Città di Castello ha recentemente riacquistato un’importante opera d’arte, la Pala di Santa Cecilia, attribuita a Luca Signorelli, dopo cinque secoli di smarrimento.
Questo straordinario evento di recupero è stato possibile grazie a un intenso e meticoloso restauro, finanziato attraverso il programma Art Bonus, implementato da eCampus Università. L’opera è stata presentata ufficialmente il 28 dicembre, in una cerimonia che ha attirato l’attenzione di esperti, artisti, e appassionati d’arte.
Il restauro ha portato alla luce l’attribuzione dell’opera, che in precedenza era considerata generica, e ha rivelato la complessità coloristica del Signorelli.
La pala, che non partì per il Louvre con le campagne di depredazioni napoleoniche grazie alle sue notevoli dimensioni, è stata ripulita dai depositi che ne offuscavano la superficie e dalle tante ridipinture eseguite nel corso dei secoli.
Tali operazioni hanno coinvolto diversi restauratori sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
Nel contesto di questo evento, Tom Henry, un esperto riconosciuto del Signorelli, ha messo in evidenza l’importanza cruciale di questa pala per la comprensione dell’evoluzione artistica di Signorelli, mettendo in luce anche il suo impatto sulla formazione di un grande maestro come Raffaello.
La pala è un prezioso esempio del fiorente ambiente artistico di Città di Castello nel periodo rinascimentale e testimonia la vivacità culturale della città in un’epoca storica particolarmente fiorente.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Città di Castello has recently reacquired an important work of art, the Altarpiece of Santa Cecilia, attributed to Luca Signorelli, after five centuries of loss.
This extraordinary recovery event was possible thanks to an intense and meticulous restoration, financed through the Art Bonus program, implemented by eCampus Università. The work was officially presented on December 28, in a ceremony that attracted the attention of experts, artists, and art enthusiasts.
The restoration brought to light the attribution of the work, which was previously considered generic, and revealed the coloristic complexity of Signorelli. The altarpiece, which did not leave for the Louvre with the Napoleonic depredations campaigns thanks to its considerable size, has been cleaned of the deposits that obscured its surface and of the many repaintings carried out over the centuries.
These operations involved several restorers under the direction of the Superintendence of Archaeology, Fine Arts and Landscape of Umbria.
In the context of this event, Tom Henry, a recognized expert on Signorelli, highlighted the crucial importance of this altarpiece for understanding Signorelli’s artistic evolution, also highlighting its impact on the formation of a great master like Raphael.
The altarpiece is a precious example of the flourishing artistic environment of Città di Castello in the Renaissance period and testifies to the cultural liveliness of the city in a particularly flourishing historical era.
For the moment, your always Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.
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