Il Tar del Lazio sospende il decreto del ministero della Salute con le nuove tariffe per esami e visite ambulatoriali. Il decreto con il nuovo nomenclatore, che comprendere anche l’aggiornamento dei Lea, era stato pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 26 novembre e doveva entrare in vigore oggi.
Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare presentata dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore dei laboratori e cliniche private accreditate. Il tribunale, accogliendo il ricorso, ha accolto la richiesta delle associazioni dal momento che il nuovo decreto tariffe “è stato adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori, delineando così l’insussistenza dell’urgenza”. La sospensiva non riguarda le tariffe della protesica. Il 28 gennaio è fissata la trattazione collegiale per la camera di consiglio.
Dopo la decisione del Tar viene posticipata anche l’entrata in vigore dei nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza, che attendono di partire dal 2017.
Medico arrestato per violenza su giovani pazienti (Getty)
Stop dal Tar del Lazio al decreto del ministero della Salute che fissa le tariffe aggiornate per le nuove cure e prestazioni garantite ai cittadini dal Servizio sanitario nazionale, gratuitamente o con il pagamento di un ticket, ovvero i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) che attendono di partire dal 2017. Il decreto è stato emanato lo scorso novembre ed entrava in vigore proprio oggi, 30 dicembre.
La sospensione del Tariffario delle prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica – rispettivamente fermi al 1996 e al 1999 – è prevista da un decreto cautelare del Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso proposto da centinaia di strutture e laboratori accreditati, insieme alle maggiori associazioni di categoria.
colonscopia, foto generica (AIRC)
“Con il maxiricorso”, si apprende, “si mira ad evidenziare la mancata considerazione dell’andamento dei costi produttivi aggiornati e le criticità giuridiche e metodologiche del decreto”. Secondo gli avvocati patrocinatori dei ricorrenti, Giuseppe Barone e Antonella Blasi, il decreto viola “i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione. Le tariffe – spiegano – non tengono conto dell’incremento dei costi e delle difficoltà operative causate dalla pandemia e dalla crisi economica. L’istruttoria che ha condotto all’approvazione delle tariffe è risultata inoltre incompleta e lacunosa. Non è stata garantita una rappresentazione adeguata dei costi reali e delle esigenze delle strutture sanitarie accreditate“.
Inoltre, il giudice amministrativo, considerato “che il decreto in questione è stato adottato il 26 novembre 2024 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta il 27 dicembre, con entrata in vigore il 30 dicembre, e che il nuovo decreto tariffe è stato adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori, delineando così l’insussistenza dell’urgenza“, ha ritenuto che “devono ritenersi presenti i profili dedotti in punto di danno“. Da ciò l’accoglimento della richiesta di sospensione cautelare urgente del provvedimento ministeriale, con la fissazione di una udienza il 28 gennaio per la trattazione collegiale del ricorso. Uno stop a sorpresa che rischia, dunque, di allungare ulteriormente i tempi per poter accedere alle nuove prestazioni.
ricercatrice laboratorio analisi (pixabay)
Dalla Pma alla consulenza genica, l’adroterapia, l’enteroscopia con microcamera ingeribile e la radioterapia stereotassica, sono tante le nuove prestazioni previste. E poi ancora apparecchi acustici a tecnologia digitale, attrezzature domotiche e sensori di comando, arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo. L’aggiornamento ha riguardato in totale oltre 3mila prestazioni di specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica e l’impatto complessivo risulta pari a 502,3 milioni di euro per la specialistica ambulatoriale e a 47,6 milioni per la protesica. Molto attese anche le novità per la Procreazione medicalmente assistita (Pma), rispetto alla quale vengono adottate le tariffe applicate dalla Regione Emilia-Romagna che comprendono la remunerazione di tutti i cicli del percorso delle coppie assistite, tenendo anche in considerazione l’inclusione del reperimento dei gameti ed il relativo monitoraggio.
Prevista anche la diagnosi e monitoraggio della celiachia e gli screening neonatali per alcune patologie. Il nuovo nomenclatore tariffario, inoltre, amplia l’elenco delle protesi per arti superiori e inferiori, fornendo una copertura completa per numerosi dispositivi prima non inclusi. Con la pronuncia del Tar, si profila però ora un quadro di incertezza: per i cittadini ma anche per le Regioni, chiamate ad adeguare i loro sistemi informatici includendo le nuove prestazioni e tariffe. “Un provvedimento che certifica l’inadeguatezza e la superficialità del modo di operare del Ministro della Salute. Ora Schillaci si assuma le sue responsabilità e spieghi come vuole affrontare questo grave pasticcio, un ‘regalo’ di fine anno che dà la misura dello stato di crisi conclamata in cui versa il nostro Servizio sanitario pubblico“, commenta Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
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