convinto che la battaglia contro la criminalità organizzata non potesse essere vinta solo ed esclusivamente dalle forze dell’ordine, ma richiedesse una partecipazione attiva e consapevole di tutti i cittadini onesti e di buona volontà”.
Per il presidente nazionale dell’MCL Alfonso Luzzi questo centenario “deve servire per contribuire a diffondere sempre più la cultura della legalità, che è sempre strettamente connessa con la cultura in senso più ampio. È significativo quindi che MCL abbia scelto di ricordarlo a Racalmuto, ed in particolare nella sede della Fondazione Sciascia. Il grande uomo di cultura non ha mai fatto sconti né alla Sicilia né all’Italia per quanto riguarda il fenomeno mafioso, non solo con le sue opere, a partire dal Giorno della Civetta, ma con tutta la sua vita culturale, politica, sociale”.
Luzzi, lo spirito solidale del giudice Chinnici si estendeva anche al i fuori della magistratura. Sono questi i valori del Movimento che in tutta Italia celebra la solidarietà, la formazione e la cultura.
“Il Movimento Cristiano Lavoratori, non solo celebra, ma impronta tutta la sua attività alla solidarietà, alla formazione ed alla cultura. Rientra nella sua mission come Associazione di Promozione Sociale ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa. L’impegno solidale del Giudice Chinnici lo spingeva ad estendere la sua attività anche al di fuori della magistratura. Partecipava dovunque lo chiamavano: nelle scuole, nelle università e nelle istituzioni. Chinnici aveva detto ad un giornalista: un magistrato non è un uomo separato dalla società. Tutt’altro”. Ed è stato il primo magistrato a capire che la mafia ancor prima della repressione poliziesca, si sconfigge abbattendo la cultura mafiosa”.
Figure come quella di Chinnici, a Suo avviso, continuano a parlare alle nuove generazioni?
“Questo è un aspetto assolutamente fondamentale. Le nuove generazioni, come anche tutte quelle precedenti, hanno bisogno di trovare “maestri” a cui ispirarsi e trarre linfa per il loro impegno. Oggi questo è ancor più importante, in una società talmente ripiegata nell’individualismo, per cui ognuno pensa di “formarsi” ed “informarsi” nei social. Il grande pericolo è quello degli autodidatti, senza “maestri” non si va da nessuna pare”.
Celebrare il centenario della nascita di un giudice come Rocco Chinnici significa anche ripercorrere la storia recente del nostro Paese. Quanto è importante il valore della memoria in un periodo storico in cui spesso si dimenticano fatti e personaggi del passato?
“La memoria è uno degli aspetti fondamentali della coscienza di un popolo. Certo una memoria condivisa, ma anche e soprattutto una memoria sempre più rielaborata per comprendere il significato profondo dei fatti storici che hanno condizionato la nostra storia. Oggi, ad esempio, è ampiamente condivisa l’affermazione di Chinnici che a suo tempo aveva anche creato scandalo: La pubblica amministrazione, e non solo la pubblica amministrazione ma la società nel suo complesso, è talmente permeata di mafia per cui sembra veramente difficile poter arrivare da un anno all’altro alla soluzione del problema. Ma, come ho già detto precedentemente, alla fine la società ed il popolo italiano hanno reagito contro la cultura della mafia ed, alla fine, Chinnici ha vinto”.
Come mai questo importante anniversario si celebra a Racalmuto e non a Palermo o in altre città siciliane?
“Come ho detto sopra Chinnici e Sciascia sono fortemente legati tra loro nella comprensione che la sconfitta della mafia è innanzitutto culturale, sconfiggere la cultura della mafia è assolutamente prioritaria. Poi certo nel movimento c’è un rinnovato impegno unitario soprattutto su questi temi, sia a livello locale che nazionale”.
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