Vinto da una terribile malattia l’Onorevole Cesare Ercole è volato in Cielo sabato e oggi pomeriggio, nella sua amata Broni, saranno celebrate le esequie.
Tanto da parlamentare, quanto da sindaco -di Broni appunto, dove sorgeva ai tempi un meraviglioso ippodromo amatoriale- come da manager pubblico e come medico di grande spessore e umanità, non ha mai smesso una sola ora di ‘darsi all’ippica’ e ai suoi amati cavalli, passione ereditata dal padre Alessandro, maniscalco di scuderia per Edoardo Gubellini e dell’immenso Sharif di Jesolo.
Da amatore prima e poi, nella storia più recente, da esponente di primissimo piano -anche come risultati in pista e per valori e e spirito di partecipazione- di quel gioiello che è il Circuito ippico-benefico delle Stelle, fondamentale per l’ippica verso l’esterno, rara componente in grado di abbattere l’autoreferenzialità del settore e guadagnare pagine, copertine e servizi sui media nazionali per le tante belle storie che sempre riesce a divulgare e promuovere, il Dottor Ercole si è sempre battuto in prima linea per la causa dei cavalli, in Parlamento con l’associazione “Amici dell’Ippica” poi come membro della task force voluta dall’allora Ministro Centinaio (e lì davvero è stato a un passo dall’ottenere riforme clamorose salvo poi essere tradito sul più bello da alcuni manovratori della burocrazia ministeriale e dal ministro stesso, con l’approvazione del fantomatico ‘libro verde’ che di colpo ha cancellato l’impegno e l’operato suo e di tutta la squadra, costretta alle dimissioni seguendo quelle dell’amico fraterno Roberto Mazzucato, che aveva fiutato per tempo la mala parata.
Non si è però arreso e insieme all’amica e collega di partito Elena Lucchini ha scritto addirittura una proposta di legge, la “Primavera”, sul benessere dei cavalli e per il rilancio dell’ippica, che è riuscita ad arrivare alla Commissione Agricoltura della Camera anche se è “ancora bloccata -spiegava Ercole- da qualche freno a mano tirato per conto dei soliti noti, di amici, amici degli amici e portatori di interesse, nella migliore delle ipotesi interessati a mantenere lo status quo e nella peggiore a scaricare del tutto l’ippica, che senza quella legge è destinata comunque a morire”.
Serve invece -è la tesi del nostro- la Politica con la P maiuscola, che deve puntare su nuove regole, nuova programmazione e riforme imponendole e facendole rispettare senza rifugiarsi nelle solite questue degli ippici, specialmente dei cosiddetti, sedicenti ippici. Facciano tutti un passo indietro, possono essere consultati ma le regole, le riforme e il giro del fumo, cioè delle risorse, non può essere deciso da loro, pensare di fare la classificazione degli ippodromi con gli ippodromi, la riforma delle scommesse con i concessionari, la programmazione con chi ha ridotto il sistema al default e la guerra al doping con allenatori e veterinari, che in linea di massima sono i responsabili del doping, è pura follia.
Tesi ineccepibile. E “la Politica con la P maiuscola -ha spiegato Ercole in un convegno e ribadito in ogni intervento- non deve assistere il comparto per bontà o pietà, ha il dovere di farlo perché salvare e rilanciare il comparto è occasione importante per il Paese, anche in termini di lavoro formato e qualificato e perché date le enormi potenzialità può essere un grosso affare anche per lo Stato”.
Alla proposta di legge Lucchini ed Ercole hanno ‘allegato’ un piano industriale integrato, un progetto a tutto campo cui lo stesso Ercole, Mazzucato e un team di esperti indipendenti come loro senza interessi e conflitti di interesse, ha lavorato per più di 10 anni, con aggiornamenti pressoché semestrali.
Applicandolo integralmente e senza guardare in faccia agli orticelli di parte, molti dei problemi dell’ippica troverebbero soluzione, forse, con un po’ di tempo, tutti. “C’è da sconfiggere l’autoreferenzialità dell’ambiente e cominciare davvero a riportare il cavallo al centro” ha detto Ercole in una recente intervista; ed ha aggiunto: “”Basta con l’ippica fatta dagli ippici per gli ippici, oltretutto spesso ‘manovrati’ da ‘prenditori seriali’ che si fanno i regolamenti da soli come il programma ed il giro dei soldi. E basta con le sovvenzioni a capocchia per gli ippodromi ed i loro ricatti. Ci sono anche società di corse virtuose, ma nella maggior parte dei casi la situazione è drammatica”
Una denuncia appassionata, quella da parte di uno dei pochi politici, forse l’unico dai tempi di Andreotti (che non era certo l’idolo di Ercole ma per i cavalli stava dalla stessa parte) e alle parole ha sempre fatto seguire la coerenza dell’impegno e i fatti.
Ha anche fondato una onlus che ha chiamato “Ippica del Cuore”, proprio dedicata ai cavalli, al loro rispetto e benessere e al salvataggio del settore, proprio basandosi sul piano industriale e le riforme di cui sopra. Sarà presentata tra qualche mese, in primavera, con un nuovo presidente, comunque indicato da lui negli ultimi giorni di vita.
“Sì -spiegano i due vice, Mazzucato e la popolare amazzone Jessica Pompa– ma l’Ippica del Cuore sarà sempre e comunque quella di Cesare. Non solo nel ricordo ma nei fatti e nell’intero progetto. Il suo esempio e questa associazione sono un lascito testamentario, l’eredità più preziosa“, dice Jessica.
E Mazzucato rilancia: “A proposito di cuore, non muore mai chi vive in quello di chi resta”…
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link